Corso di Alpinismo su roccia al Gran Sasso

CORSO ALPINISMO su ROCCIA al GRAN SASSO

 25-28 luglio 2023 

Il corso rappresenta una full immersion per apprendere le tecniche e abilità per gestire salite in ambiente montano di vie tradizionali o miste. Si trascorreranno 4 giorni in quota nello splendido contesto delle pareti del Corno Grande e Corno Piccolo, ospiti di uno dei rifugi più belli dell’Appennino, il rifugio Franchetti. 

PRE-REQUISITI: 

  • Avere esperienza di arrampicata sportiva con grado da primo di 5c
  • Avere discreta esperienza su vie a più tiri sportive
  • Avere un ottimo allenamento per quanto concerne il trekking alpino.

ARGOMENTI TRATTATI

I GIORNATA

Trasferimento da Prati di Tivo al Rifugio Franchetti e sistemazione materiali nei dormitori.

Verifica del livello in arrampicata

Gestione della sosta su vie di più tiri 

Corda doppia

II GIORNATA

Esercitazione di posizionamento di protezioni mobili (friend, nut, ancoraggi naturali) su monotiri.

Realizzazione di soste con protezioni mobili  

III GIORNATA

Salita di un itinerario classico (max III-IV) con didatticca su progressione in conserva e progressione a tiri di corda. 

IV GIORNATA

Pianificazione di una salita in ambiente: avvicinamento, ricerca dell’attacco, ricerca dell’itinerario. Via di più tiri in ambiente con progressione a tiri di corda. Rientro in tardo pomeriggio.

MATERIALI

Zaino 40 l min., imbracatura, casco, discensore tipo “REVERSO”, scarpette comode da arrampicata, 4-5 moschettoni a ghiera, cordini di varie lunghezze, daisychain, rinvii. Scelta di protezioni mobili, mezze corde da 50 m o 60 m. Per gli avvicinamenti: scarpe da approach, bastoncini da trekking. Abbigliamento completo da montagna, snack, acqua e crema solare. Sacco lenzuolo per il rifugio.

LOCATION

Corno Piccolo, versante Prati di Tivo (TE) con pernottamento e trattamento mezza pensione presso il rifugio Franchetti. 

ISCRIZIONI E QUOTA 

Iscrizioni a numero chiuso, il corso sarà effettuato al raggiungimento di n.3 persone. L’iscrizione è da effettuarsi improrogabilmente entro il 15/6/2023 mediante versamento della quota su c.c. (modalità comunicate in pvt); questa è di euro 270,00/persona e comprende l’accompagnamento della Guida comprensivo di copertura RCT; non comprende trasporto, vitto e alloggio (vitto e alloggio della guida sono a carico degli allievi). La prenotazione del rifugio è a carico della guida. La quota non sarà restituita in caso di assenza dell’allievo.

Contatti: info@riccardoclimbing.com +393394360362 ore serali

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  • tracciato tnotb

“The number of the beast” nuova via di misto su Serra Le Tre Finestre, Matese

“La linea è evidente” mi dice Antonio (“Sacchetto” per gli amici..) sorridendo, quasi a sottintendere “è sì palese, ma non è poi così scontata..” Gli rispondo sorridendo anche io, mentre prepariamo tutto il materiale che abbiamo trasportato fin qui dopo un’ora e mezza di avvicinamento in neve fresca. Ognuno è preso dai preparativi, cerchiamo di ordinare il tutto, forse capiamo entrambi che ci sarà da faticare ancora. 

Linee…mi piace fermarmi sotto le pareti ed osservare. Anche in questo caso non è andato diversamente quando a marzo del 2022 decisi di calzare gli sci e dirigermi verso queste guglie rocciose, mai visitate dal basso, ma sempre viste durante le gite sule sentiero di Serra le Tre Finestre. Dopo una bella faticata fui costretto dal fitto bosco a mollare gli sci e proseguire a piedi. E la scoperta fu di quelle che ti lasciano a bocca aperta. Un parco giochi vastissimo, in una zona tuttavia selvaggia ed isolata. Infinite linee di salita possibili, anche un bellissimo canale (da me battezzato come “Canale 666”) che conduce propio sin in cima a Serra Tre finestre. Ma a catturare la mia attenzione fu subito quelle netta fessura su roccia ottima, leggermente obliqua a dx. La osservai in tutte le angolazioni, feci foto, le osservai dal pc a casa, immaginando la linea..sperando in una linea affascinante. Poi arrivò l’estate ed altre linee occuparono la mia mente. Ma come tutti i cicli della natura, la neve è tornata a fare capolino sulle montagne di casa. In ritardo ma è tornata, anche quest’anno per fortuna. Allora, in una giornata di forte vento in quota, penso che non sarebbe male metter mano a quella linea, di sicuro più protetta dai venti di cresta. Propongo la destinazione a Sacchetto che pare entusiasta.. “sì mi ricordo mi parlasti l’anno scorso di questo nuovo posto”. Io ormai l’ho nominato “Mat Nevis”, un altro angolo di Scozia nel bel mezzo dei monti del Matese molisani..apparentemente delle guglie vicine alla strada, realmente un mondo isolato e ancora selvaggio. A partire dal lungo e ripido “sentiero” che si deve percorrere per accedervi. “The number of the beast” inaugura questo nuovo spot e lo fa con tutta l’energia di un classico dei Maiden: catapultati in una realtà assurda, fatta di incastri a volte precari, arrampicata esigente, protezioni da piazzare ricorrendo ad ampio uso di magia e stregoneria affinché siano efficaci, muschio ed erba ghiacciata a condire il tutto. Mi piace immaginare che in fondo al “canale 666”, ben visibile una volta arrivati in cima al “Mat Nevis”, ci sia il diavolo in persona sogghignare “saranno passati indenni questi poveri umani in cerca di guai?” Cosi’ penserà lui ogni volta che qualcuno ficcherà il naso in questo freddo inferno di ghiaccio e roccia da agganciare!

