Canale “Cambiamenti Climatici” Anticima N Monte Miletto – Monti del Matese

Quella che si sta concludendo passerà alla storia come una delle peggiori stagioni invernali che l’Italia abbia vissuto. Ma il peggio potrebbe dover ancora arrivare, di questo sono purtroppo convinto; abbiamo superato il punto di non ritorno e il riscaldamento globale è una realtà sotto gli occhi di tutti. Nonostante ciò qualcuno continua ancora a negare dati oggettivamente ineludibili, negare stravolgimenti di temperature e precipitazioni modificate radicalmente nel solo giro di una decina di anni. Da amanti della montagna guardiamo cime spoglie e prati in quota aridi, dove solo pochi anni fa, nel medesimo periodo, il bianco la faceva da padrone. Usciamo dai nostri interessi, che siano essi di passione, di lavoro, o entrambi come nel caso di chi scrive; riflettiamo in modo globale, pensiamo che stiamo perdendo una delle risorse principali, l’acqua. Pensiamo che le future generazioni, ma già banalmente un adolescente attuale, non vedrà più paesaggi che fino a 15-20 anni fa’ sono stati la quotidianità per chi viveva o andava in montagna. Cancellati, per sempre. Ed oltre a pensare, agiamo. Agiamo nelle nostre scelte quotidiane, nel preservare tutto ciò che la natura ci ha donato; agiamo nei consumi, riducendoli. Partiamo da quello che possiamo fare nel nostro quotidiano, anche se poco, agiamo nel rispetto e in un’ottica di preservare quel poco che resta.

L’itinerario che vado a descrivere è un urlo disperato della montagna. Perché sostanzialmente non esisteva, non era altro che un pendio nevoso, dove la dama bianca, già in stagione non troppo inoltrata, colmava i salti più ripidi, uniformando tutto. Tanto che a memoria ricordo tracce di sci scesi per quel canale. Oggi quel canale è “sbarrato” alla base da un muretto di una decina di metri, poco meno che verticali: la neve ha lasciato posto alla roccia. Come ogni colatoio che si rispetti, con giuste condizioni, quel muro si riveste di ghiaccio, così come l’ho trovato io la giornata che ho deciso di salirlo slegato. Niente di nuovo quindi, nessuna apertura, solo la montagna messa – ahimè –  tristemente a nudo. Il piacere che la scalata mi ha dato è stato costantemente intriso di una vena malinconica, che mi ha accompagnato fino in cima, ed ancora in auto rientrando a casa.

Sia un monito per tutti noi: a volte possiamo scalare su ferite di cui le “nostre” cime farebbero sicuramente a meno.

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Il muretto iniziale, nel giorno della rp solitaria

 

Prospettiva sempre del primo tiro

 

In calata dalla seconda sosta per valutare la lunghezza del primo tiro

 

La parte alta del canale “Cambiamenti Climatici”

 

Cambiamenti climatici

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“Back in black” nuova via invernale allo Sperone Franchetti – Gran Sasso

Visto che in diversi mi stanno scrivendo per avere info su questa linea aperta nel Vallone delle Cornacchie, sullo Sperone Franchetti, nel cuore del Gran Sasso, scrivo qui una veloce relazione.

Si tratta di un couloir che delimita a sx lo sperone su cui sono state tracciate le vie estive. Ben visibile già dal parcheggio di Cima Alta con un buon binocolo per accertarsi delle condizioni. L’itinerario è facile e godibile; con assenza o poca neve durante l’avvicinamento diviene ancora più piacevole e può nel caso essere abbinato ad una salita più lunga ed impegnativa se resta tempo. Spunta proprio a ridosso dei nuovi bagni del rifugio Franchetti ed è possibile facilmente reperire la sosta se ci si vuole calare alla base (sufficienti due doppie, la prima da 40m e la seconda da 60m). Nella relazione descrivo l’accesso dal basso.

Prestare molta attenzione alla stabilità del manto alla base dello sperone, nonché ad accidentali scivolate perché ci si ritroverebbe direttamente sull’A24 …

 

“BACK in BLACK” 100 m, AI 2+, M3, II (AD+/D-)

Sperone Franchetti, Vallone delle Cornacchie, Gran Sasso

Riccardo Quaranta e Francesco Del Vecchio dal basso il 6/1/2023

Prima Rp S. Mazzolini, D. Donini & Co. il 8/1/2023

 

ACCESSO

Come per le vie estive ma al cippo di cemento traversare decisamente a sx, in discesa, per portarsi alla base della parete sottostante (prestare attenzione co terreno particolarmente ghiacciato). Individuare una rampa di AI che sale in diagonale verso dx verso un evidente colatoio.

