“Spyroid” Grotta delle Ciaole (M. Croce Matese)

Prima ripetizione per questa via firmata Riccardo Quaranta e Dario D’Alessio aperta nel 2010 e ripetuta integralmente per la prima volta da Riccardo Quaranta e Laura D’Alessandro il 26/2/2019.

Si tirano ormai le somme di questa stagione invernale del 2019, un po’ come tutti gli anni ci si inizia a voltare indietro e vedere come è andata. Da un punto di vista climatico ormai il “global warming” è ineludibile ed anche le nostre attività di alpinismo ne risentono e non poco. Quindi ampio spazio al misto ed alle fughe nelle finestre temporali in cui le condizioni sono ok. Da far coincidere sempre con la disponibilità di tempo libero e compagno/a all’altezza.

Quest’anno mi sono voluto regalare questa prima ripetizione di questo itinerario aperto nel 2010 e che rappresenta uno dei percorsi più abbordabili dell’intera parete della “Grotta delle Ciaole”, nome con cui viene normalmente indicata l’intera parete N di M. Croce Matese, Roccamandolfi (IS). Ripercorrere quei ricordi a distanza di così tanti anni è stata un’esperienza bellissima che ho cercato di tradurre in immagini nel video che segue. In fondo riporto la relazione dell’itinerario. Buona montagna!

Il video della prima ripetizione di “Spyroid” Grotta delle Ciaole

RELAZIONE (dalla 1 rp)

“SPYROID” 200m c.ca TD, II+, AI 3+ Parete N M. Croce Matese (Grotta delle Ciaole)

R. Quaranta e D. D’Alessio il 23/3/2009 ed il 2/2/2010. I rp R. Quaranta e L. D’Alessandro il 26/2/2019

ACCESSO (indicazioni date sempre faccia a monte dove non specificato)

La Grotta delle Ciaole si raggiunge dal comprensorio sciistico di Campitello Matese, San Massimo (Campobasso). Raggiunto il parcheggio della stazione sciistica ci si dirige a piedi verso l’arrivo dell’impianto di risalita “S.Nicola”. Da questo inizia il sentiero estivo che conduce a M. Miletto e che parte in una faggeta appena sopra l’impianto descritto (segnaletica rada Cai sugli alberi). Dopo 20′ si esce fuori dal bosco e si può ammirare in tutta la sua bellezza la parete N. di M. Croce Matese. Si percorre la base del conoide di neve che è sotto la parete puntando al pilastro più marcato sul margine dx e prima di un evidente ed incassato canale che delimita la parete stessa sulla dx. Quando si arriva in corrispondenza del pilastro si inizia a salire (la grotta non è visibile se non all’ultimo) raggiungendo lo sgrottamento dove è possibile sostare e prepararsi. ATTENZIONE: tutto il pendio nevoso, dall’uscita del bosco all’attacco della parete, e mediamente per tutta la sua larghezza, è soggetto a rischio valanghe, pertanto bisogna valutare attentamente lo stato del manto prima di attraversarlo e salirlo.

ATTACCO

Dalla Grotta l’attacco è sito una ventina di metri a dx di un grosso diedro obliquo da sx verso dx; a volte è visibile anche uno spit alla base dove è possibile auto-assicurarsi prima di partire. NOTA: valutare se i pendii a dx del grande diedro hanno già scaricato (grande conoide alla base ed erba visibile in parete) altrimenti la salita è fortemente sconsigliata!

Attacco e primo tiro da S0 (spit ma non sempre scoperto da ghiaccio)

L1 (20-30m a seconda del conoide di neve alla base; 80° passo a 90°) : si sale la placca di AI con andamento ad “arco” restando sotto un tetto che piega da dx verso sx (vedere foto sopra), 80°; si perviene così a qualche metro del grande diedro che chiude la parete sulla sx; non lo si raggiunge ma si sale dritti (passo a 90° su misto o ghiaccio sottile, protezione distante) per raggiungere la nicchia sovrastante dove si sosta sotto un grande tetto. Sosta su due fix con maglie rapide da collegare

L2 (55m, 60°, passo a 90° oppure 70° su erba gelata) Da S1 si traversa a dx (fix con cordone) per qualche metro, poi dritti ad affrontare il diedro con asso di misto e AI a 90° (affrontato in apertura). Oppure, se i pendii a dx sono in condizione, continuare a traversare per qualche metro, poi salire (70°) e per erba gelata riavvicinarsi al diedro sulla sx. Superare una sosta a chiodi con cordino (sosta di abbandono di una ritirata) e continuare fino a dove la pendenza cala, appena prima di una specie di valletta, sostando sul diedro a sx. Sosta: 2 fix con maglie rapide da collegare.

L3 (60m, 60° e passo a 80°) Ora il diedro si apre e diventa vera e propria parete; continuare a costeggiarla salendo 15m di pendio di AI facile verso una strettoia (passo a 80°), poi nuovamente su facile pendio di AI fino quasi a termine corda. Sulle rocce a dx, generalmente fuori dalla neve), si sosta su 2 fix con golfari. Sosta: 2 fix con golfari da ferramenta

L4 (60m, 50° e 60°) Si riprende a salire sempre tenendosi a dx del grande diedro-parete fin quasi a fine corda; sempre sulla dx si sosta su 2 fix con goffrai (potrebbero essere non visibili causa neve). Sosta: 2 fix con golfari da ferramenta

L5 (30m 40° e 30°) Con qualche altro metro di pendio nevoso si esce fuori dalle difficoltà, raggiungendo una zono pressoché pianeggiante, Sosta su spuntone da attrezzare.

DISCESA

O con 3 doppie da 60m lungo la via, unendo primo e secondo tiro (soste attrezzate fino alla quarta lunghezza) o a piedi. Nel secondo caso, senza perdere quota, traversare in direzione NW puntando ad un’ampia radura con pilone in ferro (“Stazzo delle pecore”); dal pilone con una doppia da 60m si torna sul margine dx dell’ampio anfiteatro (alternativa alla doppia è riallacciarsi al sentiero estivo che conduce a M. Miletto). Si ridiscende il conoide di neve (valutarne la stabilita) e poi ci si riallaccia al percorso di andata (20′). In caso di scarsa visibilità e se non si possiede un gps, è consigliabile la prima soluzione.

RICCARDO QUARANTA GUIDA ALPINA UIAGM

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