Grazie ad Antonio Patullo “Sacchetto” per avermi affiancato in questa splendida avventura ed a Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma per il supporto. 

Riccardo Quaranta Guida Alpina

 

“THE NUMBER OF THE BEAST” 145m, M6+ e AI3, R3, III (ED-)

R. Quaranta e A. Patullo, in libera dal basso il 19/1/2023

“Serra Le Tre Finestre” parete N, Monti del Matese (Molise) 

ACCESSO 

Ci si dirige verso la località di Campitello Matese (SP106) ma non la si raggiunge e ci si ferma presso località “Pianelle” (41.466661538535575, 14.416235905539692), prima di un tornate a dx e di un paravalanghe in cemento. Da questo luogo, pianeggiante con rifugio-ristorante a pochi passi, la parete è già visibile, in alto a sx. Si parcheggia senza intralciare il traffico sulla SP.

AVVICINAMENTO

Ci si porta a sx della strada (area picnic con struttura in legno) e si imbocca l’ampio sentiero CAI n. 116 che conduce all’eremo di S. Egidio. Lo si segue dapprima in discesa, portandosi nel bosco, fino a reperire l’attacco di un canalone sulla dx (è il secondo che si incontra da dove inizia il bosco). Si abbandona il sentiero e si inizia a risalire il canale, sbarrato di tanto in tanto da briglie in pietra. Ci si tiene, nella parte più alta, o a dx o a sx del canale (più comodo), fin quando il terreno si fa più ripido. Si continua nel bosco fino ad uscirne, con l’anfiteatro roccioso ormai a poca distanza. Con un leggero diagonale a sx ci si porta sotto la parete. 1h30-2:00h dal parcheggio, a seconda dell’innevamento. 

 

RELAZIONE

L1: M6+/7 e AI3, 35 m

Si attacca l’evidente fessura verticale subito con un primo passo non banale (friend giallo), si perviene ad un alberello (fettuccia lasciata) fin dove la fessura si allarga (nut incastrato). Si affronta il seguente tratto aggettante (tratto chiave, 2 chiodi normali lasciati) fino ad una zona leggermente appoggiata. Si continua in leggero diagonale a dx sempre seguendo la fessura fino a pervenire su comoda ampia cengia. Sosta su albero

L2: M6 e AI3, 30 m

Ci si riporta a dx (faccia a monte) attaccando una netta e bella fessura (M6, friend e chiodo che esce per metà lasciato), poi in leggero diagonale su una bella zona di ganci solidi su roccia (friend e nut); si affronta un traverso tecnico a sx sotto una zona di rocce aggettanti (M5+), poi dritti puntando ad una piccola comoda cengia dove si sosta comodamente. Sosta su 2 fix 8mm. 

L3: M5 e AI3, 40m

Ci si porta a dx della sosta poi dritti fin sotto delle rocce aggettanti che si usano per solidi agganci per traversare verso dx in direzione di un albero. Da questo dritti per AI e teppe d’erbe a puntare ad una bassa fascia rocciosa dove si sosta. Sosta su 2 fix 8mm.

L4: M4/5 e AI facile, 40m

Dalla S3 si traversa 5-6 metri a sx, poi dritti dentro un camino accennato superato il quale si sale dritti su difficoltà decrescenti. Si punta ad un grande masso sull’orlo della parete (attenzione!) sul quale si fa sosta. Sosta su masso.

DISCESA

Si percorre la cresta verso sx (attenzione a non tenersi troppo sul bordo dx che guarda il canale sottostante) fino ad intercettare un canalino sulla dx. Attrezzare una doppia utilizzando i faggi e discendere il canalino, pervenendo al “Canale 666” (prima salita R. Quaranta in solitaria il 22/3/2022). Discendere lungo questo (prestare attenzione alla stabilità del manto nevoso) e costeggiando le rocce sulla dx pervenire nuovamente alla base della parete. 

MATERIALE

Mezze corde (anche da 50m), serie completa di friend dallo 0.3 al 3, set di nut, 5-6 chiodi da roccia, nda.