L1, 60m, AI 2+ e 60°

Salire la rampa al termine della quale c’è un fix, poi dritti per una bellissimo tratto di alpine ice (sottile) fino ad una zona più pianeggiante; proseguire dritti su pendio più facile, bordato da rocce a dx (friend) al termine del quale si traversa a sx e si sosta comodamente. Sosta su fix inox 8mm e maglia di calata.

L2, 40m, AI2, M3 e 60°

Ci si porta a dx su ghiaccio sottile, poi dritti verso un piccolo bombamento che si supera con divertente passaggio di misto (M3), poi lungo il canale nevoso a reperire la sosta sulla sx (2 fix con cordone, fin qui 40m) o direttamente alla staccionata del rifugio con altri 15 m circa.

DISCESA

A piedi lungo il sentiero di accesso al rifugio Franchetti.

MATERIALE

Corda da 60m, ganci da ghiaccio, scelta di friend dal grigio al rosso BD, scelta di dadi; chiodi da ghiaccio sostanzialmente inutili essendo il ghiaccio abbastanza sottile e comunque possibilità buone di proteggersi su roccia.

Grazie a Francesco per aver condiviso con me in spensieratezza questa salita.

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

 

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Speciale VACANZE di NATALE 2022-’23

Ecco un po’ di proposte per il periodo natalizio.. da non dimenticare che è sempre possibile regalare un’esperienza con la guida a chi desideriamo! Per le altre attività programmate si veda il calendario inverno 2023

26/12 Ice for children

Uscita di mezza giornata dedicata alla conoscenza della montagna invernale da parte dei più giovani. E’ infatti riservata a ragazzi e ragazze dai 12 ai 18 anni con una buona preparazione fisica.

Dove: Molise o Abruzzo (in base alle condizioni nivo/meteo)
Materiale: fornito (piccozza e ramponi)
Costo: 70 euro/persona (min 3 max 5 persone)
Durata: mattina fino ad ora di pranzo

3/1 Ice & Rock

Uscita che unisce due mondi apparentemente distanti ma in fin dei conti si tratta dello stesso gesto. Quindi arrampicata con piccozza e ramponi la mattina e nel pomeriggio via di più tiri su roccia!

Dove: Molise, Campitello Matese e Rocca di Oratino
Materiale: eventualmente fornito
Costo: 100 euro/persona (3 persone)
Durata: intera giornata

4/1 Rock & Sea

Via di più tiri a picco sul mare! E’ necessario saper arrampicare su vie in falesia da secondi di 5b/c ed avere una buona confidenza con vuoto ed esposizione.

Dove: Lazio, Gaeta
Materiale: fornito
Costo: 140 euro/persona (2 persone)
Durata: mattina fino al primo pomeriggio

6/1 Esperienza con piccozza e ramponi

Per chi volesse avvicinarsi per la prima volta all’uso di piccozza e ramponi, questa è l’occasione buona. All’interno di una facile gita sarà mostrato l’uso di piccozza e ramponi con le varie tecniche (“cramponage”)

Dove: Molise o Abruzzo (in base alle condizioni nivo/meteo)
Materiale: fornito (piccozza e ramponi)
Costo: 80 euro/persona (min 4 max 6 persone)
Durata: mattina fino al primo pomeriggio

7/1 Mixing at the moonlight!

Esperienza di salita di una via di misto ma… al chiaro di luna! Necessaria una minima esperienza pregressa nell’uso di piccozza e ramponi su terreno classico.

