“Ma non hai mai pensato di salire lungo quella bella cresta” mi scrisse un po’ di tempo fa Cristiano Iurisci… “in realtà la parte iniziale l’ho salita quando avevo 17-18 anni per attrezzare dei monotiri sportivi sulla parete nord ma non ho mai proseguito fino alla cima..” gli risposi io.
Quelle parole mi hanno fatto tornare la voglia di andare a rimettere il naso su un grosso roccione che tutti notano transitando sulla fondovalle del Biferno, in Molise, all’altezza dei borghi di Castropignano e Oratino. La “Rocca di Oratino”, questo il suo nome, è caratterizzata da una torre medioevale sulla sua cresta, costruzione restaurata prima che crollasse del tutto e che continua così a dominare la valle. Tutto il luogo ed il paesaggio circostante sono assai suggestivi, nonostante l’arteria stradale che scorre a poca distanza. E’ uno scorcio rappresentativo del Molise, con i suoi campi inframmezzati da boschi e da monoliti isolati (detti “morge”); qui e là sui rilievi sorgono piccoli borghi, generalmente caratteristici e ricchi di storiche costruzioni.
Dalla mia ultima vista su quella sezione di parete tanto era cambiato: la cresta rocciosa, scalata al tempo senza assicurazioni, era ricoperta da uno spesso cuscino di edera, almeno per i primi 15 m. Feci un timido tentativo di ripetere le “gesta” di un tempo, ritrovandomi presto impantanato in un mare..d’edera. Forse sarebbe stato meglio cambiare strategia.
Trascorsi i mesi estivi pieni di lavoro, mi sono deciso a tornare a far visita alla rocca ad inizio autunno ed in solitaria autoassicurato dal basso ho iniziato a risalire lo spigolo pulendolo man mano dalla vegetazione: mentre avanzavo di 30-40 cm alla volta, veniva fuori bella roccia, ricca di appigli, appoggi e possibilità di proteggersi. Il tutto è durato una buona mezza giornata, il tempo che è bastato a riempirmi di terra anche le mutande, ma soddisfatto avevo creato il corridoio di salita.
“Luigi che lavori anche il pomeriggio? Dai non puoi lavorare sempre…. “ più o meno questo è stato il tono con cui lo ho convinto ad accompagnarmi, inizialmente a scatola chiusa. “Oggi andiamo ad aprire una via…alla Rocca di Oratino, che è quella che hai visto salendo” mi affrettai a confessargli subito non appena parcheggiò. Così in un bel pomeriggio autunnale abbiamo vissuto questo piccolo viaggio tra luoghi e paesaggi familiari (per me), le emozioni della scoperta, una salita in relax tra chiacchiere, battute e silenzi.
Insomma allora questa via com’è..mi starà chiedendo il lettore!! E’ un itinerario semplice che tuttavia richiede capacità di saper affrontare vie alpinistiche in quanto, a parte una sosta, è tutto da proteggere/attrezzare. In questo spirito è stato aperto ed è stato lasciato, anche come terreno di allenamento per itinerari di questo genere in quota. Proteggersi è tuttavia sempre facile ed intuitivo, anche grazie alle molte clessidre presenti lungo i tiri.
L’ambiente tutt’attorno e la magia della Rocca meritano una visita, come una visita la meritano le tante falesie presenti nella zona (già recensite in diverse guide di arrampicata e che saranno presenti nella guida edita da Versante Sud in uscita per la primavera del 2019). Da non mancare un giro nel bellissimo paese di Oratino, con ottime possibilità di ristorazione o per una birra/gelato al volo.
RELAZIONE
CRESTA (Est) DELLA ROCCA DI ORATINO
100m circa, PD-, IV+ max; discesa per la cresta S, circa 300m, II max.
