“Hysteria” nuova multipitch alla Rocca di Oratino, Campobasso

A volte le necessità arrivano prima delle realizzazioni. Cosa significa? Significa che in certi periodi della vita di chi si dedica a pareti e montagne, come me, arrivano esigenze, volontà che devono essere soddisfatte. In questo caso si tratta della voglia di trascorrere giornate da solo, aprendo sulla parete di casa, in autoassicurazione dal basso. Ecco, l’esigenza di ri-confrontarmi con me stesso e solo con me, può essere la molla che mi ha spinto nella genesi di “Hysteria”. La stessa voglia di solitudine e di confronto con me stesso è rimasta quando ho deciso di fare la prima ripetizione della via e di farla da solo e di cercare di realizzarla in libera. Ecco quindi che tutto deve essere allineato: volontà, allenamento, tecnica, tempo (sia metereologico che cronologico). Mi sento pronto e mi piace l’idea di una prima RP auto-assicurata. Tutto per fortuna fila liscio e la Rocca mi regala un ennesimo tramonto, di quelli frizzanti ma pieni di rosso. Riesco anche nella libera e questo mi fa gioire perché è uno stile più difficile che andare in due. E mi riesce al primo giro.

“Hysteria” è un omaggio ai Def Leppard ma anche ai miei umori sempre altalenanti. E’ una sfida ad una parete rossastra, ad una serie di pance che si susseguono a tentare di sbarrare la strada ai ficcanaso come me, agli astronauti verticali che immaginano, dietro ogni tiro, il “viaggio” della propria vita verticale.

Buone scalate e buona vita!

P.S. grazie a chi mi sostiene da sempre: Climbing Technology & Campo Base Outdoor Roma

Riccardo Quaranta

Parete ovest rocca oratino con il tracciato della via “Hysteria”

Scarica la relazione di “Hysteria”

Share
  • web

“L’anno che verrà”, nuova multipitch “plaisir” alla Rocca di Oratino, Molise

Era un po’ di tempo che non tornavo alla Rocca per aprire qualche itinerario. Complice un inverno che non c’è e, soprattutto, una linea che avevo in testa da tempo, mi sono deciso a farlo.

Ogni volta è sempre interessante confrontarsi con quello che si è immaginato di trovare e la realtà delle cose, forse la parte più stimolante dell’aspetto creativo. 

Questa volta ho deciso di aprire dall’alto per velocizzare il più possibile gli aspetti di pulizia e di messa in sicurezza, passando con il tracciato nelle zone con roccia più solida. Non è uno stile che amo. Questa è la seconda via che apro così, ma ogni tanto i compromessi fanno bene, soprattutto alla schiena, dopo lunghe giornate di lavoro in solitaria. 

Ecco, trovare una linea che prendesse sole il prima possibile, aerea ed esposta, ma popolare. Ormai per rendere una via popolare è necessario (o quasi) fare abbondante uso di spit. In tanti non sanno usare le protezioni mobili, in tanti si perdono nonostante relazioni super dettagliate. E così le vie cadono in abbandono, a parte pochi temerari che continuano a gioire nel dover far uso maggiore del cervello e spesso della fantasia. Questo è, che ci piaccia o meno. Per chi apre vie credo sia un po’ sconfortante osservare le proprie creature dimenticate dai più, almeno nella visone che ho io dell’aprire vie, che siano esse in ambiente o in falesia.

Il successo o meno de “L’anno che verrà” lo decideranno i ripetitori. Di certo è la via più “plaisir” della Rocca: accanto ad avvicinamento irrisorio e facile discesa a piedi, offre tiri totalmente attrezzati a fix 10mm, idem le soste, le difficoltà obbligatorie sono molto contenute (5b). La roccia è mediamente buona e l’esposizione nel secondo e terzo tiro si fa apprezzare particolarmente, senza risultare mai pericolosa. Consigliata in tutte le stagioni: il sole arriva in tarda mattinata in inverno, abbastanza presto in estate.

“L’anno che verrà” fu scritta da Lucio Dalla nel 1979, lo stesso anno della mia nascita ed ha un testo tremendamente attuale: un mondo ancora in guerra, nel 2023, ma anche un messaggio di speranza per il futuro, “il nuovo anno porterà ad una trasformazione” Ecco, è lo stesso augurio che ho nel cuore per uno stop alla guerra.