Dove: Molise
Materiale: personale, compreso di lampada frontale
Costo: 170 euro/persona (2 persone max)
Durata: serata fino alle 22:00 circa

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  • 1 rp
  • avvicinamento durante una giornata di apertura
  • avvicinamento il giorno della 1 rp
  • fessura strapiombante 1 rp
  • freddo in parete
  • in apertura
  • in apertura autoassicurato
  • in vetta prima rp
  • l'inizio del liscio diedro
  • la piramide prima rp
  • la scozia prima rp
  • DCIM101GOPRO
  • liscio diedro 2 prima rp
  • liscio diedro prima rp
  • DCIM101GOPRO
  • liscio diedro, prima rp - foto m di chiro
  • Michele durante la prima rp
  • DCIM101GOPRO
  • traverso inverso prima rp
  • tracciato brave new world

“BRAVE NEW WORLD” – Nuova via alla Grotta delle Ciaole, Matese

Brave New World – Monte Croce Matese 

È la lunga storia di un sogno che finalmente si è realizzato. Fin qui niente di nuovo per tutti quelli, come me, che ancora si entusiasmano a tracciare linee mentali su pareti di roccia e ghiaccio. Forse il “viaggio” in questo caso è stato ancora più affascinante di quello che avevo semplicemente immaginato. Non è stato un viaggio facile, per tanti motivi e a dire il vero non sono mancati momenti di sconforto, momenti in cui mi sono sentito piccolo ed inconcludente nei confronti del mio sogno. Giornate in cui sembrava remasse tutto contro. 

La storia di questa linea inizia con la storia di un’altra via, “Learning to fly”. Era il gennaio del 2014 e con Michele aprimmo tre tiri di “Learning”, dal basso. Questi presentavano difficoltà costantemente crescenti (non che avessi dubbi), ma alla roccia molto strapiombante nel terzo tiro si univa anche una carenza di appigli.. tutto diventava aleatorio. L’idea di vincere, con difficoltà umane, la parete che sovrasta la “Grotta delle Ciaole” subì dunque un brusco arresto. Tuttavia non mi ero mai rassegnato: ogni volta che passavo da quelle parti, come un bambino col naso spiaccicato contro la vetrina del negozio di giocattoli, mi fermavo a cercare un’idea, una soluzione  che mi portasse fuori da tanto vuoto strapiombante per attaccare la parte più “umana” di parete. 

La lampadina si accese quando aprii la mente ad una linea che non fosse una goccia d’acqua, bensì qualcosa che cercasse il meno difficile in quel mare di vuoto. Dalla S2 di Learning parte una stretta cengia verso dx che conduce ad un netto diedro al centro della parete. Quella poteva essere la chiave di tutto, quantomeno di accesso al diedro. Affiancato da Laura aprii quello che ho poi ribattezzato il tiro del “traverso inverso” ed anche la prima parte del “liscio diedro”. Tutto questo senza farci mancare giornate buttate al vento, come quella in cui dopo aver risalito i primi tiri, la parete inizio’ a colare acqua ovunque, costringendoci ad una mesta ritirata. O quella in cui la corda fissa lasciata era diventata un fuso di ghiaccio di 10 cm di diametro.. Insomma mai una gioia, sembrava. Il pensiero era sempre li, tanto che il “Liscio diedro” lo terminai in solitaria ed anche i tiri successivi, tra l’altro questi ultimi anche in libera. 

Mancava la ciliegina sulla torta, la prima ripetizione; ma volevo che fosse una ripetizione speciale, che desse risalto alla cima a cui la parete appartiene: Monte Croce (o Cima Croce). Vetta questa molto poco frequentata ma che, proprio per questo, ha un fascino particolare. La prima ripetizione è stato un viaggio nel viaggio, una giornata dalle emozioni fortissime per me, sensazioni difficili da trascrivere. Tanto lavoro e dedizione hanno trovato realizzazione in una giornata serena, di sole in cui la montagna ci ha fatto dimenticare il tanto freddo patito in parete (per me) e sulle soste (per i miei compagni) durante le tante giornate di apertura. 

Spuntando sulla vetta abbiamo trovato ad accoglierci un nuovo mondo bellissimo; alle spalle avevamo lasciato un segno che credo possa rappresentare una nuova concezione di scalata per il nostro territorio. Un punto di inizio, affatto un punto di fine. 

Grazie a Laura D’Alessandro e a Michele Di Chiro per avermi assecondato ed affiancato in questo splendido sogno realizzato. 

Grazie a Climbing Technology, Garmont e Campo Base Outdoor Roma per il continuo supporto.