Primi salitori: sconosciuti
Prima ripetizione: R. Quaranta e L. Tagliaferri ottobre 2018
Tempo per la sola salita: 1 ora/1.30’; tempo complessivo: 2 ore/2.30’
Accesso
Da Campobasso seguire la strada provinciale 41 in direzione Oratino, prima di entrare nel paese prendere a sx in direzione “Fondovalle del Biferno”- Castropignano. Continuare a scendere per qualche chilometro finché apparirà la rocca con la caratteristica torre sommitale. La si raggiunge prendendo un bivio sulla dx, in corrispondenza di un vecchio ponte in disuso chiuso al traffico. Si sale per circa 6-700 m una ripida stradina asfaltata e si parcheggia in uno spiazzo sulla sx, accanto al muro di cinta di una villetta in pietra. Per chi proviene dalla Fondovalle del Biferno (SS 647) lasciarla in corrispondenza del bivio per Oratino, seguire le indicazioni per questo comune fino a giungere in prossimità di un ponte crollato; qui prendere a sx una ripida stradina asfaltata; si parcheggia in uno spiazzo sulla sx, accanto al muro di cinta di una villetta in pietra.
Avvicinamento
Si costeggiano degli scavi archeologici, tralasciando il sentiero che sale alla torre, poi per ampia mulattiera in discesa si perviene ad un casolare in pietra. Si prende una traccia di sentiero alle sue spalle, traccia che costeggia la parete E della “morgia”. In leggera discesa si perviene all’evidente attacco della cresta, in corrispondenza dell’inizio della verticale parete che ospita già vie di arrampicata sportiva; nome alla base. L’itinerario segue il bordo della cresta, dominando sempre la parete verticale di roccia alla sua dx.
Relazione
Percorso del tutto intuitivo ed obbligato che si tiene sulla cresta E con passaggi fino al IV+ max.
L1, 45m
Tiro recentemente modificato eliminando il passo di artificiale. Dal nome alla base in traverso ascendente verso dx (2 fix in posto, III) fino a portarsi sul margine della parete in cresta. Poi dritti con percorso obbligato; passi di III+, vari cordoni lungo il tiro. Sosta a fix alla base di una bella placca lavorata.
[VECCHIA RELAZIONE Si affrontano i primi 3 m in A0 usando il cordone in posto, poi sempre sul bordo della cresta con arrampicata facile (III e III+) fin dove la parete piega a sx e aumenta di inclinazione, vari cordoni lungo il tiro. Sosta a fix alla base di una bella placca lavorata.]
L2, 45m
Si traversa leggermente verso dx in direzione di un cordone su cl., si attacca la placca di roccia compatta, dritti a puntare una specie di tettino (IV+ non proteggibile), si affronta il tettino (IV) e si rimane sullo spigolo con aerea arrampicata fino ad una comoda cengia. Sosta su spuntone da attrezzare.
L3, 15m
Tiro spettacolare ed esposto: si punta ad un diedro rampa obliquo da sx verso dx (III+/IV), facilmente proteggibile fino a raggiungere la cima su ampia cengia. Sosta su spuntone da attrezzare.
Discesa (per la cresta S, II, tratti di III evitabili)
Giunti alla cima ci si dirige, sempre in cresta, in direzione della Torre. Si affronta quasi subito un tratto in leggera discesa su una placca (III, possibilità di proteggersi con cordoni su albero) fino alla sua base su una comoda cengia; è anche possibile evitare questo tratto di arrampicata, tenendosi alla sx (faccia a valle) del filo di cresta. Da qui, con percorso intuitivo, si percorre la cresta sempre più o meno sul filo; con un paio di passaggi di III facili ma molto esposti, si raggiunge la torre medioevale. Da qui un comodo sentiero riporta facilmente al parcheggio in 3-4’.
MATERIALE
N.D.A., utili friend dallo 0.5 al 2 BD.
Riccardo Quaranta GUIDA ALPINA UIAGM
GRAZIE A:
CLIMBING TECGNOLOGY – GARMONT – CAMPO BASE OUTDOOR ROMA – FRANCESCO GUERRA