NOTE

Via impegnativa sia tecnicamente che per quello che concerne le protezioni; l’uso degli spit è stato relegato solo alle soste di L2 e L3, qualche chiodo lasciato lungo L1 e L2. L’ambiente è assolutamente suggestivo ed isolato. DA AFFRONTARE ASSOLUTAMENTE CON MANTO NEVOSO ASSESTATO (si veda anche “DISCESA” lungo il “Canale 666”). La cima, che fa parte dell’ampio versante N di “Serra Le Tre Finestre” non ha nome sulle carte IGM pertanto è stata da noi chiamata “MAT-NEVIS”.

 

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“Back in black” nuova via invernale allo Sperone Franchetti – Gran Sasso

Visto che in diversi mi stanno scrivendo per avere info su questa linea aperta nel Vallone delle Cornacchie, sullo Sperone Franchetti, nel cuore del Gran Sasso, scrivo qui una veloce relazione.

Si tratta di un couloir che delimita a sx lo sperone su cui sono state tracciate le vie estive. Ben visibile già dal parcheggio di Cima Alta con un buon binocolo per accertarsi delle condizioni. L’itinerario è facile e godibile; con assenza o poca neve durante l’avvicinamento diviene ancora più piacevole e può nel caso essere abbinato ad una salita più lunga ed impegnativa se resta tempo. Spunta proprio a ridosso dei nuovi bagni del rifugio Franchetti ed è possibile facilmente reperire la sosta se ci si vuole calare alla base (sufficienti due doppie, la prima da 40m e la seconda da 60m). Nella relazione descrivo l’accesso dal basso.

Prestare molta attenzione alla stabilità del manto alla base dello sperone, nonché ad accidentali scivolate perché ci si ritroverebbe direttamente sull’A24 …

 

“BACK in BLACK” 100 m, AI 2+, M3, II (AD+/D-)

Sperone Franchetti, Vallone delle Cornacchie, Gran Sasso

Riccardo Quaranta e Francesco Del Vecchio dal basso il 6/1/2023

Prima Rp S. Mazzolini, D. Donini & Co. il 8/1/2023

 

ACCESSO

Come per le vie estive ma al cippo di cemento traversare decisamente a sx, in discesa, per portarsi alla base della parete sottostante (prestare attenzione co terreno particolarmente ghiacciato). Individuare una rampa di AI che sale in diagonale verso dx verso un evidente colatoio.

L1, 60m, AI 2+ e 60°

Salire la rampa al termine della quale c’è un fix, poi dritti per una bellissimo tratto di alpine ice (sottile) fino ad una zona più pianeggiante; proseguire dritti su pendio più facile, bordato da rocce a dx (friend) al termine del quale si traversa a sx e si sosta comodamente. Sosta su fix inox 8mm e maglia di calata.

L2, 40m, AI2, M3 e 60°

Ci si porta a dx su ghiaccio sottile, poi dritti verso un piccolo bombamento che si supera con divertente passaggio di misto (M3), poi lungo il canale nevoso a reperire la sosta sulla sx (2 fix con cordone, fin qui 40m) o direttamente alla staccionata del rifugio con altri 15 m circa.

DISCESA

A piedi lungo il sentiero di accesso al rifugio Franchetti.

MATERIALE

Corda da 60m, ganci da ghiaccio, scelta di friend dal grigio al rosso BD, scelta di dadi; chiodi da ghiaccio sostanzialmente inutili essendo il ghiaccio abbastanza sottile e comunque possibilità buone di proteggersi su roccia.

Grazie a Francesco per aver condiviso con me in spensieratezza questa salita.

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

 

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“L’anno che verrà”, nuova multipitch “plaisir” alla Rocca di Oratino, Molise

Era un po’ di tempo che non tornavo alla Rocca per aprire qualche itinerario. Complice un inverno che non c’è e, soprattutto, una linea che avevo in testa da tempo, mi sono deciso a farlo.

Ogni volta è sempre interessante confrontarsi con quello che si è immaginato di trovare e la realtà delle cose, forse la parte più stimolante dell’aspetto creativo. 

Questa volta ho deciso di aprire dall’alto per velocizzare il più possibile gli aspetti di pulizia e di messa in sicurezza, passando con il tracciato nelle zone con roccia più solida. Non è uno stile che amo. Questa è la seconda via che apro così, ma ogni tanto i compromessi fanno bene, soprattutto alla schiena, dopo lunghe giornate di lavoro in solitaria. 

Ecco, trovare una linea che prendesse sole il prima possibile, aerea ed esposta, ma popolare. Ormai per rendere una via popolare è necessario (o quasi) fare abbondante uso di spit. In tanti non sanno usare le protezioni mobili, in tanti si perdono nonostante relazioni super dettagliate. E così le vie cadono in abbandono, a parte pochi temerari che continuano a gioire nel dover far uso maggiore del cervello e spesso della fantasia. Questo è, che ci piaccia o meno. Per chi apre vie credo sia un po’ sconfortante osservare le proprie creature dimenticate dai più, almeno nella visone che ho io dell’aprire vie, che siano esse in ambiente o in falesia.