Riccardo Quaranta Guida Alpina UIAGM

 

RELAZIONE

M. Croce Matese (1957m), parete N

BRAVE NEW WORLD (M8, WI5+/6, 5c, A1, ED+; 260m + 200m ca. fino in vetta)

Aperta dal basso in più riprese tra il 2019 ed il 2021; 1° tiro da R. Quaranta e M. Di Chiro; 2° e 3° tiro da R. Quaranta e L. D’Alessandro; i restanti tiri da R. Quaranta in solitaria e libera. 

I RP integrale (fino in cima a M. Croce) con la libera di tutti i tiri eccetto il 3°: R. Quaranta e M. Di Chiro il 25/3/2021

Itinerario tecnicamente difficile, difficile da trovare in condizioni; combina la visione moderna del dry-tooling con il misto moderno fino al misto classico. La via può essere suddivisa in una prima parte, che racchiude le difficoltà più elevate (ma ampiamente confortate dall’uso di fix) ad una seconda parte più squisitamente “classica”, dove torna fondamentale saper proteggersi e destreggiarsi su terreni di memoria “scozzese”. La ripetizione integrale diventa quindi una salita completa, in un ambiente che si fa man mano più selvaggio; da non sottovalutare la discesa, sia per problemi di orientamento nel caso di ridotta visibilità sia per le condizioni del manto nevoso. 

I tiri sono stati tutti liberati tranne il tiro del “Liscio diedro” che presentava ghiaccio estremamente sottile viste le condizioni “magre”; ciò ha costretto all’uso dell’artificiale nel tratto centrale della lunghezza, ma in condizioni migliori si spera sia percorribile in libera.

Materiale: almeno 12 rinvii, 1-2 chiodi da ghiaccio corti, 1-2 ganci da misto, friend medio-grandi, n.d.a.

ACCESSO

Dalla stazione sciistica di Campitello Matese reperire il sentiero che dall’arrivo dello ski-lift “San Nicola” conduce alla Grotta delle Ciaole (bolli di vernice diradati sugli alberi). 20’-1h a seconda dell’innevamento. Prestare attenzione all’ultimo tratto dell’avvicinamento, quando si esce dal bosco: valutare la stabilità del manto nevoso!

L1 : (WI 5, M8, 25 m. tiro della “Fessura strapiombante”) Attaccare circa 15 m a sx dell’entrata della grotta, in corrispondenza di un diedro strapiombante obliquo (spit) con ghiaccio sulla dx; seguire il diedrino fessurato (fix) fino ad una piccola cengia, sulla dx, dove è posta la sosta per la moulinette. Da questa attaccare l’evidente fessura appena a sx (clessidra con cordino in kevlar lasciato), seguendola con arrampicata molto fisica fino a raggiungere gli spit, superare il termine della fessura (passo chiave) e sostare. Sosta su due fix collegati.

L2 (5c ed M6+, 15m. Tiro del “Traverso inverso”): Con un primo passaggio boulderoso salire e superare la prima protezione, poi in traverso orizzontale verso dx (tralasciare le protezioni sopra la testa che sono di “Learning to fly”) che consiglio di affrontare senza picche fino ad una sosta; superarla con passaggio aleatorio (passo chiave) per guadagnare una nicchia e da questa con un ultimo passaggio tecnico raggiungere la sosta su massi incastrati. Sosta su due fix collegati.

L3 (WI 5+/6, M7 e X, A1, 25m. Tiro del “Liscio diedro”): Dalla sosta ancora in traverso verso dx ad agganciare il freestanding, risalirlo con arrampicata spettacolare ed esposta fino ad entrare in un netto diedro. Superare una sosta ed affrontare la prima parte del diedro generalmente con buon ghiaccio; superare un primo passaggio strapiombante che immette nella parte alta e liscia del diedro. Superarla con arrampicata super tecnica (A1 in caso di ghiaccio estremamente sottile). Quasi alla fine del diedro spostarsi un metro a sx su ciuffi di erba e muschi, poi nuovamente dritti. Superare un ultimo passaggio strapiombante e sostare comodamente in una nicchia. Sosta su due fix collegati. 

L4 (M6+/7, 25m. Tiro “Verso la luce”): Dalla sosta a sx con un 2-3 passaggi non banali riprendere un sidro fessura con erba e muschio ghiacciati (passo chiave), superare un bombè che immette su un pendio a 70°. Da qui leggermente a dx a prendere una larga fessura intasata di ghiaccio. Risalirla con bella arrampicata mai sostenuta fino ad un pendio con rocce sulla sx su cui si sosta. Sosta su due fix collegati.

