“SPLEEN ET IDÉAL” – CORNO PICCOLO, SECONDA SPALLA – RELAZIONE

La stagione lavorativa estiva lentamente sta volgendo al termine, anche se le belle giornate continuano ad invogliare appassionati a trascorrere tempo in montagna. Quindi il lavoro non manca, nonostante siamo già a metà settembre. 

Decido di prendermi una giornata di stacco, che poi stacco non è..alla fine i giorni che dedico “a me” sono sostanzialmente giorni verticali. Quindi “l’ufficio” resta sempre quello, la montagna!

Trovare qualcuno libero il lunedì, ed in generale giorni feriali, non è facile.. soprattutto perché non ho mai amato legarmi con chiunque capitasse.. per me è sempre stato più importante il rapporto di amicizia e rispetto piuttosto che la giornata da trascorrere scalando. Con gioia Simone mi dice di essere libero anche lui e dopo una telefonata decidiamo di andare a ficcare il naso su uno dei pochi itinerari che ancora non ho salito alle Spalle del Corno Piccolo, “Spleen et idéal”, sulla Seconda Spalla Ovest.

Alla fine di quella che è stata una giornata comunque intensa, ci ritroviamo io e Simone in cima alla Seconda Spalla soddisfatti e piacevolmente colpiti (in positivo) dalla qualità dell’itinerario. Visto che diverse relazioni cartacee consultate contengono pesanti inesattezze (ben due guide riportano uno spit che non esiste, per esempio..), decido di scriverne una aggiornata che possa essere di supporto a chi vorrà cimentarsi in una ripetizione.

Qui qualche considerazione che spero possa tornare utile. La via è molto bella ed è alla stregua di tante altre vie divenute delle classiche (come “Icosaedro” o “Zarathustra”): contiene un mix di stili di scalata assolutamente vario, dalla placca, al muro a buchi, alle fessure della parte alta. Quindi un bel test di arrampicata poliedrica. Il materiale presente in via è poco e questo probabilmente ha contribuito alle poche ripetizioni di cui ho notizia; a questo si aggiunge che quello presente è poco visibile (diversi chiodi e clessidre che non hanno cordino). Quindi non è facile orientarsi ed a volte si spera di aver preso la “strada giusta”; il tutto rende l’impegno mentale importante, se si considerano anche diversi run-out non evitabili. Ecco, se si ha voglia di mettersi alla prova su un terreno poco battuto, su roccia stupenda, questa può essere la via giusta.

A margine ritengo che una via bella ed impegnativa come questa meriterebbe un piccolo restauro conservativo; almeno andrebbero sostituiti i vecchi spit 8mm e ri-attrezzate le clessidre, molte delle quali attualmente risultano senza cordini e quindi poco visibili. Magari se questo articolo capitasse sotto gli occhi degli apritori potrebbe essere uno spunto per un contatto ed un confronto circa questa possibilità (io farei volentieri il lavoro).

Grazie a Simone per aver condiviso con me una giornata tutt’altro che malinconica!

_________________________________________________________________________________________

AGGIORNAMENTO 2024

Beh questa storia ha avuto un piacevole sviluppo e sono assai felice di poter scrivere qualche riga qui. Dopo la nostra ripetizione del settembre 2023 sono stato contattato da Marco Zitti, uno degli apritori. Marco si è subito detto entusiasta della possibilità di restaurare l’itinerario, dandomi carta bianca. Inoltre ha arricchito il nostro scambio di messaggi con piacevoli ricordi dell’apertura. Ma la stagione volgeva al termine ed ho aspettato quella dell’estate in corso (2024) per dare forma al progetto.

Fin dall’inizio l’idea è stata quella di fare un “semplice” lavoro di restauro, senza apportare modifiche al numero e al posizionamento delle protezioni fisse presenti (spit 8mm), col fine di conservare lo spirito con cui la salita è stata affrontata dagli apritori. Poi ho meditato sul materiale da usare e qui ho voglia di aprire una piccola parentesi, sperando di non annoiare.

La parentesi riguarda proprio i lavori di richiodatura, siano essi in quota o in falesia. La roccia non è infinita e non lo sono nemmeno le porzioni di roccia adatte ad ospitare la nuova protezione che sostituisce quella invecchiata. La longevità di un ancoraggio cresce di almeno 15-20 anni se si passa da un materiale zincato ad uno inox, ancora di più se di tipo 316L. Se si passa ad ancoraggi resinati in inox 316L tale longevità aumenta diventando il top. Il resinato evita anche tristi sorprese di trovare, ad esempio, una o più piastrine mancanti in itinerari in quota (per i più curiosi Michele Piolà, non uno sprovveduto, ha scritto diversi post sul tema..). Il concetto è che se richiodo con materiale scadente, tale lavoro durerà di meno e sarà presto necessario un nuovo lavoro.. ma alla fine la porzione di roccia per posizionare il nuovo ancoraggio correttamente si esaurisce. Ragioniamo non in ottica della nostra vita, ma anche in ottica delle future generazioni verso le quali dovremmo avere molto più rispetto di quanto ne abbiamo avuto finora. Morale della favola (una morale personale, ma sposata da gran parte della comunità di grandi apritori e chiodatori): se vogliamo fare un lavoro di ristrutturazione facciamolo bene, altrimenti è quasi meglio non farlo affatto.