Il successo o meno de “L’anno che verrà” lo decideranno i ripetitori. Di certo è la via più “plaisir” della Rocca: accanto ad avvicinamento irrisorio e facile discesa a piedi, offre tiri totalmente attrezzati a fix 10mm, idem le soste, le difficoltà obbligatorie sono molto contenute (5b). La roccia è mediamente buona e l’esposizione nel secondo e terzo tiro si fa apprezzare particolarmente, senza risultare mai pericolosa. Consigliata in tutte le stagioni: il sole arriva in tarda mattinata in inverno, abbastanza presto in estate.

“L’anno che verrà” fu scritta da Lucio Dalla nel 1979, lo stesso anno della mia nascita ed ha un testo tremendamente attuale: un mondo ancora in guerra, nel 2023, ma anche un messaggio di speranza per il futuro, “il nuovo anno porterà ad una trasformazione” Ecco, è lo stesso augurio che ho nel cuore per uno stop alla guerra.

Grazie a Climbing Technology e Campo Base Roma per il supporto

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

RELAZIONE

“L’anno che verrà” 70m, S1, I, 5c max, 5b obb. – Rocca di Oratino, parete SW

Aperta da Riccardo Quaranta in più giorni nel dicembre 2022 dall’alto.

Prima RP Riccardo Quaranta e Paola Quaranta il 25/12/2022

 

ACCESSO

Come per la falesia “La Rocca”, Oratino (CB)

AVVICINAMENTO 

Dal parcheggio si prende una traccia di sentiero subito sulla sx, alla base di una grande pietraia (ometti). Si seguono gli ometti, si attraversa una zona con massi caduti di recente e sempre a mezza costa si arriva sotto il lato ovest della Rocca. Da qui ci si porta alla base del primo pilastro, a dx della perpendicolare della torre che è sulla sommità. Nome alla base, si veda anche il tracciato in foto.

L1, 25m, 5c

Si attacca un ampio diedro-camino che conduce su una cengia erbosa, poi in blocca prima dritti poi un po’ a dx, si rientra a sx e si affronta un piccolo strapiombo. Più facilmente si supera un leccio e si sosta comodamente a sx di un vago diedro a blocchi. Sosta su 2 fix da collegare.

L2, 25m, 5c

Ci si sposta a dx della S1, si sale dritti nel diedro, per poi iniziare a traversare verso dx, giungendo ad una ampia cengia con un grande masso. Ci si salesopra e si affronta la placca (passo chiave, 5c max, 5b obb.), poi verso l’aereo spigolo a sx ed infine si perviene su comoda cengia dove si sosta. Sosta su 2 fix da collegare.

L3, 20m, 5b

Dalla S2 a sx verso lo spigolo (si consiglia di stare sul filo dove la roccia è migliore) che si segue fino ad ampia cengia. Poi dritti superando una serie di tetti a dx delle protezioni, poi sullo spigolo facile ed esposto fino al termine. Sosta su 2 fix collegati.

DISCESA

A piedi. Ci si porta sulla crestina e la si scavalca portandosi sul versante E; si segue la corda fissa, poi ancora in diagonale verso S fino a reperire una seconda corda fissa che consente di rientrare a sx e poi facilmente su traccia di sentiero verso la torre della Rocca. Da qui per facile sentiero in 2’ nuovamente al parcheggio. 

Materiale: corda singola (sufficienti 50m), 12 rinvii, eventualmente fettucce per ridurre gli attriti.

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Speciale VACANZE di NATALE 2022-’23

Ecco un po’ di proposte per il periodo natalizio.. da non dimenticare che è sempre possibile regalare un’esperienza con la guida a chi desideriamo! Per le altre attività programmate si veda il calendario inverno 2023

26/12 Ice for children

Uscita di mezza giornata dedicata alla conoscenza della montagna invernale da parte dei più giovani. E’ infatti riservata a ragazzi e ragazze dai 12 ai 18 anni con una buona preparazione fisica.

Dove: Molise o Abruzzo (in base alle condizioni nivo/meteo)
Materiale: fornito (piccozza e ramponi)
Costo: 70 euro/persona (min 3 max 5 persone)
Durata: mattina fino ad ora di pranzo

3/1 Ice & Rock

Uscita che unisce due mondi apparentemente distanti ma in fin dei conti si tratta dello stesso gesto. Quindi arrampicata con piccozza e ramponi la mattina e nel pomeriggio via di più tiri su roccia!

Dove: Molise, Campitello Matese e Rocca di Oratino
Materiale: eventualmente fornito
Costo: 100 euro/persona (3 persone)
Durata: intera giornata

4/1 Rock & Sea

Via di più tiri a picco sul mare! E’ necessario saper arrampicare su vie in falesia da secondi di 5b/c ed avere una buona confidenza con vuoto ed esposizione.

Dove: Lazio, Gaeta
Materiale: fornito
Costo: 140 euro/persona (2 persone)
Durata: mattina fino al primo pomeriggio

6/1 Esperienza con piccozza e ramponi

Per chi volesse avvicinarsi per la prima volta all’uso di piccozza e ramponi, questa è l’occasione buona. All’interno di una facile gita sarà mostrato l’uso di piccozza e ramponi con le varie tecniche (“cramponage”)

Dove: Molise o Abruzzo (in base alle condizioni nivo/meteo)
Materiale: fornito (piccozza e ramponi)
Costo: 80 euro/persona (min 4 max 6 persone)
Durata: mattina fino al primo pomeriggio

7/1 Mixing at the moonlight!