Grazie a Climbing Technology e Campo Base Roma per il supporto

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

RELAZIONE

“L’anno che verrà” 70m, S1, I, 5c max, 5b obb. – Rocca di Oratino, parete SW

Aperta da Riccardo Quaranta in più giorni nel dicembre 2022 dall’alto.

Prima RP Riccardo Quaranta e Paola Quaranta il 25/12/2022

 

ACCESSO

Come per la falesia “La Rocca”, Oratino (CB)

AVVICINAMENTO 

Dal parcheggio si prende una traccia di sentiero subito sulla sx, alla base di una grande pietraia (ometti). Si seguono gli ometti, si attraversa una zona con massi caduti di recente e sempre a mezza costa si arriva sotto il lato ovest della Rocca. Da qui ci si porta alla base del primo pilastro, a dx della perpendicolare della torre che è sulla sommità. Nome alla base, si veda anche il tracciato in foto.

L1, 25m, 5c

Si attacca un ampio diedro-camino che conduce su una cengia erbosa, poi in blocca prima dritti poi un po’ a dx, si rientra a sx e si affronta un piccolo strapiombo. Più facilmente si supera un leccio e si sosta comodamente a sx di un vago diedro a blocchi. Sosta su 2 fix da collegare.

L2, 25m, 5c

Ci si sposta a dx della S1, si sale dritti nel diedro, per poi iniziare a traversare verso dx, giungendo ad una ampia cengia con un grande masso. Ci si salesopra e si affronta la placca (passo chiave, 5c max, 5b obb.), poi verso l’aereo spigolo a sx ed infine si perviene su comoda cengia dove si sosta. Sosta su 2 fix da collegare.

L3, 20m, 5b

Dalla S2 a sx verso lo spigolo (si consiglia di stare sul filo dove la roccia è migliore) che si segue fino ad ampia cengia. Poi dritti superando una serie di tetti a dx delle protezioni, poi sullo spigolo facile ed esposto fino al termine. Sosta su 2 fix collegati.

DISCESA

A piedi. Ci si porta sulla crestina e la si scavalca portandosi sul versante E; si segue la corda fissa, poi ancora in diagonale verso S fino a reperire una seconda corda fissa che consente di rientrare a sx e poi facilmente su traccia di sentiero verso la torre della Rocca. Da qui per facile sentiero in 2’ nuovamente al parcheggio. 

Materiale: corda singola (sufficienti 50m), 12 rinvii, eventualmente fettucce per ridurre gli attriti.

Share

ROCK CLIMBING DAY!

SABATO 26 MARZO 2022 – MOLISE

Giornata di arrampicata su roccia dedicata a chi è alla PRIMA ESPERIENZA ed a chi ha iniziato da poco e volesse migliorare la propria tecnica affiancato da una Guida Alpina e da istruttori di arrampicata. La giornata è organizzata in collaborazione con ASD Orizzonti Verticali Campobasso.

PROGRAMMA di MASSIMA

Ritrovo ore 10:00 e trasferimento in falesia; la località sarà scelta in base alle condizioni meteo e comunicata ai partecipanti in forma privata.

Gli allievi saranno divisi in piccoli gruppi di 2-3 persone in  base al livello personale ed esperienza, seguiti da istruttori di arrampicata, sotto il coordinamento e la supervisione della Guida Alpina.

Le attività termineranno per le 17:00

Necessario abbigliamento da trekking (o comunque sportivo), zaino 20l min, colazione al sacco. Per chi avesse necessità sarà fornita l’attrezzatura tecnica necessaria (imbraco, casco, scarpette, ecc.)

ISCRIZIONI e COSTI

Le iscrizioni sono da effettuarsi entro il 20/3 mediante il versamento della quota che è di 50,00 euro. Le modalità saranno comunicate scrivendo una email a info@riccardoclimbing.com

 