Il vecchio e il nuovo..

E’ in questa ottica che ho impostato il lavoro su “Spleen”. I materiali utilizzati sono stati fittoni Climbing Technology di 12mm in acciaio inox 316L e resina epossidica pura. Questa scelta ha determinato una logistica ed una mole di lavoro ben superiore a quella necessaria se si fosse utilizzato un ancoraggio meccanico, ma credo che ne sia valsa decisamente la pena. Oltre alla sostituzione delle soste e degli spit con resinati, abbiamo anche reso più visibili i chiodi aggiungendo dei cordini e attrezzato con cordoni le clessidre in maniera che il tracciato fosse più intuibile. Il tutto ci ha impegnato per due giornate. Per i benpensanti “eh ma tanto ci portate i clienti” vorrei rispondere: a) ne avessimo di clienti che girano su quelle difficoltà b) 2 giornate guida moltiplicate per due persone fanno 1200 euro, 10 resinati costano almeno 60-70 euro, 30 euro per una cartuccia di resina epoxi, benzina ecc… ci si rende forse conto che una frase del genere non ha alcun senso.

Lavori in aperta parete

Siamo stati semplicemente felici e soddisfatti di aver dato nuovo splendore (mai termine fu più azzeccato) ad una via che merita e che ora può essere percorsa da tutti gli appassionati con qualche garanzia in più. L’impegno complessivo, ricordo, resta sempre da non sottovalutare perché non sono state aggiunte protezioni oltre quelle lasciate in apertura.

Spleen torna a splendere! Alessio sul passo chiave di L3

RINGRAZIMENTI

Il primo ringraziamento lo devo al mio fratellone e collega Alessio Nunziata che mi ha affiancato per due giorni in parete. Per un lavoro del genere è stato fondamentale poter fare affidamento su di lui che ha curato tutta la parte di salita da primo in entrambe le giornate e mi ha potuto far concentrare sul lavoro da svolgere in parete; è stato il mio angelo custode e per la sua sempre infinita disponibilità ogni ringraziamento è riduttivo. Il secondo ringraziamento lo devo a chi mi sostiene materialmente da anni, ovvero Campo Base Outdoor Roma e Climbing Technology. Il terzo ed ultimo va ai gestori degli impianti di Prati di Tivo (https://www.pdtx.it) che ci hanno prontamente sostenuto nella logistica delle due giornate.

_________________________________________________________________________________________

VAI ALLA RELAZIONE (PDF)

VAI ALLA NUOVA RELAZIONE (POST RESTYLING) NEW!

Ringrazio al solito Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma per il supporto.

“Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
a lungo, lentamente, nel mio cuore: la Speranza,
Vinta, piange, e l’Angoscia atroce, dispotica,
pianta, nel mio cranio riverso, il suo vessillo nero”

C. Baudelaire

Share
  • tracciato oceano di silenzio web

“Oceano di silenzio”: arrampicata sul mare a Maratea

“Riccardo ma una cosa come quelle che vedo quando vai a Gaeta qui non si può fare?” Era una delle domande di Carlo Magnabosco (uno dei pochi climber locali, super appassionato e pervaso dal fuoco della passione in comune per il verticale) tra un giro e l’altro nella sua terra, domanda che mi è rimasta nella testa per un po’. Ogni tanto gli scrivevo dicendo “Non mi sono scordato della promessa”. Quindi prendendo al volo l’opportunità di 2-3 giornate di libertà preparo il materiale e alle 5:00 di mattina parto, destinazione Maratea.
In realtà tutto era iniziato già da tempo con una mia discesa in Basilicata per esplorare la possibilità di aprire multipitch sulla costa che va da Acquafredda (frazione di Maratea) a Sapri. In quell’occasione di fondamentale importanza furono le immagini catturate dal drone di Johnny Montesano (gestore dello spettacolare e consigliato agriturismo “La tenuta del Barone“)
Due lunghe giornate di lavoro in parete, Carlo che mi supporta venendomi a trovare e parlandomi via messaggio, ma finalmente il sogno si realizza. Il terzo giorno lo dedichiamo a noi, a ripetere questa creatura che si affaccia sul mare stupendo del sud.
Mentre scrivo sono in corso i lavori per l’apertura di una seconda linea della quale spero di darvi info al più presto.
Grazie, oltre che a Carlo, a chi mi supporta da anni, Climbing Technology e Campo Base Outdoor Equipment 
NOTE
Si tratta di un itinerario totalmente attrezzato a fix, su roccia da buona ad ottima, il primo in assoluto aperto su questa porzione di costa. L’esposizione è SO, partendo la mattina presto è possibile percorrerlo anche d’estate, oppure nel tardo pomeriggio, godendo sempre di uno spettacolare scenario sul mare. Per ripetere la via bisogna prima effettuare 4 calate in corda doppia per raggiungere la base e poi risalire i tiri in arrampicata.
Intraprenderlo solo se in grado di padronale il grado obbligatorio e le manovre di routine su vie a più tiri. Altrimenti rivolgersi alle Guide Alpine (unici professionisti abilitati all’accompagnamento su questo terreno) per vivere un’esperienza in sicurezza.