Esperienza di salita di una via di misto ma… al chiaro di luna! Necessaria una minima esperienza pregressa nell’uso di piccozza e ramponi su terreno classico.

Dove: Molise
Materiale: personale, compreso di lampada frontale
Costo: 170 euro/persona (2 persone max)
Durata: serata fino alle 22:00 circa

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Falesia trad “Km 37”, Crognaleto (Teramo)

“La apro o non la apro?” “Vale o non vale la pena?” “E se è tutto lavoro perso?” Queste le domande che mi hanno accompagnato durante la mia passeggiata sotto quella che è diventata la prima falesia trad su arenaria in Abruzzo. Non mi interessa tanto il “prima.. o primo a fare..”, perché oggi sembra che bisogna sempre essere primi in qualcosa. Quello che mi interessa di più è creare qualcosa di interessante, per me e per gli altri. Magari qualcosa che non sia così scontato e che abbia insito un aspetto di novità che lo renda accattivante. 

Leonardo su “Houston..abbiamo un problema” 6c trad

La falesia “Km 37” miscela arenaria e scalata trad, questo già credo sia sufficiente per dare quel tocco di particolarità che possa stuzzicare le menti più curiose. Ci troviamo in una delle zone più affascinanti della montagna teramana, la Val Vomano. Durante una delle mie passeggiate alla ricerca di un luogo dove poter praticare del trad mi sono imbattuto in questa fascia rocciosa, a dire il vero anche abbastanza lunga ma anche bassa. Lo sviluppo verticale non supera i 10 m e da questo i miei dubbi. Alla fine ho rotto l’indecisione ed affiancato da Simone “Zeta” Saccomandi, in una giornata incerta in quota, abbiamo aperto le prime quattro linee.

Simone “Z” in apertura su “Misto lana”

Intanto avanzava già l’autunno e la valle mi ha accolto con colori sempre più incantevoli: le giornate trascorse spesso da solo a pulire le linee sono state sempre giornate immerse in un’atmosfera stupenda ed appartata. Anche se la strada SS80 del Gran Sasso scorre a due passi dal sito che è però del tutto isolato da questa. 

I primi nomi..

Al termine dei lavori ne sono uscite fuori 12 linee di trad o clean climbing (ci sono solo le soste attrezzate) dal 5a al 7a dove, a dispetto dello sviluppo, la scalata non è mai banale; le fessure sono spesso nette ed offrono ottimi piazzamenti per i friend.

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Insomma credo (e crediamo insieme a chi mi ha affiancato) che possa essere un buon luogo per trascorrere giornate fuori dai soliti schemi, in ambiente top e con un avvicinamento davvero ridicolo (circa un minuto). Per i dettagli si rimanda alla scheda tecnica.

La stupenda fessura aggettante di “Phantom of the opera” 7a trad

km 37 trad

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Ringraziamenti

Un grande grazie va a Simone “Zeta” Saccomandi ed Alessio Nunziata per avermi affiancato in un paio di splendide giornate; grazie a Matteo e Leonardo con cui ho salito tutti i tiri, trascorrendo altrettante giornate epiche. Infine, visto che lavoro e materiale sono stati totalmente autofinanziati da me, grazie ancora a chi crede da anni nel mio lavoro e, soprattutto, nella mia passione: Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma.

Riccardo Quaranta Guida Alpina

TUTTI I DIRITTI RISERVATI ©

VAI ALLA SCHEDA TECNICA

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News Falesia “Casale”, Oratino (CB)

E’ tempo ormai di scrivere un resoconto dei lavori che hanno riguardato la falesia “Casale” ad Oratino, dal tempo dell’uscita della guida “Molise Rock” ad oggi. Si tratta quindi di una serie di informazioni che non troverete nella guida perché successive alla sua uscita; pertanto spero possano essere di integrazione a quelle contenute nel lavoro cartaceo.

Settore “Alveari”

Partendo dall’estremo margine sinistro sono state aperte tre vie trad (si veda figura).

Nuove vie trad settore “Alveari”, Oratino

Per la salita di queste sono sufficienti una serie di friend dallo 0,5 al 2 BD ed una scelta di dadi medio-piccoli (in particolare per “L’esercito sul pianerottolo”. Tutte le vie hanno sosta attrezzata a fix o resinati ed hanno una buona proteggibilità (R1)

 

Settore “Felce Azzurra”

Tra il settore “Alveari ed il settore “Orizzonti Perduti” è stato iniziato un lavoro di pulizia e sistemazione della base in occasione dell’apertura della prima via a più tiri della falesia, “Felce Azzurra” di cui riporta tracciato e relazione.

