Corso di Alpinismo su roccia al Gran Sasso

CORSO ALPINISMO su ROCCIA al GRAN SASSO

 25-28 luglio 2023 

Il corso rappresenta una full immersion per apprendere le tecniche e abilità per gestire salite in ambiente montano di vie tradizionali o miste. Si trascorreranno 4 giorni in quota nello splendido contesto delle pareti del Corno Grande e Corno Piccolo, ospiti di uno dei rifugi più belli dell’Appennino, il rifugio Franchetti. 

PRE-REQUISITI: 

  • Avere esperienza di arrampicata sportiva con grado da primo di 5c
  • Avere discreta esperienza su vie a più tiri sportive
  • Avere un ottimo allenamento per quanto concerne il trekking alpino.

ARGOMENTI TRATTATI

I GIORNATA

Trasferimento da Prati di Tivo al Rifugio Franchetti e sistemazione materiali nei dormitori.

Verifica del livello in arrampicata

Gestione della sosta su vie di più tiri 

Corda doppia

II GIORNATA

Esercitazione di posizionamento di protezioni mobili (friend, nut, ancoraggi naturali) su monotiri.

Realizzazione di soste con protezioni mobili  

III GIORNATA

Salita di un itinerario classico (max III-IV) con didatticca su progressione in conserva e progressione a tiri di corda. 

IV GIORNATA

Pianificazione di una salita in ambiente: avvicinamento, ricerca dell’attacco, ricerca dell’itinerario. Via di più tiri in ambiente con progressione a tiri di corda. Rientro in tardo pomeriggio.

MATERIALI

Zaino 40 l min., imbracatura, casco, discensore tipo “REVERSO”, scarpette comode da arrampicata, 4-5 moschettoni a ghiera, cordini di varie lunghezze, daisychain, rinvii. Scelta di protezioni mobili, mezze corde da 50 m o 60 m. Per gli avvicinamenti: scarpe da approach, bastoncini da trekking. Abbigliamento completo da montagna, snack, acqua e crema solare. Sacco lenzuolo per il rifugio.

LOCATION

Corno Piccolo, versante Prati di Tivo (TE) con pernottamento e trattamento mezza pensione presso il rifugio Franchetti. 

ISCRIZIONI E QUOTA 

Iscrizioni a numero chiuso, il corso sarà effettuato al raggiungimento di n.3 persone. L’iscrizione è da effettuarsi improrogabilmente entro il 15/6/2023 mediante versamento della quota su c.c. (modalità comunicate in pvt); questa è di euro 270,00/persona e comprende l’accompagnamento della Guida comprensivo di copertura RCT; non comprende trasporto, vitto e alloggio (vitto e alloggio della guida sono a carico degli allievi). La prenotazione del rifugio è a carico della guida. La quota non sarà restituita in caso di assenza dell’allievo.

Contatti: info@riccardoclimbing.com +393394360362 ore serali

Share

Falesia trad “Km 37”, Crognaleto (Teramo)

“La apro o non la apro?” “Vale o non vale la pena?” “E se è tutto lavoro perso?” Queste le domande che mi hanno accompagnato durante la mia passeggiata sotto quella che è diventata la prima falesia trad su arenaria in Abruzzo. Non mi interessa tanto il “prima.. o primo a fare..”, perché oggi sembra che bisogna sempre essere primi in qualcosa. Quello che mi interessa di più è creare qualcosa di interessante, per me e per gli altri. Magari qualcosa che non sia così scontato e che abbia insito un aspetto di novità che lo renda accattivante. 

Leonardo su “Houston..abbiamo un problema” 6c trad

La falesia “Km 37” miscela arenaria e scalata trad, questo già credo sia sufficiente per dare quel tocco di particolarità che possa stuzzicare le menti più curiose. Ci troviamo in una delle zone più affascinanti della montagna teramana, la Val Vomano. Durante una delle mie passeggiate alla ricerca di un luogo dove poter praticare del trad mi sono imbattuto in questa fascia rocciosa, a dire il vero anche abbastanza lunga ma anche bassa. Lo sviluppo verticale non supera i 10 m e da questo i miei dubbi. Alla fine ho rotto l’indecisione ed affiancato da Simone “Zeta” Saccomandi, in una giornata incerta in quota, abbiamo aperto le prime quattro linee.