Share

“Power” – Rocca Oratino – Video apertura

Video amatoriale dell’apertura di “Power”, alla parete ovest della Rocca di Oratino in Molise. I primi due tiri sono stati aperti in autosicura dal basso e i restanti sempre dal basso ma affiancato dalla preziosa sicura di Laura. Ho aperto questa via adottando uno stile che prevedesse di piazzare le protezioni fisse laddove piantavo chiodi in maniera da far restare inalterato l’ingaggio complessivo. Questo si traduce in lunghi run-out sul terzo tiro che rappresenta il tiro chiave sia per impegno psicologico che per difficoltà tecnica. Successivamente all’apertura la via è stata pulita da terra e sassi; i fix da 8mm sono stati tutti sostituiti da resinati 10mm in inox 316L, comprese le soste. Resta tuttavia un itinerario NON sportivo per le ragioni prima menzionate. Sezioni atletiche nelle prime due lunghezze si alternano a sezioni più tecniche e di boulder come il terzo tiro; le ultime lunghezze offrono invece un’arrampicata di relax e scorci panoramici notevoli. Per la relazione dettagliata si rimanda a questo link: https://www.planetmountain.com/rock/v… oppure in forma cartacea sulla guida “Molise Rock” edita da Versante Sud.

Si ringrazia: Climbing Technology – Garmont – Campo Base Outdoor Roma

Share
  • IMG_7186
  • IMG_7189
  • IMG_7194 2
  • IMG_7213 2
  • IMG_7225 2
  • IMG_7233 2
  • IMG_8002
  • tracciato battle hymn copia

Battle Hymn – Inno di Battaglia, M. Croce Matese – Relazione

Questo inverno non ci possiamo lamentare: iniziato come da anni non si vedeva..infatti eravamo ancora nel 2020 e qualche ulteriore novità ce la doveva riservare. Non male comunque, quindi, per gli amanti della neve e del ghiaccio. Nel gruppo del Matese già da dicembre 2020 si sono potuti salire diversi itinerari sia classici che più moderni, segno di condizioni già più che buone.

Soliti giri quindi con il naso all’insù per cercare di capire dove potersi divertire magari salendo qualcosa di nuovo. 

Rientro da una due giorni in zona Sperlonga per lavoro e subito il giorno successivo sono in giro di perlustrazione insieme a Michele (“Slot” per gli amici). Visto che in alto c’è già nebbia, decidiamo di vedere la situazione alla Grotta delle Ciaole, altro luogo culto per gli amanti del ghiaccio/misto/dry matesino. Per fortuna avvicinamento su fondo duro, che goduria…ogni volta che si esce dal boschetto e la parete si palesa, per me è come grattare un “gratta e vinci”. C’è sempre emozione, c’è sempre la foga di sapere come stanno le “classiche” (in realtà qui di vie classiche in senso alpinistico ce ne sono un paio al massimo…sic) Dato uno sguardo generale, mi cade l’occhio su una bella linea accanto a “The talisman”, via che ho aperto anni addietro. Sembra un giusto compromesso tra ghiaccio, roccia e impegno atletico.. Finiamo il giro di perlustrazione e saliamo alla fine “Spyroid”, che regala sempre belle emozioni (e mutande parzialmente colorate..).

Dopo un paio di giorni siamo alla base, armati di tutto punto per aprire la linea che avevo osservato. A noi si è unito anche Antonio, in arte “Sacchetto”, per lui si tratta della prima apertura di una via di misto. La costante della giornata sarà un freddo micidiale, visto che partiamo dal parcheggio con – 5 °C e vento sostenuto da N. Ovviamente la parete dove ci troviamo è esposta a N. Attacco la linea di ghiaccio con ottimismo, ma alla fine la situazione è peggiore di quanto avessi immaginato visto che in alcuni tratti il ghiaccio è staccato totalmente dalla base (probabile effetto della pioggia dei giorni precedenti). Quindi si succedono i “crock”, come se stessi scalando su una parete di patatine fritte..e tutto ciò non mi rende affatto tranquillo. Sarà anche per questo che dopo nemmeno 5-6 m e il primo fix messo, mi arriva una bollita epica e..blasfema. Intanto più si sale e più il venticello aumenta. Mi porto sotto quello che sarà il tratto chiave della via, ma decido di recuperare i miei compagni, per evitare che congelino del tutto. Attrezzo una sosta che sarà solo provvisoria per l’apertura e li recupero. Il morale sembra buono, come i processi di congelamento in atto (sorrido ripensandoci..). Riparto con un bel runout dalla sosta, passo a 95° non protetto (pur volendo non si metteva niente), quindi stringo i denti e continuo.

Uno dei passi chiave della via, su L1.

Finalmente riesco a proteggere in maniera a discreta e poter mettere l’ultimo fix di progressione che mi resta. 