Il tracciato di “Felce Azzurra”

 

Settore “Orizzonti Perduti”

Un gran lavoro di restyling ha riguardato diversi itinerari presenti in questo settore. Partendo da un lavoro di pulizia alla base che ha reso il muro ben più solare ed accogliente. Passando alle vie ecco l’elenco delle novità

I nuovi tiri del settore “Orizzonti Perduti”

  • “Tramonto occidentale” ha una nuova sosta omologata inox 316L
  • “Sud afternoon”, richiodata a fittoni resinati e più vicini rispetto alla versione originale
  • “Orizzonti perduti”, lavoro di consolidamento su un masso nei pressi del passo chiave, aggiunta di un fittone in uscita e sosta nuova in acciaio inox 316L
  • “Campane tibetane”, totalmente richiodata a fittoni inox, allungata di 4-5m e sosta nuova omologata inox
  • “Buetterfly on a wheel” nuovo tiro trad che vale 6b; corre alla destra di “Regalo di un padre” e finisce sulla catena di “Campane tibetane”. Nel camino tenersi assolutamente a sx perché sull’altro lato la roccia è rotta
  • “Colazione da Tiffany” allungata con sosta nuova (in comune con “I giardini dell’Eden”)
  • “Le torri gemelle”, richiodata a fittoni resinati inox e distanze ottimizzate, sosta inox nuova
  • “November rain”, nuovo tiro sportivo a dx della precedente, 6a+ (novembre 2021)

Ringrazio al solito i miei supporter Climbing Technology, Campo Base Outdoor Roma e Sacchetto per l’aiuto sul campo.

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

Meteo solare in apertura su “Felce Azzurra”!!

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Stage di arrampicata in Sardegna – Ottobre 2022

Settembre ed ottobre sono senza dubbio tra i mesi migliori per visitare e scalare in Sardegna. Così anche quest’anno torna l’appuntamento con una settimana dedicata alla roccia, al mare, al cielo della costa occidentale sarda. Puoi consultare il programma cliccando qui

Qui un breve video amatoriale con immagini del viaggio del 2021…

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“WILD CHILD” Nuova via alla Rocca di Oratino

“Wild Child” è la seconda via della trilogia iniziata con “Moonchild” alla Rocca di Oratino, saga dedicata a tutti gli scalatori che in fondo si sentono ancora dei ragazzi (per la terza bisognerà aspettare l’autunno..)

Correva l’aprile del 2020 e magari qualcuno ricorda che l’Italia era sotto l’assedio del virus più famoso, credo di non  sbagliare, della storia moderna. Periodo quindi di lock-down, tutti a casa e non sia mai a farsi trovare in strada a correre o a raccogliere asparagi nei boschi. Verbale subito e dritti a casa. Beh, oggi forse sorridiamo, ma in quei giorni probabilmente un po’ meno… il clima non era certo dei migliori. Che poi io pensavo, da amante in generale delle attività outdoor, “ma non sarebbe meglio dire invece che tutti a casa, tutti fuori, basta che non siate a casa?”. Perché era anche il tempo in cui sotto un’abitazione di 50 mq vedevo anche 5-6 automobili..alla faccia del divieto di assembramenti!! 

Forte e convinto di questa mia idea decisi che quel chiodo in lontananza che avevo visto aprendo “Moonchild” dovevo andarlo a prendere, sicuramente era una via storica, aperta negli anni 80’ dal gruppo del soccorso alpino della Guardia di Finanza. Quindi mi armai di tutto e da solo, in auto-sicura raggiunsi quella che era solo una piantina tremendamente simile ad un chiodo da roccia. A quel punto, mi dissi “che fai, non prosegui la via?” La risposta è nella relazione che trovate allegata a queste quattro chiacchiere. Tornai il giorno seguente e nacque “Wild Child”, omaggio ai W.A.S.P. che mi hanno tenuto compagnia nelle cuffie durante il sali scendi della salita auto-assicurata. 

La via è stata aperta in libera, adoperando chiodi o protezioni mobili per appendersi e piantare i fix. Sono servite un paio di giornate di pulizia per rendere la via scalabile con piacere, non tanto per la roccia (che è sempre da buona ad ottima) ma per i cuscini di muschio-terra presenti su alcuni tratti. E’ caratterizzata vari stili di scalata, dalla placca, ai diedri alle fessure.. insomma non ci si annoia mai e si sale sempre su difficoltà contenute. E’ comunque un itinerario da integrare e richiede quindi buona padronanza delle tecniche alpinistiche. Si sviluppa quasi totalmente sul versante N, quindi è praticabile anche in estate.  

Un altro tassello nell’offerta di divertimento e scalata nell’area del borgo di Oratino, che spero possa raccogliere il favore dei ripetitori. 

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

Grazie a Climbing Technology ed a Campo Base Outdoor Roma per il supporto!

 

“WILD CHILD”  Parete NE Rocca di Oratino, Oratino (CB)

85 m circa, 6a max, 6a obb. , RS1, I

Aperta in libera auto-assicurato dal basso da Riccardo Quaranta il 30/4/2020. Prima RP R. Quaranta e Fabio Madonna il 8/6/2022.