L5 (M5, 40m. Tiro “La Scozia”): da S4 salire il pendio puntando ad una specie di goulotte, attaccarla (passo chiave) e seguirla puntando ad un tetto roccioso leggermente a sx. Da questo (fix) a dx a riprendere la goulotte che si fa più incassata. Superare una sosta sulla sx (da qui ci si cala se non si vuole terminare la salita), passare accanto ad un albero ed infine leggermente a sx verso delle rocce affioranti, poco sotto un pendio nevoso, dove si sosta. Sosta su due fix da collegare. 

L6 ( 50° con passo a 70°, 50m. Tiro di collegamento): Dalla sosta a sx, superare un tratto più verticale che immette su un pendio. Percorrerlo puntando ad una aretina con forma vagamente piramidale e sostare sul lato dx. Sosta da attrezzare.

L7 (M4 e 60°, 40m. Tiro “La piramide”). Dalla S6 ci si sposta a sx e si attacca la parte centrale della parete che presenta una sorta di diedro/goulotte molto aperta; la si sale, si supera una costola rocciosa sulla sx (possibilità di proteggersi) e poi dritti su una crestina dove si sosta. Sosta da attrezzare. 

L8 (50° e misto facile, 40m. Tiro “La cresta”). Si prosegue su una crestina rocciosa appena accennata con difficoltà sempre minori fino ad un grande masso isolato, all’inizio di un ampio pendio nevoso, su cui si sosta. 

Da qui con altri 200 m di dislivello, seguendo prima il pendio poi una crestina leggermente a sx si perviene alla cima di M. Croce Matese. 

DISCESA

Dalla cima di M. Croce Matese ci si sposta in cresta verso est fino a raggiungere l’ampio e concavo pendio della parete est. La si discende tenendosi sul margine sx (faccia a valle) del pendio nevoso (prestare attenzione alla stabilità del manto). Si raggiunge il bosco ed in diagonale verso sx, evitando dei salti rocciosi, si riprende il sentiero di accesso alla Grotta delle Ciaole, non lontano dall’arrivo dello ski-lift “San Nicola”. 

 

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Battle Hymn – Inno di Battaglia, M. Croce Matese – Relazione

Questo inverno non ci possiamo lamentare: iniziato come da anni non si vedeva..infatti eravamo ancora nel 2020 e qualche ulteriore novità ce la doveva riservare. Non male comunque, quindi, per gli amanti della neve e del ghiaccio. Nel gruppo del Matese già da dicembre 2020 si sono potuti salire diversi itinerari sia classici che più moderni, segno di condizioni già più che buone.

Soliti giri quindi con il naso all’insù per cercare di capire dove potersi divertire magari salendo qualcosa di nuovo. 

Rientro da una due giorni in zona Sperlonga per lavoro e subito il giorno successivo sono in giro di perlustrazione insieme a Michele (“Slot” per gli amici). Visto che in alto c’è già nebbia, decidiamo di vedere la situazione alla Grotta delle Ciaole, altro luogo culto per gli amanti del ghiaccio/misto/dry matesino. Per fortuna avvicinamento su fondo duro, che goduria…ogni volta che si esce dal boschetto e la parete si palesa, per me è come grattare un “gratta e vinci”. C’è sempre emozione, c’è sempre la foga di sapere come stanno le “classiche” (in realtà qui di vie classiche in senso alpinistico ce ne sono un paio al massimo…sic) Dato uno sguardo generale, mi cade l’occhio su una bella linea accanto a “The talisman”, via che ho aperto anni addietro. Sembra un giusto compromesso tra ghiaccio, roccia e impegno atletico.. Finiamo il giro di perlustrazione e saliamo alla fine “Spyroid”, che regala sempre belle emozioni (e mutande parzialmente colorate..).