Anche mettere la sosta definitiva di questo primo tiro non è facile, ma alla fine riesco e posso finalmente dare l’ok ai miei compagni per recuperarli. La novità è che entrambi hanno deciso di scalare con il piumino..cosa che non è mai accaduta; in particolare Michele di piumini addosso ne ha due..tanto per dare un’idea sulla temperatura. Dal canto mio, mentre li recupero, bevo tè caldo e indosso anche io il piumino, con cui concluderò poi tutta la scalata.   

Il secondo tiro si apre con un traverso a piombo come  un muro di cemento, una serie di passi tecnici per aggirare uno spuntone di roccia e andare ad agganciare una lingua di ghiaccio (vista in realtà dal basso il giorno della perlustrazione). La verità è che quando riesco ad affacciarmi e vedere di persona la consistenza e cosa mi aspetta, beh confesso che non sono stato proprio entusiasta.

Terreno sempre con ghiaccio sottile e senza roccia dove proteggersi. Vabbè vado, ne uscirò anche questa volta..spero senza niente di rotto! Alla fine tiro salito quasi slegato, ad eccezione di un chiodo decente messo poco prima della sosta..mi viene in mente un ritornello cantato da un mio caro amico, sempre durante un’apertura..”comunque andare..”. Anche l’ultimo tiro, che doveva essere una passeggiata, nasconde l’insidia dell’erba non piccozzabile e di un sottile strato di ghiaccio non portante. Quindi sempre con attenzione e senza mai mollare la concentrazione arrivo al boschetto che è sopra la parete. Qui il vento è davvero intenso e con esso il freddo: gela tutto, geliamo noi, materiale compreso. Quindi via di corsa, doppie e scendiamo a temperature più ragionevoli.

E’ nata “Battle Hymn”, come al solito una bella lotta, lotta che per me significa sempre un onesto confronto con me stesso. Grazie ai miei compagni di salita, Sacchetto & Slot per il freddo condiviso! 

“Battle Hymn” – Inno di Battaglia  – M. Croce Matese. 100 m, TD/TD+, tratti a 90/95° 

Riccardo Quaranta, Michele Di Chiro, Antonio Patullo il 18/1/2020 dal basso.

ACCESSO GENERALE

Dalla località di Campitello Matese si segue l’accesso alla parete della Grotta delle Ciaole, per il quale si rimanda alle informazioni reperibili facilmente in internet o alla guida cartacea “Ghiaccio d’Appennino”.

Il settore è il primo che si incontra uscendo dal bosco, dove corre la via “The talisman”, sul margine sx della parete N di M. Croce Matese.

Rispetto a “The talisman”, l’attacco di “Battle Hymn” è circa 10-15 m a dx su un muro abbastanza verticale (spit visibile a 5m). Si veda anche la foto del tracciato.

ITINERARIO

L1 (40m, M5/M6, 3 spit)

Si attacca un muretto a 70°, si supera un tratto a 80° (fix) e poi più facilmente, in leggero diagonale a dx, ci si porta alla base di un camino appena accennato (fix). Da qui dritti con passo a 90-95°, poi in leggero traverso a sx. Di nuovo dritti (fix), a prendere una leggera diagonale a dx, puntando ad un evidente zona rocciosa con un piccolo sgrottamento. Sosta a fix.

L2 (25m, M5) 

Dalla scomoda S1 si traversa pressoché orizzontalmente a sx (passo a 90°, tecnico e delicato) ad agganciare una lingua di ghiaccio, erba gelata e roccia. Da qui dritti puntando ad una specie di tetto che sbarra la parete in alto: terreno sempre delicato con difficoltà nella protezione. Si perviene sotto il tettino dove si sosta. Sosta a fix. 

L3 (35m, M3/M4 ed erba gelata)

Dalla S2 in traverso a dx, si supera un tratto più verticale (70/75°) ma non difficile se in condizioni, poi dritti su terreno via via più appoggiato, puntando agli alberi al termine del pendio. Sosta su albero (cordone lasciato).

DISCESA

In doppia con mezze corde da 50m o 60m. Da S3 a S2 e da S2 a terra. 

MATERIALE

Ganci da misto (almeno 2-3), 1-2 viti da ghiaccio corte, chiodi da roccia, friend piccoli, n.d.a.

Share
  • durante l'apertura dell'ultimo tiro
  • Riccardo Quaranta durante la prima RP
  • Riccardo Quaranta su L3

“Moonchild”, Rocca di Oratino.

