Accendo il pc per controllare come al solito le previsioni meteo, sempre più alla ricerca degli asterischi e simboli “meno” davanti alle indicazioni delle temperature. Credo che quest’anno sia stato l’appuntamento praticamente maniacale per tanti amanti della montagna invernale, della neve e del ghiaccio. Le previsioni meteo, di ogni forma, ma sperare ogni volta di vedere qualcosa che assomigliasse al freddo.
Con mio sommo stupore per la giornata del 7 gennaio le previsioni prevedono un brusco calo delle temperature, tanto che in zona M. Meta (gruppo delle Mainarde) sembra che le temperature non saliranno oltre lo zero. Beh, ricordando gli insegnamenti di una persona che è di sicuro tra i miei maestri “in inverno quando ci sono le condizioni molla tutto e vai”, decido di seguire in toto e ben volentieri il consiglio. Dove? A fare cosa? Per lavoro ho sotto controllo un po’ tutta l’area del Molise e vicino Abruzzo, quindi la mia scelta ricade proprio sul gruppo di Monte Meta.
Avevo notato, durante precedenti uscite, che in particolare l’anfiteatro di Monte Metuccia (2105 m slm) conserva sempre tanta neve, molto di più di tante altre zone aventi la stessa esposizione (N-NE) ed è ricco di pareti e pendii di varia inclinazione. Perché non andare a dare uno sguardo più da vicino? Quale occasione migliore per condividere un’altra giornata di sana montagna con Fabio, carissimo amico e compagno di tante avventure vissute da ragazzi?
L’indomani scendiamo dalla mia Clio bianca perfettamente mimetizzata nel bianco di Vallefiorita: è la prima volta quest’anno che “vedo” tanto freddo. La strada ghiacciata, la neve polverosa ed i raggi solari che ne esaltano la brillantezza, il tutto condito da un profondo silenzio. “What else” chiederebbe la pubblicità. Di buona lena saliamo lungo la faggeta che ci introduce nella Valle Pagana e per gli occhi è nuovamente gioia nel vedere quanto bianco e quanta neve nuova. L’eccitazione sale, chiedo a Fabio di scegliere una linea sul versante sinistro, lungo quell’anfiteatro di cui gli avevo accennato durante il viaggio. Con grande occhi nota un lungo e largo camino e mi suggerisce quella insieme ad altre linee. Ci avviciniamo e decidiamo di attaccare la prima sua idea. Non c’era dubbio sulle “condizioni”: neve portante lungo tutto l’avvicinamento e acqua ghiacciata nelle pozzanghere lungo il sentiero. Gli dico “oggi ci divertiamo”. Così è stato, a parte qualche problemino avuto da Fabio con un rampone e forse con il fatto che due picche in mano non le aveva mai manovrate.
Da anni vive all’estero lavorando come ricercatore universitario, quindi le occasioni per vedersi non sono tante. Il fatto di poter trascorrere una giornata (e che giornata!) insieme in montagna aggiunge ancora più valore alla nostra uscita. La via è piacevole, non difficile con un paio di passaggi che un altro maestro avrebbe etichettato come “simpatici”; ma niente paura, si trovano subito dopo solide soste a fix, quindi divertimento assicurato.
Usciamo dalla via e ci sediamo lungo il bordo della roccia, sul sentiero che da Passo dei Monaci conduce alla Metuccia..il sole splende e l’azzurro del cielo riempie il cuore. Tiro fuori il termos e una barretta, offrendo un po’ di the a Fabio… lui mi dice “Ric ce l’ho pure io il termos, ma non avevo nient’altro a casa se non la camomilla, quindi ho preparato quella”, “per essere belli reattivi” gli faccio eco io. Ridiamo di cuore entrambi; è proprio vero, per certi versi da quando eravamo ragazzi non è cambiato niente.
“CAMOMILLA”, 120 m circa, AD+, 50° e 60°, passi a 70°; anfiteatro della Metuccia, gruppo di Monte Meta, Mainarde. Riccardo Quaranta e Fabio del Sordo il 7/1/2016.
Si perviene alla prima sosta percorrendo un pendio a 30° ed avendo come riferimento l’ampio camino nettamente sbarrato a sx da roccia. Sosta su due fix (possono risultare coperti da neve a stagione inoltrata)
L1, 55m
Ci si sposta a dx e si entra nell’ampio canale (50°) fino ad una zona più verticale. Sosta su fix sulla sx (faccia a monte)
L2, 35 m
Si affronta il muretto poco sopra la sosta (70°) a volte con erba ghiacciata, poi il terreno diventa più facile (60°) e sempre più o meno dritti si punta ad un ampia cengia con un grande masso semi-isolato. Sosta su 2 fix.
L3, 35m
Dal grande masso ci si sposta a dx, poi dritti a cercare una piccola goulotte (60°), la si supera con bella arrampicata, sempre più o meno dritti ad una zona rocciosa ed infine in cresta. Sosta su spuntone da attrezzare.
Discesa: a piedi raggiungendo “Passo dei Monaci” e poi nuovamente lungo la Valle Pagana al sentiero che porta a Vallefiorita.
Foto mie e di Fabio del Sordo che ringrazio per avermi affiancato in questa splendida giornata.
Riccardo Quaranta
Guida Alpina UIAGM