Simone “Z” in apertura su “Misto lana”

Intanto avanzava già l’autunno e la valle mi ha accolto con colori sempre più incantevoli: le giornate trascorse spesso da solo a pulire le linee sono state sempre giornate immerse in un’atmosfera stupenda ed appartata. Anche se la strada SS80 del Gran Sasso scorre a due passi dal sito che è però del tutto isolato da questa. 

I primi nomi..

Al termine dei lavori ne sono uscite fuori 12 linee di trad o clean climbing (ci sono solo le soste attrezzate) dal 5a al 7a dove, a dispetto dello sviluppo, la scalata non è mai banale; le fessure sono spesso nette ed offrono ottimi piazzamenti per i friend.

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Insomma credo (e crediamo insieme a chi mi ha affiancato) che possa essere un buon luogo per trascorrere giornate fuori dai soliti schemi, in ambiente top e con un avvicinamento davvero ridicolo (circa un minuto). Per i dettagli si rimanda alla scheda tecnica.

La stupenda fessura aggettante di “Phantom of the opera” 7a trad

km 37 trad

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Ringraziamenti

Un grande grazie va a Simone “Zeta” Saccomandi ed Alessio Nunziata per avermi affiancato in un paio di splendide giornate; grazie a Matteo e Leonardo con cui ho salito tutti i tiri, trascorrendo altrettante giornate epiche. Infine, visto che lavoro e materiale sono stati totalmente autofinanziati da me, grazie ancora a chi crede da anni nel mio lavoro e, soprattutto, nella mia passione: Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma.

Riccardo Quaranta Guida Alpina

TUTTI I DIRITTI RISERVATI ©

VAI ALLA SCHEDA TECNICA

Share

SPERONE FRANCHETTI – GRAN SASSO: nuova falesia di arrampicata

Quella della falesia dello “Sperone Franchetti” è una storia che inizia un po’ di tempo fa. Da anni transitavo spesso per lavoro al Rifugio Franchetti e altrettanto spesso mi capitava di commentare con clienti ed amici quanto sarebbe stato bello poter scalare lo sperone su cui l’edificio è posto. Un po’ sulla falsa riga dei tanti rifugi dell’arco alpino che hanno falesie o vie davvero a due passi. 

Immaginavo potersi svegliare la mattina, fare colazione e catapultarsi a scalare a due passi, immersi in un ambiente che non ha bisogno di presentazioni, una cornice divenuta iconica per tutto l’Appennino, dove è possibile contestualmente osservare il mare e cime che sfiorano i 3000 m. 

Finalmente questa idea è stata realizzata e dal cassetto si è trasferita sulla roccia. Il percorso non è stato rapido, tantomeno scontato. Incuriosito dalla mia idea, prima di tutto, ho avuto l’appoggio del presidente dell’ASD Respira Il Gran Sasso, Antonio Scipioni. Collaboro ormai da anni con tale realtà che si rivolge ai professionisti della montagna per divulgare la sua frequentazione attraverso corsi ed uscite. Ricordo le parole di Antonio che mi disse, sempre con il suo fare estremamente operativo e pragmatico “Ricca’ se te serve ‘na mano partecipiamo volentieri al progetto”. Aprire vie di stampo sportivo in un luogo del genere poneva tuttavia alcune problematiche, prima di tutto quella ambientale. Quindi da subito abbiamo concordato che l’iter dovesse essere quello stabilito dalle leggi vigenti sia a livello comunale che del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. L’ASD RGS ha quindi fatto propria l’idea, finanziandola. Dopo esser stato redatto, il progetto ha seguito il regolare iter prima attraverso il Comune di Pietracamela e successivamente per il parere del Parco circa il disturbo che l’attività di arrampicata potesse arrecare alla fauna e flora presente. In quest’ultima fase un lavoro estremamente importante è stato svolto dal dott. Guido Morini (storico socio di RGS!!) che con passione e professionalità unica ha redatto lo studio di impatto ambientale, che tecnicamente si chiama “VINCA”. Ad un anno circa dalla presentazione dei documenti,  finalmente tutti i permessi sono stati rilasciati..siamo all’estate ormai agli sgoccioli, quella del 2021. 