“OCEANO DI SILENZIO” 82m, 6a+ max, 6a+ obb. S2

Aperta da Riccardo Quaranta il 21 e 22 maggio 2023 dall’alto.

Prima RP R. Quaranta – C. Magnabosco il 23/5/2023

ACCESSO

Da Maratea raggiungere la frazione di Acquafredda, da questa dirigersi verso Sapri percorrendo la SS18 Tirrena Inferiore. Superare una galleria, transitare sotto una imponente fascia rocciosa e più o meno dove questa si esaurisce, in corrispondenza dell’uscita di una galleria in costruzione, parcheggiare sulla sx (cartello turistico “Benvenuti nella Costa di Maratea”)

La strada è sede di cantiere che ne modificherà il tracciato, quindi si riportano qui le coordinate del parcheggio: https://goo.gl/maps/GuuL317vebiC55L97

AVVICINAMENTO

Dal parcheggio scavalcare il muretto, scendere una breve scarpata in direzione mare. Reperire degli ometti che conducono sul ben marcato sentiero “Apprezzami l’asino”; da qui iniziare a percorrerlo in direzione Acquafredda e dopo qualche decina di metri reperire un piccolo pulpito roccioso sulla dx con il nome della via. Il cordone di calata è lato mare (non immediatamente visibile) 5’

RELAZIONE

Soste e fix di progressione in acciaio inox PLX (tutto il materiale è stato finanziato da chi scrive)

L1 5a, 18m

Pilastrino ben ammanigliato

L2 6a+, 22m

Muro rosso con due tratti più impegnativi

L3 5c+, 30m

Diedro tecnico e spigolo aereo su roccia grigia

L4 5a, 12m

Dalla S3 si traversa a sx e si affronta il breve tiro con roccia molto tagliente che conduce al punto di calata.

DISCESA

In corda doppia con corda singola da 70m.

MATERIALE

Corda da 70m, 12 rinvii, eventuali fettucce per ridurre attriti.

 

Share

Corso di Alpinismo su roccia al Gran Sasso

CORSO ALPINISMO su ROCCIA al GRAN SASSO

 25-28 luglio 2023 

Il corso rappresenta una full immersion per apprendere le tecniche e abilità per gestire salite in ambiente montano di vie tradizionali o miste. Si trascorreranno 4 giorni in quota nello splendido contesto delle pareti del Corno Grande e Corno Piccolo, ospiti di uno dei rifugi più belli dell’Appennino, il rifugio Franchetti. 

PRE-REQUISITI: 

  • Avere esperienza di arrampicata sportiva con grado da primo di 5c
  • Avere discreta esperienza su vie a più tiri sportive
  • Avere un ottimo allenamento per quanto concerne il trekking alpino.

ARGOMENTI TRATTATI

I GIORNATA

Trasferimento da Prati di Tivo al Rifugio Franchetti e sistemazione materiali nei dormitori.

Verifica del livello in arrampicata

Gestione della sosta su vie di più tiri 

Corda doppia

II GIORNATA

Esercitazione di posizionamento di protezioni mobili (friend, nut, ancoraggi naturali) su monotiri.

Realizzazione di soste con protezioni mobili  

III GIORNATA

Salita di un itinerario classico (max III-IV) con didatticca su progressione in conserva e progressione a tiri di corda. 

IV GIORNATA

Pianificazione di una salita in ambiente: avvicinamento, ricerca dell’attacco, ricerca dell’itinerario. Via di più tiri in ambiente con progressione a tiri di corda. Rientro in tardo pomeriggio.

MATERIALI

Zaino 40 l min., imbracatura, casco, discensore tipo “REVERSO”, scarpette comode da arrampicata, 4-5 moschettoni a ghiera, cordini di varie lunghezze, daisychain, rinvii. Scelta di protezioni mobili, mezze corde da 50 m o 60 m. Per gli avvicinamenti: scarpe da approach, bastoncini da trekking. Abbigliamento completo da montagna, snack, acqua e crema solare. Sacco lenzuolo per il rifugio.

LOCATION

Corno Piccolo, versante Prati di Tivo (TE) con pernottamento e trattamento mezza pensione presso il rifugio Franchetti. 