ACCESSO

Come per la falesia “La Rocca”

AVVICINAMENTO 

Si costeggiano degli scavi archeologici, tralasciando il sentiero che sale  alla torre, poi per ampia mulattiera in discesa si perviene ad un casolare in pietra. Si prende una traccia di sentiero alle sue spalle, traccia che costeggia la parete E della “morgia”. In leggera discesa si perviene all’ampia parete N dove ci sono una serie di vie sportive monotiro (falesia “La Rocca”). Si percorre la base di tale settore raggiungendo il suo estremo margine dx. Prima degli ultimi due tiri sportivi c’è l’attacco della via, in comune con “Moonchild”.   

L1, 40m, 5c

Si attacca un’ampia fessura, si supera un tratto leggermente strapiombante (fix), accedendo ad una cengia un po’ terrosa. Si punta verso sx ad una rampa obliqua sormontata da uno strapiombo (ch), ancora in obliquo ad un grande masso (da non usare!). Si prosegue su placca verso sx (ch) poi ad un fix ancora a sx ed infine dritti per poi tornare a dx (vari fix). Si sosta su fix e clessidra. Attenzione agli attriti!

L2, 28m, 6a

Dalla S1 a dx quasi in orizzontale si affronta un passaggio delicato, si prende un piccolo diedro rampa (cl) leggermente verso sx, giungendo sotto un piccolo tetto (fix) Lo si raggiunge e si traversa a dx (friend) verso il bordo. Si continua lungo la rampa ascendente a dx (vari fix non vicinissimi) finché non muore sotto un piccolo sgrottamento. Da qui dritti nel diedrino soprastante (fix) ad una facile placca, ancora dritti in direzione di una zona di diedri strapiombanti. Sosta su singolo fix da 12mm.

L3, 15m, 5b

Dalla S2 brevemente in placca e poi ad attaccare una bella fessura obliqua da sx a dx (friend), sulla porzione superiore di un tettino. La si segue verso dx (esposto ma facile) fino allo spigolo ed infine dritti per via intuitiva fino in cima. Sosta su spuntone da attrezzare. 

DISCESA

A piedi. Si percorre la cresta verso S, passaggi di II e III, fino alla torre medioevale (15’), da questa con breve sentiero (5’) nuovamente al parcheggio.

MATERIALE

n.d.a., serie di friend dallo 0.3 al 3 misure BD, scelta di dadi medi, 10 rinvii, fettucce e cordini per ridurre gli attriti.

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“Senjutsu” FA – Morgia delle Lame, Celenza sul Trigno

Quando ho iniziato ad arrampicare lo facevo per superare i miei limiti, fisici e mentali. Oggi lo faccio per sentirmi vivo. 

Posso riassumere così la visone attuale di una passione che mi accompagna da quasi 25 anni. Un tempo lungo a cui guardo con intima gioia quando mi capita di voltarmi indietro ad osservare il mio cammino. Oggi la mera difficoltà di una salita ha per me un significato ed un valore tutto sommato contenuti.. da anni ho capito che per conservare l’entusiasmo della scalata ho bisogno di qualcosa di più di un numeretto ed una lettera. Ho bisogno di sentirmi vivo. Ho bisogno che quella via, che quel percorso, quella sequenza richiedano il mio massimo impegno mentale; ho bisogno di sapere che potrebbe non andare tutto per il verso giusto e che è meglio se indosso una spessa corazza. La scalata su ghiaccio/misto e l’arrampicata “trad” sono attualmente i terreni che maggiormente alimentano la mia visone di scalata, la voglia di sentirmi vivo, che potrebbe tradursi con il provare ancora emozioni esattamente come la prima volta in cui ho indossato un imbraco ed ho provato a scalare. 

Fine lavori, si decide il nome..

Allora mi torna in mente una linea intuita proprio durante un corso di arrampicata “trad”… mi capita spesso di collegare stati di desiderio con idee archiviate nella mia testa, in cassetti da aprire al momento opportuno. Il momento è arrivato. Siamo nella falesia di Celenza sul Trigno, in Abruzzo ma tanto vicina al confine con il Molise. Luogo che ho contribuito a salvare da un dimenticatoio assolutamente immeritato, visto il fascino e l’unicità della scalata che qui si pratica. Si sale su arenaria di un marrone scuro, su muri a tacche o lunghe fessure diagonali, con vie generalmente lunghe dai 20m in su. Per la sua natura la roccia non brilla a solidità: il problema principale è la tendenza a sfogliarsi; pertanto l’apertura di vie (se si vuole fare un bel lavoro) è preceduto da un lungo iter di pulizia e test delle tacche rimaste. Oppure, sugli itinerari più difficili, di consolidamento delle prese per poter conservare un minimo di appigli su tutte le sezioni. Insomma una fatica non da poco, ma vi assicuro che il risultato finale ripaga del tutto, almeno ha ripagato le lunghe giornate trascorse da solo appeso alla corda. 