Anche la fase operativa non è stata delle più banali, non fosse altro che non abbiamo potuto usufruire della cabinovia che da Prati di Tivo conduce alla “Madonnina”. Per dare alcuni numeri, solo il materiale d’armo pesava più di 30 kg., per non parlare di tutto il resto necessario ai lavori. 

Grazie al contributo sia di alcuni soci di RGS che di Simone “Zeta” Saccomandi, Leonardo, Antonio Patullo, abbiamo trasportato in quota tutto il necessario. I lavori sono potuti così iniziare, negli ultimi dieci giorni di agosto. Le giornate si sono svolte in maniera abbastanza intensa con lunghe permanenze in parete; in questo sono stato affiancato da Simone ed Antonio “Sacchetto” con cui ho condiviso la tracciatura e realizzazione di un po’ tutti gli itinerari. A supportarci energeticamente e moralmente ci ha pensato tutto lo staff del Rifugio Franchetti a cui ci siamo rivolti ogni qual volta cali glicemici o di idratazione (i famosi sali minerali..) si prospettavano all’orizzonte!

L’ultima “fatica” è stata il trasporto della bacheca descrittiva da valle fino al sentiero di accesso alla falesia: il merito va al solito gruppetto di RGS capitanati dal “Pres”. Per una giornata hanno indossato i panni di sherpa o muli (fate voi) terminando la missione con successo!  

Il sito di arrampicata attualmente conta 3 vie a più tiri (sviluppo 70m ciascuna) e 6 vie monotiro dai 20 ai 24m; le difficoltà sono contenute, 5c+ e 5a rispettivamente per le due tipologie. La chiodatura è ravvicinata a fittoni resinati inox della Vertical Evolution (con una particolare finitura mimetica per ridurre l’impatto visivo), le soste sono tutte con due punti collegati da catena (tranne sulla S1 di Bandiera Bianca). 

Il progetto si aggiunge al progetto Trad Climbing Flames (arrampicata trad alle Fiamme di Pietra) del 2019 e quello di ristrutturazione dei Diedri Lucchesi del 2020

La speranza è quella di aver dato un’opportunità di divertimento, crescita e lavoro a chiunque volesse coglierla.

I miei ringraziamenti personali:

ASD Respira Il Gran Sasso

Rifugio Franchetti (tutto lo staff)

Ente Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga

Comune di Pietracamela

Simone “Zeta” Saccomandi, Antonio “Sacchetto” Patullo, Guido Morini, Maura Bonaduce

Antonacci srl Campobasso per il supporto tecnico

Chi mi affianca tutti i giorni: Climbing TechnologyCampo Base Outdoor RomaGarmont

 

Riccardo Quaranta – Guida Alpina del Collegio Abruzzo

SCHEDA TECNICA e RELAZIONE VIE

Share

DIEDRO LUCCHESI di SINISTRA e DESTRA, RELAZIONI

SETTORE “FIAMME DI PIETRA” del CORNO PICCOLO, GRAN SASSO.

Relazioni aggiornate al settembre 2020.

 

DIEDRO LUCCHESI di DESTRA

Gianluigi Barbuscia, Sergio Lucchesi – Settembre 1957

70m, IV+ max, R2, II. 

Attacco: dalla “Normale” al Campanile Livia, poco più in basso di un evidente diedro-camino. 

L1, 25m, III+/IV-. Si risalgono dei facili gradoni che conducono alla base di un canalino (1ch.) che successivamente diventa camino. Si perviene ad un comodo terrazzo dove si sosta. Sosta su due fittoni resinati sulla sx.  

L2, 30m, IV+. Dalla sosta leggermente a dx a prendere due fessure parallele (1ch) che conducono ad un comodo terrazzo (vari ch. di sosta); da questo ci si porta leggermente a sx su placca (se si continua lungo la fessura sopra al terrazzo il grado è V/V+) per poi rientrare a dx e raggiungere un altro comodo terrazzo. Sosta su due fittoni resinati.

L3, 15m, IV+. Dritti con bella arrampicata in diedro-fessura (1ch) su roccia ottima si esce su comoda cengia in cresta. Sosta su due fittoni resinati. 