ISCRIZIONI E QUOTA 

Iscrizioni a numero chiuso, il corso sarà effettuato al raggiungimento di n.3 persone. L’iscrizione è da effettuarsi improrogabilmente entro il 15/6/2023 mediante versamento della quota su c.c. (modalità comunicate in pvt); questa è di euro 270,00/persona e comprende l’accompagnamento della Guida comprensivo di copertura RCT; non comprende trasporto, vitto e alloggio (vitto e alloggio della guida sono a carico degli allievi). La prenotazione del rifugio è a carico della guida. La quota non sarà restituita in caso di assenza dell’allievo.

Contatti: info@riccardoclimbing.com +393394360362 ore serali

Share
  • tracciato tnotb

“The number of the beast” nuova via di misto su Serra Le Tre Finestre, Matese

“La linea è evidente” mi dice Antonio (“Sacchetto” per gli amici..) sorridendo, quasi a sottintendere “è sì palese, ma non è poi così scontata..” Gli rispondo sorridendo anche io, mentre prepariamo tutto il materiale che abbiamo trasportato fin qui dopo un’ora e mezza di avvicinamento in neve fresca. Ognuno è preso dai preparativi, cerchiamo di ordinare il tutto, forse capiamo entrambi che ci sarà da faticare ancora. 

Linee…mi piace fermarmi sotto le pareti ed osservare. Anche in questo caso non è andato diversamente quando a marzo del 2022 decisi di calzare gli sci e dirigermi verso queste guglie rocciose, mai visitate dal basso, ma sempre viste durante le gite sule sentiero di Serra le Tre Finestre. Dopo una bella faticata fui costretto dal fitto bosco a mollare gli sci e proseguire a piedi. E la scoperta fu di quelle che ti lasciano a bocca aperta. Un parco giochi vastissimo, in una zona tuttavia selvaggia ed isolata. Infinite linee di salita possibili, anche un bellissimo canale (da me battezzato come “Canale 666”) che conduce propio sin in cima a Serra Tre finestre. Ma a catturare la mia attenzione fu subito quelle netta fessura su roccia ottima, leggermente obliqua a dx. La osservai in tutte le angolazioni, feci foto, le osservai dal pc a casa, immaginando la linea..sperando in una linea affascinante. Poi arrivò l’estate ed altre linee occuparono la mia mente. Ma come tutti i cicli della natura, la neve è tornata a fare capolino sulle montagne di casa. In ritardo ma è tornata, anche quest’anno per fortuna. Allora, in una giornata di forte vento in quota, penso che non sarebbe male metter mano a quella linea, di sicuro più protetta dai venti di cresta. Propongo la destinazione a Sacchetto che pare entusiasta.. “sì mi ricordo mi parlasti l’anno scorso di questo nuovo posto”. Io ormai l’ho nominato “Mat Nevis”, un altro angolo di Scozia nel bel mezzo dei monti del Matese molisani..apparentemente delle guglie vicine alla strada, realmente un mondo isolato e ancora selvaggio. A partire dal lungo e ripido “sentiero” che si deve percorrere per accedervi. “The number of the beast” inaugura questo nuovo spot e lo fa con tutta l’energia di un classico dei Maiden: catapultati in una realtà assurda, fatta di incastri a volte precari, arrampicata esigente, protezioni da piazzare ricorrendo ad ampio uso di magia e stregoneria affinché siano efficaci, muschio ed erba ghiacciata a condire il tutto. Mi piace immaginare che in fondo al “canale 666”, ben visibile una volta arrivati in cima al “Mat Nevis”, ci sia il diavolo in persona sogghignare “saranno passati indenni questi poveri umani in cerca di guai?” Cosi’ penserà lui ogni volta che qualcuno ficcherà il naso in questo freddo inferno di ghiaccio e roccia da agganciare!

Grazie ad Antonio Patullo “Sacchetto” per avermi affiancato in questa splendida avventura ed a Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma per il supporto. 

Riccardo Quaranta Guida Alpina

 

“THE NUMBER OF THE BEAST” 145m, M6+ e AI3, R3, III (ED-)

R. Quaranta e A. Patullo, in libera dal basso il 19/1/2023

“Serra Le Tre Finestre” parete N, Monti del Matese (Molise) 

ACCESSO 

Ci si dirige verso la località di Campitello Matese (SP106) ma non la si raggiunge e ci si ferma presso località “Pianelle” (41.466661538535575, 14.416235905539692), prima di un tornate a dx e di un paravalanghe in cemento. Da questo luogo, pianeggiante con rifugio-ristorante a pochi passi, la parete è già visibile, in alto a sx. Si parcheggia senza intralciare il traffico sulla SP.

AVVICINAMENTO

Ci si porta a sx della strada (area picnic con struttura in legno) e si imbocca l’ampio sentiero CAI n. 116 che conduce all’eremo di S. Egidio. Lo si segue dapprima in discesa, portandosi nel bosco, fino a reperire l’attacco di un canalone sulla dx (è il secondo che si incontra da dove inizia il bosco). Si abbandona il sentiero e si inizia a risalire il canale, sbarrato di tanto in tanto da briglie in pietra. Ci si tiene, nella parte più alta, o a dx o a sx del canale (più comodo), fin quando il terreno si fa più ripido. Si continua nel bosco fino ad uscirne, con l’anfiteatro roccioso ormai a poca distanza. Con un leggero diagonale a sx ci si porta sotto la parete. 1h30-2:00h dal parcheggio, a seconda dell’innevamento. 