Dopo un paio di giorni siamo alla base, armati di tutto punto per aprire la linea che avevo osservato. A noi si è unito anche Antonio, in arte “Sacchetto”, per lui si tratta della prima apertura di una via di misto. La costante della giornata sarà un freddo micidiale, visto che partiamo dal parcheggio con – 5 °C e vento sostenuto da N. Ovviamente la parete dove ci troviamo è esposta a N. Attacco la linea di ghiaccio con ottimismo, ma alla fine la situazione è peggiore di quanto avessi immaginato visto che in alcuni tratti il ghiaccio è staccato totalmente dalla base (probabile effetto della pioggia dei giorni precedenti). Quindi si succedono i “crock”, come se stessi scalando su una parete di patatine fritte..e tutto ciò non mi rende affatto tranquillo. Sarà anche per questo che dopo nemmeno 5-6 m e il primo fix messo, mi arriva una bollita epica e..blasfema. Intanto più si sale e più il venticello aumenta. Mi porto sotto quello che sarà il tratto chiave della via, ma decido di recuperare i miei compagni, per evitare che congelino del tutto. Attrezzo una sosta che sarà solo provvisoria per l’apertura e li recupero. Il morale sembra buono, come i processi di congelamento in atto (sorrido ripensandoci..). Riparto con un bel runout dalla sosta, passo a 95° non protetto (pur volendo non si metteva niente), quindi stringo i denti e continuo.

Uno dei passi chiave della via, su L1.

Finalmente riesco a proteggere in maniera a discreta e poter mettere l’ultimo fix di progressione che mi resta. 

Anche mettere la sosta definitiva di questo primo tiro non è facile, ma alla fine riesco e posso finalmente dare l’ok ai miei compagni per recuperarli. La novità è che entrambi hanno deciso di scalare con il piumino..cosa che non è mai accaduta; in particolare Michele di piumini addosso ne ha due..tanto per dare un’idea sulla temperatura. Dal canto mio, mentre li recupero, bevo tè caldo e indosso anche io il piumino, con cui concluderò poi tutta la scalata.   

Il secondo tiro si apre con un traverso a piombo come  un muro di cemento, una serie di passi tecnici per aggirare uno spuntone di roccia e andare ad agganciare una lingua di ghiaccio (vista in realtà dal basso il giorno della perlustrazione). La verità è che quando riesco ad affacciarmi e vedere di persona la consistenza e cosa mi aspetta, beh confesso che non sono stato proprio entusiasta.

Terreno sempre con ghiaccio sottile e senza roccia dove proteggersi. Vabbè vado, ne uscirò anche questa volta..spero senza niente di rotto! Alla fine tiro salito quasi slegato, ad eccezione di un chiodo decente messo poco prima della sosta..mi viene in mente un ritornello cantato da un mio caro amico, sempre durante un’apertura..”comunque andare..”. Anche l’ultimo tiro, che doveva essere una passeggiata, nasconde l’insidia dell’erba non piccozzabile e di un sottile strato di ghiaccio non portante. Quindi sempre con attenzione e senza mai mollare la concentrazione arrivo al boschetto che è sopra la parete. Qui il vento è davvero intenso e con esso il freddo: gela tutto, geliamo noi, materiale compreso. Quindi via di corsa, doppie e scendiamo a temperature più ragionevoli.

E’ nata “Battle Hymn”, come al solito una bella lotta, lotta che per me significa sempre un onesto confronto con me stesso. Grazie ai miei compagni di salita, Sacchetto & Slot per il freddo condiviso! 

“Battle Hymn” – Inno di Battaglia  – M. Croce Matese. 100 m, TD/TD+, tratti a 90/95° 

Riccardo Quaranta, Michele Di Chiro, Antonio Patullo il 18/1/2020 dal basso.

ACCESSO GENERALE

Dalla località di Campitello Matese si segue l’accesso alla parete della Grotta delle Ciaole, per il quale si rimanda alle informazioni reperibili facilmente in internet o alla guida cartacea “Ghiaccio d’Appennino”.

Il settore è il primo che si incontra uscendo dal bosco, dove corre la via “The talisman”, sul margine sx della parete N di M. Croce Matese.

Rispetto a “The talisman”, l’attacco di “Battle Hymn” è circa 10-15 m a dx su un muro abbastanza verticale (spit visibile a 5m). Si veda anche la foto del tracciato.

ITINERARIO

L1 (40m, M5/M6, 3 spit)

Si attacca un muretto a 70°, si supera un tratto a 80° (fix) e poi più facilmente, in leggero diagonale a dx, ci si porta alla base di un camino appena accennato (fix). Da qui dritti con passo a 90-95°, poi in leggero traverso a sx. Di nuovo dritti (fix), a prendere una leggera diagonale a dx, puntando ad un evidente zona rocciosa con un piccolo sgrottamento. Sosta a fix.