DISCESA. Due possibilità: 

  1. in doppia lungo la via di salita, sufficiente una corda singola da 50m (prestare attenzione, siamo “al pelo”..) 
  2. b) dalla S3 ci si abbassa a prendere l’ultima sosta del “Diedro Lucchesi di sinistra”; da questa con una doppia da 25m si perviene al forcellino che divide il Campanile Livia dalla Punta dei Due; da qui con un’altra doppia di 25m ci si cala lungo la “Normale al Campanile Livia” superando così il suo tratto più impegnativo. A piedi, sempre lungo la Normale, si rientra alla base della parete sul sentiero che conduce alla Sella dei due Corni.  

 

DIEDRO LUCCHESI di SINISTRA

Gianluigi Barbuscia, Sergio Lucchesi – Settembre 1957

90m, IV+ max, R2, II.

Attacco: dall’inizio della “Normale al Campanile Livia” si prosegue una ventina di metri lungo il sentiero che conduce alla ferrata Danesi. Subito dopo aver aggirato in discesa un grande masso, ci si porta alla base di una placca compatta, bordata a dx da un diedrino e a sx da una fessura.

L1, 40m, IV+. Si prende la fessura (passo di IV+, friend), poi su terreno più facile in leggero obliquo a sx (ch) si incrocia la “Normale al campanile”. Si prende una placca e poi un diedro-rampa obliquo a sx al termine del quale si sosta. Sosta su due fittoni resinati sulla sx. In alternativa si può saltare la parte iniziale più difficile di questo tiro partendo dalla “Normale”.

L2, 22m, IV+. Leggermente a dx a prendere una fessura obliqua (consigliato stare in placca sul lato sx), la si sale con bella ed esposta arrampicata; si entra poi in un diedro via via più verticale (passi di IV+) e si esce su terrazzo. Sosta su due fittoni resinati. 

L3, 28m, IV. Si sale il diedro soprastante (ch), da un terrazzo si prende un diedro obliquo a sinistra (ch.), qualche metro prima del termine lo si abbandona per una placca ammanigliata a sx. Si esce su comodo terrazzo. Sosta su due fix con anello di calata. 

DISCESA. Due possibilità: 

  1. in doppia lungo la via di salita dalla S3 alla S2, dalla S2 alla S1, da quest’ultima alla intersezione con la “Normale”. In questo caso sufficiente una corda singola da 50m (prestare attenzione, siamo “al pelo”..) 
  2. b) dalla S3 con una doppia da 25m si perviene al forcellino che divide il Campanile Livia dalla Punta dei Due; da qui con un’altra doppia di 25m ci si cala lungo la “Normale al Campanile Livia” superando così il suo tratto più impegnativo. A piedi, sempre lungo la Normale, si rientra alla base della parete sul sentiero che conduce alla Sella dei due Corni.  

MATERIALE n.d.a, serie di friend dal grigio al giallo BD. 

Share

Via Chiaraviglio – Berthelet al Corno Piccolo, Gran Sasso

Oggi giornata di pioggia, ne approfitto per montare qualche video realizzato durante questa stagione alpinistica così intensa. Estate 2020,  8 agosto.. tuttavia le condizioni, come si potrà vedere, non erano affatto estive. Ma avendo al seguito due tipi tosti come Lorenzo e Giuseppe, ce la siamo goduta lo stesso. Resta un itinerario storico e da non mancare sul Corno Piccolo.

Grazie a Garmont (le Dragontail LT si comportano ottimamente su questi terreni), Climbing Technology e Campo Base Roma per supporto nel mio lavoro come nella mia passione.

 

Share

Falesia di Villa Santa Maria

Villa Santa Maria è un paese della provincia di Chieti in Abruzzo ed è situato nella Valle del Sangro. Famoso per la sua tradizione culinaria, è altrettanto caratterizzato da alte e verticali pareti che ne dominano l’abitato. Proprio per valorizzare tale peculiarità, da qualche anno sono stati inaugurati due settori di arrampicata con il fine di incentivare la pratica di questa attività e di creare un piccolo indotto per le attività commerciali della zona.