 

RELAZIONE

L1: M6+/7 e AI3, 35 m

Si attacca l’evidente fessura verticale subito con un primo passo non banale (friend giallo), si perviene ad un alberello (fettuccia lasciata) fin dove la fessura si allarga (nut incastrato). Si affronta il seguente tratto aggettante (tratto chiave, 2 chiodi normali lasciati) fino ad una zona leggermente appoggiata. Si continua in leggero diagonale a dx sempre seguendo la fessura fino a pervenire su comoda ampia cengia. Sosta su albero

L2: M6 e AI3, 30 m

Ci si riporta a dx (faccia a monte) attaccando una netta e bella fessura (M6, friend e chiodo che esce per metà lasciato), poi in leggero diagonale su una bella zona di ganci solidi su roccia (friend e nut); si affronta un traverso tecnico a sx sotto una zona di rocce aggettanti (M5+), poi dritti puntando ad una piccola comoda cengia dove si sosta comodamente. Sosta su 2 fix 8mm. 

L3: M5 e AI3, 40m

Ci si porta a dx della sosta poi dritti fin sotto delle rocce aggettanti che si usano per solidi agganci per traversare verso dx in direzione di un albero. Da questo dritti per AI e teppe d’erbe a puntare ad una bassa fascia rocciosa dove si sosta. Sosta su 2 fix 8mm.

L4: M4/5 e AI facile, 40m

Dalla S3 si traversa 5-6 metri a sx, poi dritti dentro un camino accennato superato il quale si sale dritti su difficoltà decrescenti. Si punta ad un grande masso sull’orlo della parete (attenzione!) sul quale si fa sosta. Sosta su masso.

DISCESA

Si percorre la cresta verso sx (attenzione a non tenersi troppo sul bordo dx che guarda il canale sottostante) fino ad intercettare un canalino sulla dx. Attrezzare una doppia utilizzando i faggi e discendere il canalino, pervenendo al “Canale 666” (prima salita R. Quaranta in solitaria il 22/3/2022). Discendere lungo questo (prestare attenzione alla stabilità del manto nevoso) e costeggiando le rocce sulla dx pervenire nuovamente alla base della parete. 

MATERIALE

Mezze corde (anche da 50m), serie completa di friend dallo 0.3 al 3, set di nut, 5-6 chiodi da roccia, nda.

NOTE

Via impegnativa sia tecnicamente che per quello che concerne le protezioni; l’uso degli spit è stato relegato solo alle soste di L2 e L3, qualche chiodo lasciato lungo L1 e L2. L’ambiente è assolutamente suggestivo ed isolato. DA AFFRONTARE ASSOLUTAMENTE CON MANTO NEVOSO ASSESTATO (si veda anche “DISCESA” lungo il “Canale 666”). La cima, che fa parte dell’ampio versante N di “Serra Le Tre Finestre” non ha nome sulle carte IGM pertanto è stata da noi chiamata “MAT-NEVIS”.

 

Share

“Back in black” nuova via invernale allo Sperone Franchetti – Gran Sasso

Visto che in diversi mi stanno scrivendo per avere info su questa linea aperta nel Vallone delle Cornacchie, sullo Sperone Franchetti, nel cuore del Gran Sasso, scrivo qui una veloce relazione.

Si tratta di un couloir che delimita a sx lo sperone su cui sono state tracciate le vie estive. Ben visibile già dal parcheggio di Cima Alta con un buon binocolo per accertarsi delle condizioni. L’itinerario è facile e godibile; con assenza o poca neve durante l’avvicinamento diviene ancora più piacevole e può nel caso essere abbinato ad una salita più lunga ed impegnativa se resta tempo. Spunta proprio a ridosso dei nuovi bagni del rifugio Franchetti ed è possibile facilmente reperire la sosta se ci si vuole calare alla base (sufficienti due doppie, la prima da 40m e la seconda da 60m). Nella relazione descrivo l’accesso dal basso.

Prestare molta attenzione alla stabilità del manto alla base dello sperone, nonché ad accidentali scivolate perché ci si ritroverebbe direttamente sull’A24 …

 

“BACK in BLACK” 100 m, AI 2+, M3, II (AD+/D-)

Sperone Franchetti, Vallone delle Cornacchie, Gran Sasso

Riccardo Quaranta e Francesco Del Vecchio dal basso il 6/1/2023

Prima Rp S. Mazzolini, D. Donini & Co. il 8/1/2023

 

ACCESSO

Come per le vie estive ma al cippo di cemento traversare decisamente a sx, in discesa, per portarsi alla base della parete sottostante (prestare attenzione co terreno particolarmente ghiacciato). Individuare una rampa di AI che sale in diagonale verso dx verso un evidente colatoio.