Così decido ad aprile 2022 di tirare fuori dal cassetto quell’idea, di andare a vedere se davvero c’era tutto per potere aprire una nuova linea trad alla destra di “Mickey Mouse”, bellissimo 6a+ sportivo di fessura. Ne approfitto prima di tutto per aprire una variante a quest’ultima, un tiro che prosegue sulla fessura diagonale a dx e porta ad una sosta che sarà quella della futura “Senjutsu”. Mi calo con una certa emozione, nella parte alta le prese e qualcosa per proteggersi c’è ma ricordavo che i dubbi erano concentrati nei primi 6-8 metri da terra. Ultimo buco buono per piazzare qualcosa, continuo a scendere con gli occhi avidi di qualche fessurina o buchetto che rompa la continuità di sole microtacche.. “Eccole!!!!” due micro fessure lunghe ognuna 2-3 cm… meglio di niente penso… beh affare fatto! Posso iniziare a pulire ma soprattutto a segnare tutte le tacche che hanno bisogno di essere resinate per non andare via alla prima trazione. Un lavoro lunghissimo che mi impegnerà per due giornate. Ma alla fine “Senjutsu” è pronta e posso finalmente provare a farci un giro autoassicurato con la corda dall’alto. 

La via si divide sostanzialmente in 3 parti. La prima super tecnica di piedi e micro tacche con protezioni abbastanza aleatorie dove bisogna restare sempre lucidi e precisi. La seconda, sotto un piccolo bombè, contiene il passaggio chiave, protetto da una micro clessidra di 1 cm, un boulder in cui incastro di dita e Dulfer si amalgamano alla perfezione per alzare a sufficienza il numero di battiti del cuore. Infine una terza sezione in cui le difficoltà diminuiscono ma le protezioni sono davvero lontane (7-8 metri). 

Il primo giro in cui cadrò a metà

Bene ora bisogna cercare un giorno in cui non lavori e qualcuno che abbia voglia di venire con me alla Morgia delle Lame per provare finalmente la via. Ho il piacere di incastrare qualche giorno di ferie con quelle degli amici di sempre. Ci sono Laura ed Agnese, Sacchetto e la crew pugliese capitanata da Niko… insomma un bel gruppo per festeggiare Pasquetta e magari qualche bel brivido verticale. Porto con me anche un paio di crash pad per eventuali voli a terra, premio di consolazione per le mie caviglie. I giorni precedenti ho ordinato anche un friend 1 della Wild Country, l’unico che entra in una delle due micro fessure. Faccio un giro da due per vedere che protezioni portarmi e memorizzare dove piazzare cosa. Aspetto che la parete entri in ombra e parto ma proprio al passo chiave volo perché un appoggio si rompe…un urlo ma la micro clessidra tiene, per fortuna. Torno a terra, dovrò aspettare una mezz’ora per tentare nuovamente; non mi sento stanco fisicamente ma sento che metà della mia testa se ne è già andata. Allora faccio un giro sotto la falesia, è bello vederla popolata di tante ragazzi e ragazze in una giornata spettacolare di primavera, tanti puntini colorati che animano il marrone dei lisci muri della Morgia. 

Secondo tentativo, quello giusto!

Ma “Senjutsu” è lì a guardarmi, severa e affascinante allo stesso tempo ed è ora di tornare a fare i conti con le mie paure, con la strategia del combattimento.

C’è un leggero vento freddo, la parete è ormai in ombra piena. Chiedo a Sacchetto se ha voglia di farmi sicura nuovamente.. si prepara a gestire le mezze corde.. ormai abbiamo vissuto tante belle e forti esperienze insieme, so che è una sicurezza. Parto, mi accompagna solo il vento, le dita sono fredde e cerco di scaldarle stringendo e aprendo i pugni. Supero la prima parte abbastanza agevolmente, forse la cosa più difficile è stata piazzare la terza protezione perché il buco serve anche come presa, l’unica presa. Sono al passaggio. Recupero un po’ e parto, via senza indugio; sento le dita incastrarsi, seppur con dolore, avverto che sono solide nella fessurina verticale. Via allora con la Dulfer atletica ad approdare al buco ottimo dove posso tornare ad allargare i piedi e cercare di riposare un po’. Mi proteggo con un eccentrico e cerco di recuperare un braccio alla volta. Un piede inizia a tremare: capisco che è ora di lasciare il riposo e terminare il viaggio. Un ultimo passo tecnico verso sinistra e sono alla presa buona di uscita. Mi aspettano altri 6-7 metri facili sotto la catena ma non devo rilassarmi.. l’ultima protezione è chilometricamente distante. Resto concentrato ed infine la catena: un urlo che viene fuori forte dal mio cuore, un misto di gioia ed emozione che solo chi scala può provare. Sono commosso: tanto lavoro, tanta dedizione, tanta paura hanno trovato finalmente uno scopo. A terra abbraccio Sakky, Niko, Laura: in silenzio o con parole di incitamento mi hanno accompagnato lungo tutta la salita. 

Quasi in catena

Una giornata stupenda per duellare con le mie paure e sentirmi ancora VIVO. 

GRAZIE ad Antonio, Nico, Laura, Agnese e tutta la crew pugliese!

“SENJUTSU” 22m, 7a+ TRAD, R2/3. Aperta da R. Quaranta il 8 e 9 aprile 2022. FA R. Quaranta il 18/4/22. Falesia “Morgia delle Lame”, Celenza sul Trigno (CH).

Tutte le info sulla falesia su “Molise rock” Ed. Versante Sud, anche in formato digitale.

Il video uncut della salita:

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