L2 (25m, M5) 

Dalla scomoda S1 si traversa pressoché orizzontalmente a sx (passo a 90°, tecnico e delicato) ad agganciare una lingua di ghiaccio, erba gelata e roccia. Da qui dritti puntando ad una specie di tetto che sbarra la parete in alto: terreno sempre delicato con difficoltà nella protezione. Si perviene sotto il tettino dove si sosta. Sosta a fix. 

L3 (35m, M3/M4 ed erba gelata)

Dalla S2 in traverso a dx, si supera un tratto più verticale (70/75°) ma non difficile se in condizioni, poi dritti su terreno via via più appoggiato, puntando agli alberi al termine del pendio. Sosta su albero (cordone lasciato).

DISCESA

In doppia con mezze corde da 50m o 60m. Da S3 a S2 e da S2 a terra. 

MATERIALE

Ganci da misto (almeno 2-3), 1-2 viti da ghiaccio corte, chiodi da roccia, friend piccoli, n.d.a.

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Speciale vacanze di Natale 2019-’20

 

Martedì 24 dicembre 2019

Lezione di arrampicata su roccia – Liv. intermedio – Loc. Caprile (FR)

 

Venerdì 27 dicembre 2019

Lezione di introduzione allo scialpinismo – Majelletta

 

Sabato 28 e domenica 29 dicembre 2019

Corso base alpinismo invernale (Matese/Mainarde)

 

Lunedì 30 dicembre 2019

Esperienza di dry tooling ed arrampicata su misto – Matese

 

Martedì 31 dicembre 2019

Via di misto, livello intermedio/evoluto

 

Mercoledì 1 gennaio 2020

Attività su richiesta

 

Venerdì 3 gennaio 2020

Uscita alpinismo invernale, liv. intermedio/evoluto Mainarde

 

Sabato 4 gennaio 2020

Arrampicata multi pitch alla Rocca di Oratino (Oratino, CB)

 

Lunedì 6 gennaio

Attività su richiesta

 

BUONE FESTE!!

Riccardo Quaranta – Guida Alpina e Maestro di Alpinismo UIAGM

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Corso alpinismo invernale: il report

Mi piace scrivere un breve report del corso di alpinismo invernale di base svolto dal 3 al 5 febbraio nella cornice di Campitello Matese. L’appuntamento formativo si sarebbe dovuto svolgere presso il Rifugio del Monte nel comune di Fano Adriano; la situazione nivologica ci ha indotto a spostare la location scegliendo quella già menzionata.

In compagnia di Tonio, Elettra, Alessandro, Roberta e Valentina ho avuto il piacere di condividere 3 giorni intensi e spero formativi. Il meteo si è impegnato per benino a cercare di tenerci al chiuso, tuttavia siamo riusciti a trattare gran parte dei temi previsti.

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Durante la prima giornata abbiamo parlato di soste su roccia e gestione della sosta nella progressione a tiri di corda, concludendo con la progressione in conserva. Durante la mattinata l’esercitazione pratica si è svolta presso la piccola falesia del Canalone Ciampitti. Ad ora di pranzo, causa pioggia, ci siamo spostati all’interno del locale “Ciapin”, i cui gestori sono sempre disponibilissimi. Quindi al caldo della stufa abbiamo potuto proseguire lo svolgimento della fase didattica.

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Durante il secondo giorno abbiamo affrontato la tecnica personale nell’uso dei ramponi e della piccozza; inoltre ampio spazio è stato dato all’auto-arresto in caso di scivolata e all’arresto del compagno in caso di cordata a due componenti. Sul terreno di gioco si è potuto verificare la realizzazione di una sosta su neve e la sua tenuta. Il pomeriggio è stata la volta dell’importante tema dell’autosoccorso in valanga, con una bella scorrazzata alla ricerca del “sepolto” mediante ARTVA, pala e sonda.

Il terzo giorno è stato dedicato a mettere insieme i vari argomenti affrontati nei giorni precedenti attraverso una gita sul versante N del M. Gallinola: preparazione, controllo di gruppo degli apparecchi ARTVA, trasferimento, legatura in conserva; l’esperienza è stata resa abbastanza severa dal meteo che non ci ha risparmiato vento, nebbia e pioggia. Accanto al lato negativo ovviamente di non aver potuto protrarre la gita anche nel pomeriggio, abbiamo avuto l’opportunità di “testarci” nelle condizioni severe della montagna, quando anche aprire e chiudere un moschettone può diventare problematico.