L1, 60m, AI 2+ e 60°

Salire la rampa al termine della quale c’è un fix, poi dritti per una bellissimo tratto di alpine ice (sottile) fino ad una zona più pianeggiante; proseguire dritti su pendio più facile, bordato da rocce a dx (friend) al termine del quale si traversa a sx e si sosta comodamente. Sosta su fix inox 8mm e maglia di calata.

L2, 40m, AI2, M3 e 60°

Ci si porta a dx su ghiaccio sottile, poi dritti verso un piccolo bombamento che si supera con divertente passaggio di misto (M3), poi lungo il canale nevoso a reperire la sosta sulla sx (2 fix con cordone, fin qui 40m) o direttamente alla staccionata del rifugio con altri 15 m circa.

DISCESA

A piedi lungo il sentiero di accesso al rifugio Franchetti.

MATERIALE

Corda da 60m, ganci da ghiaccio, scelta di friend dal grigio al rosso BD, scelta di dadi; chiodi da ghiaccio sostanzialmente inutili essendo il ghiaccio abbastanza sottile e comunque possibilità buone di proteggersi su roccia.

Grazie a Francesco per aver condiviso con me in spensieratezza questa salita.

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

 

Share
  • web

“L’anno che verrà”, nuova multipitch “plaisir” alla Rocca di Oratino, Molise

Era un po’ di tempo che non tornavo alla Rocca per aprire qualche itinerario. Complice un inverno che non c’è e, soprattutto, una linea che avevo in testa da tempo, mi sono deciso a farlo.

Ogni volta è sempre interessante confrontarsi con quello che si è immaginato di trovare e la realtà delle cose, forse la parte più stimolante dell’aspetto creativo. 

Questa volta ho deciso di aprire dall’alto per velocizzare il più possibile gli aspetti di pulizia e di messa in sicurezza, passando con il tracciato nelle zone con roccia più solida. Non è uno stile che amo. Questa è la seconda via che apro così, ma ogni tanto i compromessi fanno bene, soprattutto alla schiena, dopo lunghe giornate di lavoro in solitaria. 

Ecco, trovare una linea che prendesse sole il prima possibile, aerea ed esposta, ma popolare. Ormai per rendere una via popolare è necessario (o quasi) fare abbondante uso di spit. In tanti non sanno usare le protezioni mobili, in tanti si perdono nonostante relazioni super dettagliate. E così le vie cadono in abbandono, a parte pochi temerari che continuano a gioire nel dover far uso maggiore del cervello e spesso della fantasia. Questo è, che ci piaccia o meno. Per chi apre vie credo sia un po’ sconfortante osservare le proprie creature dimenticate dai più, almeno nella visone che ho io dell’aprire vie, che siano esse in ambiente o in falesia.

Il successo o meno de “L’anno che verrà” lo decideranno i ripetitori. Di certo è la via più “plaisir” della Rocca: accanto ad avvicinamento irrisorio e facile discesa a piedi, offre tiri totalmente attrezzati a fix 10mm, idem le soste, le difficoltà obbligatorie sono molto contenute (5b). La roccia è mediamente buona e l’esposizione nel secondo e terzo tiro si fa apprezzare particolarmente, senza risultare mai pericolosa. Consigliata in tutte le stagioni: il sole arriva in tarda mattinata in inverno, abbastanza presto in estate.

“L’anno che verrà” fu scritta da Lucio Dalla nel 1979, lo stesso anno della mia nascita ed ha un testo tremendamente attuale: un mondo ancora in guerra, nel 2023, ma anche un messaggio di speranza per il futuro, “il nuovo anno porterà ad una trasformazione” Ecco, è lo stesso augurio che ho nel cuore per uno stop alla guerra.

Grazie a Climbing Technology e Campo Base Roma per il supporto

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

RELAZIONE

“L’anno che verrà” 70m, S1, I, 5c max, 5b obb. – Rocca di Oratino, parete SW

Aperta da Riccardo Quaranta in più giorni nel dicembre 2022 dall’alto.

Prima RP Riccardo Quaranta e Paola Quaranta il 25/12/2022

 

ACCESSO

Come per la falesia “La Rocca”, Oratino (CB)

AVVICINAMENTO 

Dal parcheggio si prende una traccia di sentiero subito sulla sx, alla base di una grande pietraia (ometti). Si seguono gli ometti, si attraversa una zona con massi caduti di recente e sempre a mezza costa si arriva sotto il lato ovest della Rocca. Da qui ci si porta alla base del primo pilastro, a dx della perpendicolare della torre che è sulla sommità. Nome alla base, si veda anche il tracciato in foto.

L1, 25m, 5c

Si attacca un ampio diedro-camino che conduce su una cengia erbosa, poi in blocca prima dritti poi un po’ a dx, si rientra a sx e si affronta un piccolo strapiombo. Più facilmente si supera un leccio e si sosta comodamente a sx di un vago diedro a blocchi. Sosta su 2 fix da collegare.