Il settore nel borgo di Villa Santa Maria

Decido quindi di farci un salto in un solare sabato di fine maggio con un gruppetto di allievi appena usciti da un corso di arrampicata sportiva. Per me rappresentava una novità ma sapevo che nel settore nel paese c’erano vie “tranquille”. Infatti i settori attrezzati sono due, uno proprio interno al centro abitato, l’altro appena al di fuori, sulle verticali pareti che lo dominano. Per entrambi si posteggia nel medesimo luogo (in fondo trovate una breve descrizione del settore e del suo accesso).

Pasquale toglie un po’ di ruggine dopo la pausa invernale

Ora qualche considerazione. Per quanto riguarda le vie che abbiamo potuto provare, quindi quelle proprio all’interno del paese, l’impressione è positiva. In Molise abbiamo un altro esempio di paese in cui si arrampica proprio dentro il borgo, ed è Pescopennataro. Si tratta sempre di situazioni caratteristiche, piacevoli per chi voglia anche approfittarne per scoprire borghi che altrimenti resterebbero sostanzialmente sconosciuti. La comoda base si presta a portare anche bambini che magari possono giocare comodamente o familiarizzare con gatti e cani del vicinato! Spesso sono realtà che conservano un grande fascino e che hanno bisogno di interventi di valorizzazione affinché continuino a vivere e non si spopolino.

Elio lanciatissimo verso questa nuova disciplina!

Le vie in questione sono gradevoli, chiodate a misura di neofita, con i passi difficili tutti azzerabili. Inoltre una catena orizzontale collega tutte le soste di modo che ci si possa spostare da una via a quella contigua, avendo la possibilità di provarla prima da secondi. Pazienza per un po’ di cemento che si trova lungo i tiri, dobbiamo sempre considerare che sono tutte pareti consolidate da interventi precedenti che hanno il fine di evitare che pezzi o blocchi di roccia cadano sulle case sottostanti.

Al termine della giornata per curiosità siamo andati a visitare il settore “alto”, quello per intenderci con le vie multipitch, al fine magari di tornarci un’altra volta per provare gli itinerari. L’impressione avuta, sinceramente, è di un posto che richiede ancora molto lavoro. Non solo per l’abbondante vegetazione presente in parete, ma anche perché la base della stessa non è affatto sistemata ed è davvero difficile trovare un posto dove poggiare il materiale e fare sicura con un minimo di tranquillità. Le piante stanno riprendendo il sopravvento anche alla base e credo che a breve sarà difficile proprio accederci se non si interverrà.

 

Inoltre se alla base dei delle vie del centro si trovano almeno i gradi scritti, per il settore alto non c’è alcuna indicazione ne’ sulla difficoltà ne’ sullo sviluppo dell’itinerario. Ma all’attacco del sentiero c’è una tabella con tutte le norme di comportamento…

Regolamento nei pressi del parcheggio

Insomma io credo che l’idea di fondo complessiva sia buona, ma che ci sia ancora tanto lavoro da fare perché la parete diventi davvero frequentata e si raggiunga lo scopo della promozione turistica. Lavoro che è necessario non solo per la sistemazione e la pulizia degli itinerari, ma anche nella divulgazione di informazioni fondamentali come numero, lunghezza e difficoltà delle vie realizzate, sia attraverso cartelli che mediante guide da mettere in rete.

FALESIA VILLA SANTA MARIA (Settore all’interno del paese)

Accesso

Raggiungere l’abitato di Villa S. Maria e dirigersi verso il centro, percorrere via Roma e dopo qualche centinaio di metri prendere un tornante a sx che conduce su via Fontana. Da questa proseguire sempre dritti, raggiungere via Torretta e parcheggiare prima che la strada entri nel borgo. Coordinate parcheggio

Avvicinamento

Al settore alto si accede mediante un varco tra le reti para massi e con ripido sentiero in 5′ si è alla base. Per il settore all’interno del paese proseguire lungo via Torretta, entrare nel centro abitato e dopo 5′ si raggiunge un piccolo slargo con le vie sulla dx.

Esposizione: EST

Vie

Tutte le vie hanno sosta con moschettone di calata.

Partendo da sx:

  1. 5b+, 20m
  2. 5c, 20m
  3. 6a, 20m
  4. 5b+, 20m
  5. 5c+, 20m
  6. 5a, 12m

 

 

 

 

 

 

Share