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Desidero ringraziare tutti i partecipanti che hanno dimostrato tenacia e tanta voglia di imparare, rivolgendomi tante domande e quesiti a cui insieme abbiamo cercato di dare risposta.

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Inoltre un grande ringraziamento va al prestigioso marchio PETZL ed al punto vendita PASSAGGIO CHIAVE di Collecorvino (PE) che ci hanno dato la possibilità di testare tanti prodotti per l’alpinismo classico. Iniziando dalle piccozze, abbiamo testato il modello Glacier e la più tecnica Sum’Tec; per il reparto ramponi gli allievi hanno utilizzato tutti un classico “cavallo di battaglia”, il modello Vasak nelle versioni sia con attacco semi-automatico che universale.

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A concludere abbiamo potuto testare la polivalenza ancora difficilmente eguagliabile di un attrezzo che ha ormai fatto storia, il Reverso, arrivato alla sua quarta versione.

Alla prossima avventura!

Riccardo

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“SENZA OLIO DI PALMA”, Gallinola, Matese, Molise

Continua l’esplorazione del versante NE del M. Gallinola, Matese, a confine tra Campania e Molise. Una nuova linea tirata fuori al volo durante un veloce giro con Fabio, dopo aver ripetuto quella che si candida ad essere una classica della parete, “Per Elisa”.

“Senza olio di palma” corre a dx del “Canale di Estrema Destra” (C.E.D.), quindi ci troviamo nella parte iniziale del versante NE della Gallinola.

Via facile anche questa, si dirama dall’attacco del C.E.D. dirigendosi verso una crestina nella parte iniziale, che inizia con un netto pinnacolo roccioso. Al facile primo tiro (conserva), segue un divertente secondo tiro ed un breve terzo tiro (il più tecnico) che spunta in cresta, con un crescendo quindi di difficoltà e divertimento.

“SENZA OLIO DI PALMA”, 110m, AD, 70°, un tratto a 80° (evitabile)

Riccardo Quaranta e Fabio Madonna il 2/12/2016

Materiale: corda 60m, pecker, n.d.a.

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Via “Per Elisa” M. Gallinola – Matese

“Tra tanti sport che potevi scegliere… proprio l’arrampicata!?!?” Questa è stata l’unica frase che mia madre, la bellezza di 16-17 anni fa, mi ha detto esplicitamente circa la mia passione.

Beh di tempo ne è passato da quel giorno, in cui il mio zainetto (probabilmente il classico Invicta della scuola) era poggiato accanto alla porta della mia camera, con l’imbraco appena comprato a Roma…quello, insieme ad un po’ di acqua era il mio primo zaino “d’arrampicata”.

Oggi rientrando da questa ennesima piccola avventura sulle pareti di casa, rifletto che non ho mai dedicato alcun itinerario a lei e la coincidenza che sia il 28 gennaio, giorno del suo compleanno, può essere una buona occasione per farlo.

“Per Elisa” nasce in un inverno in cui temperature basse e neve si sono concesse molto raramente. Con innevamento maggiore le difficoltà possono variare, ma non sono mai elevate. Basta sapersi destreggiare con il misto-appenninico, versione “migliorata” (in quanto all’aspetto aleatorio) e rivista del famoso misto scozzese!

“Per Elisa”, 110 m  circa, AD+, 60-70° max, M3+. Parete N-E di M. Gallinola, Matese molisano.

Aperta da Riccardo Quaranta e Laura D’Alessandro il 28/1/2016. Nessun materiale in posto.

Materiale necessario per una ripetizione: corda da 50 m, piccozza, ramponi; friend medio piccoli, fettucce e cordini.

DISCESA: per il sentiero estivo di salita al M. Gallinola da Campitello Matese.

Per la relazione si vedano i tracciati nelle foto della gallery.

Bibliografia del massiccio: “Ghiaccio D’Appennino” ed. Versante Sud.

Per chi volesse ripetere queste ed altre vie di misto con una Guida Alpina o semplicemente avere info circa le condizioni, può contattarmi qui: info@riccardoclimbing.com

 

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