L2, 25m, 5c

Ci si sposta a dx della S1, si sale dritti nel diedro, per poi iniziare a traversare verso dx, giungendo ad una ampia cengia con un grande masso. Ci si salesopra e si affronta la placca (passo chiave, 5c max, 5b obb.), poi verso l’aereo spigolo a sx ed infine si perviene su comoda cengia dove si sosta. Sosta su 2 fix da collegare.

L3, 20m, 5b

Dalla S2 a sx verso lo spigolo (si consiglia di stare sul filo dove la roccia è migliore) che si segue fino ad ampia cengia. Poi dritti superando una serie di tetti a dx delle protezioni, poi sullo spigolo facile ed esposto fino al termine. Sosta su 2 fix collegati.

DISCESA

A piedi. Ci si porta sulla crestina e la si scavalca portandosi sul versante E; si segue la corda fissa, poi ancora in diagonale verso S fino a reperire una seconda corda fissa che consente di rientrare a sx e poi facilmente su traccia di sentiero verso la torre della Rocca. Da qui per facile sentiero in 2’ nuovamente al parcheggio. 

Materiale: corda singola (sufficienti 50m), 12 rinvii, eventualmente fettucce per ridurre gli attriti.

Share

Speciale VACANZE di NATALE 2022-’23

Ecco un po’ di proposte per il periodo natalizio.. da non dimenticare che è sempre possibile regalare un’esperienza con la guida a chi desideriamo! Per le altre attività programmate si veda il calendario inverno 2023

26/12 Ice for children

Uscita di mezza giornata dedicata alla conoscenza della montagna invernale da parte dei più giovani. E’ infatti riservata a ragazzi e ragazze dai 12 ai 18 anni con una buona preparazione fisica.

Dove: Molise o Abruzzo (in base alle condizioni nivo/meteo)
Materiale: fornito (piccozza e ramponi)
Costo: 70 euro/persona (min 3 max 5 persone)
Durata: mattina fino ad ora di pranzo

3/1 Ice & Rock

Uscita che unisce due mondi apparentemente distanti ma in fin dei conti si tratta dello stesso gesto. Quindi arrampicata con piccozza e ramponi la mattina e nel pomeriggio via di più tiri su roccia!

Dove: Molise, Campitello Matese e Rocca di Oratino
Materiale: eventualmente fornito
Costo: 100 euro/persona (3 persone)
Durata: intera giornata

4/1 Rock & Sea

Via di più tiri a picco sul mare! E’ necessario saper arrampicare su vie in falesia da secondi di 5b/c ed avere una buona confidenza con vuoto ed esposizione.

Dove: Lazio, Gaeta
Materiale: fornito
Costo: 140 euro/persona (2 persone)
Durata: mattina fino al primo pomeriggio

6/1 Esperienza con piccozza e ramponi

Per chi volesse avvicinarsi per la prima volta all’uso di piccozza e ramponi, questa è l’occasione buona. All’interno di una facile gita sarà mostrato l’uso di piccozza e ramponi con le varie tecniche (“cramponage”)

Dove: Molise o Abruzzo (in base alle condizioni nivo/meteo)
Materiale: fornito (piccozza e ramponi)
Costo: 80 euro/persona (min 4 max 6 persone)
Durata: mattina fino al primo pomeriggio

7/1 Mixing at the moonlight!

Esperienza di salita di una via di misto ma… al chiaro di luna! Necessaria una minima esperienza pregressa nell’uso di piccozza e ramponi su terreno classico.

Dove: Molise
Materiale: personale, compreso di lampada frontale
Costo: 170 euro/persona (2 persone max)
Durata: serata fino alle 22:00 circa

Share

Falesia trad “Km 37”, Crognaleto (Teramo)

“La apro o non la apro?” “Vale o non vale la pena?” “E se è tutto lavoro perso?” Queste le domande che mi hanno accompagnato durante la mia passeggiata sotto quella che è diventata la prima falesia trad su arenaria in Abruzzo. Non mi interessa tanto il “prima.. o primo a fare..”, perché oggi sembra che bisogna sempre essere primi in qualcosa. Quello che mi interessa di più è creare qualcosa di interessante, per me e per gli altri. Magari qualcosa che non sia così scontato e che abbia insito un aspetto di novità che lo renda accattivante. 

Leonardo su “Houston..abbiamo un problema” 6c trad

La falesia “Km 37” miscela arenaria e scalata trad, questo già credo sia sufficiente per dare quel tocco di particolarità che possa stuzzicare le menti più curiose. Ci troviamo in una delle zone più affascinanti della montagna teramana, la Val Vomano. Durante una delle mie passeggiate alla ricerca di un luogo dove poter praticare del trad mi sono imbattuto in questa fascia rocciosa, a dire il vero anche abbastanza lunga ma anche bassa. Lo sviluppo verticale non supera i 10 m e da questo i miei dubbi. Alla fine ho rotto l’indecisione ed affiancato da Simone “Zeta” Saccomandi, in una giornata incerta in quota, abbiamo aperto le prime quattro linee.

Simone “Z” in apertura su “Misto lana”

Intanto avanzava già l’autunno e la valle mi ha accolto con colori sempre più incantevoli: le giornate trascorse spesso da solo a pulire le linee sono state sempre giornate immerse in un’atmosfera stupenda ed appartata. Anche se la strada SS80 del Gran Sasso scorre a due passi dal sito che è però del tutto isolato da questa. 

I primi nomi..

Al termine dei lavori ne sono uscite fuori 12 linee di trad o clean climbing (ci sono solo le soste attrezzate) dal 5a al 7a dove, a dispetto dello sviluppo, la scalata non è mai banale; le fessure sono spesso nette ed offrono ottimi piazzamenti per i friend.

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Insomma credo (e crediamo insieme a chi mi ha affiancato) che possa essere un buon luogo per trascorrere giornate fuori dai soliti schemi, in ambiente top e con un avvicinamento davvero ridicolo (circa un minuto). Per i dettagli si rimanda alla scheda tecnica.

La stupenda fessura aggettante di “Phantom of the opera” 7a trad

km 37 trad

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Ringraziamenti

Un grande grazie va a Simone “Zeta” Saccomandi ed Alessio Nunziata per avermi affiancato in un paio di splendide giornate; grazie a Matteo e Leonardo con cui ho salito tutti i tiri, trascorrendo altrettante giornate epiche. Infine, visto che lavoro e materiale sono stati totalmente autofinanziati da me, grazie ancora a chi crede da anni nel mio lavoro e, soprattutto, nella mia passione: Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma.

Riccardo Quaranta Guida Alpina

TUTTI I DIRITTI RISERVATI ©

VAI ALLA SCHEDA TECNICA

Share

News Falesia “Casale”, Oratino (CB)

E’ tempo ormai di scrivere un resoconto dei lavori che hanno riguardato la falesia “Casale” ad Oratino, dal tempo dell’uscita della guida “Molise Rock” ad oggi. Si tratta quindi di una serie di informazioni che non troverete nella guida perché successive alla sua uscita; pertanto spero possano essere di integrazione a quelle contenute nel lavoro cartaceo.

Settore “Alveari”

Partendo dall’estremo margine sinistro sono state aperte tre vie trad (si veda figura).

Nuove vie trad settore “Alveari”, Oratino

Per la salita di queste sono sufficienti una serie di friend dallo 0,5 al 2 BD ed una scelta di dadi medio-piccoli (in particolare per “L’esercito sul pianerottolo”. Tutte le vie hanno sosta attrezzata a fix o resinati ed hanno una buona proteggibilità (R1)

 

Settore “Felce Azzurra”

Tra il settore “Alveari ed il settore “Orizzonti Perduti” è stato iniziato un lavoro di pulizia e sistemazione della base in occasione dell’apertura della prima via a più tiri della falesia, “Felce Azzurra” di cui riporta tracciato e relazione.

Il tracciato di “Felce Azzurra”

 

Settore “Orizzonti Perduti”

Un gran lavoro di restyling ha riguardato diversi itinerari presenti in questo settore. Partendo da un lavoro di pulizia alla base che ha reso il muro ben più solare ed accogliente. Passando alle vie ecco l’elenco delle novità

I nuovi tiri del settore “Orizzonti Perduti”

  • “Tramonto occidentale” ha una nuova sosta omologata inox 316L
  • “Sud afternoon”, richiodata a fittoni resinati e più vicini rispetto alla versione originale
  • “Orizzonti perduti”, lavoro di consolidamento su un masso nei pressi del passo chiave, aggiunta di un fittone in uscita e sosta nuova in acciaio inox 316L
  • “Campane tibetane”, totalmente richiodata a fittoni inox, allungata di 4-5m e sosta nuova omologata inox
  • “Buetterfly on a wheel” nuovo tiro trad che vale 6b; corre alla destra di “Regalo di un padre” e finisce sulla catena di “Campane tibetane”. Nel camino tenersi assolutamente a sx perché sull’altro lato la roccia è rotta
  • “Colazione da Tiffany” allungata con sosta nuova (in comune con “I giardini dell’Eden”)
  • “Le torri gemelle”, richiodata a fittoni resinati inox e distanze ottimizzate, sosta inox nuova
  • “November rain”, nuovo tiro sportivo a dx della precedente, 6a+ (novembre 2021)

Ringrazio al solito i miei supporter Climbing Technology, Campo Base Outdoor Roma e Sacchetto per l’aiuto sul campo.

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

Meteo solare in apertura su “Felce Azzurra”!!

Share

Stage di arrampicata in Sardegna – Ottobre 2022

Settembre ed ottobre sono senza dubbio tra i mesi migliori per visitare e scalare in Sardegna. Così anche quest’anno torna l’appuntamento con una settimana dedicata alla roccia, al mare, al cielo della costa occidentale sarda. Puoi consultare il programma cliccando qui

Qui un breve video amatoriale con immagini del viaggio del 2021…

Share