Se si cerca sul vocabolario il significato di “rocca” ci si accorge che con tale termine si intende una fortificazione generalmente posta sulla sommità di un luogo isolato ed anche una cima isolata con pareti nude e rocciose. La “Rocca di Oratino”, per non farsi smentire, racchiude entrambe le definizioni: è una parete rocciosa alta fino a 120m sulla cui cresta sorge una torre di epoca medioevale. Insomma, se vogliamo essere sintetici, si tratta di un luogo molto suggestivo a due passi dal capoluogo della regione che non esiste, il Molise.

Riccardo Quaranta su L3 (Foto di Stefano Di Mauro)

Questo posto, così particolare e così ben visibile dalla fondovalle del Biferno, fin dagli anni ’80 è stato teatro di esplorazioni, più o meno verticali, ad opera di speleologi, arrampicatori ed alpinisti. Le tracce di tali passaggi sono tante e per lo scrivente ritrovare ogni tanto un chiodo, una sosta, una vecchia fila di spit 8mm infissi a mano, è sempre una grande emozione. A ricostruire,  per quanto possible, un po’ di storia di quegli anni mi ha aiutato Gianmario Lantella con queste interessantissime note storiche 

In apertura sul quarto tiro

Recentemente, sia ad opera mia che del forte arrampicatore campobassano Pietro Radassao, la Rocca di Oratino sta vivendo una nuova vita. Ho iniziato con l’apertura di una via lunga di ampio respiro e molto panoramica (la “Cresta della Rocca”), a breve distanza temporale ho aiutato Pietro ad ampliare la falesia di monotiri sportivi sul versante N (attualmente circa 30 vie dal grado 4 fino ad 8). Successivamente mi sono dedicato alle vie a più tiri aprendo “Invidia”, poi “Metallica”….infine l’ultima nata “Moonchild”, omaggio ai miei idoli Iron Maiden. 

Durante la prima RP (Foto L. D’Alessandro)

“Moonchild” è una via che sfrutta i punti deboli della parte più “rossa” del versante ovest della Rocca. E’ in questo modo possibile attraversare la zona più strapiombante della parete restando su difficoltà classiche (5c+ max); a patto di accettare un lungo traverso che evita appunto le zone più difficili o con roccia non buona. E’ un itinerario che richiede esperienza su terreno d’avventura: sono presenti spit ma è necessario integrare i tiri con dadi e friend; inoltre diverse soste sono da integrare. E’ stata aperta in libera ed in solitaria dal basso lasciando in posto le protezioni fisse adoperate in apertura; questo ha aggiunto un sapore decisamente caratteristico alle due giornate trascorse da solo in parete.

RELAZIONE “MOONCHILD” Rocca di Oratino

Spero di aver suscitato un po’ di curiosità nel lettore per un angolo di Molise che sono convinto non deluderà chi deciderà di far visita. Sfruttando l’esposizione (ricordo si tratta di una parete ovest) è possibile arrampicare durante tutto l’anno ad eccezione dei periodi più caldi. La ricettività ad Oratino e dintorni è più che avviata; da non mancare l’ottima cucina locale. Per chi volesse combinare roccia e neve/ghiaccio, con 30’ di auto si raggiunge la località sciistica di Campitello Matese dove, oltre che sciare, è possibile praticare alpinismo invernale a tutti i livelli.

Per qualsiasi informazione o consiglio: info@riccardoclimbing.com

Ringrazio Climbing Technology, Garmont e Campo Base Outdoor Roma per il supporto.

Share

Via “Invidia”, Rocca di Oratino, Campobasso – Relazione

La vita spesso fa strani giri, giri molto lunghi per poi magari tornare al punto di partenza. Perché esordisco così? Perché quello della Rocca di Oratino è un luogo che tutte le generazioni molisane di amanti delle attività verticali (dagli speleologi agli alpinisti) hanno frequentato, almeno una volta. Mi riferisco alle generazioni meno recenti, quelle attuali forse la vedono dalla valle e nemmeno si pongono domande. Appartenendo al primo gruppo anche io ho avuto, agli esordi, esperienze in quel posto magico. Fino a decidere, per una serie di ragioni ed un numero infinito di giri di perlustrazione, di tornarci.

Laura prima del traverso terminale di L2

Così, da un anno circa, la Rocca di Oratino sta vivendo una nuova primavera. La “Via della Cresta” ha dato inizio a questa rinascita (qui la relazione),  poi l’ampliamento dell’omonima falesia (ad opera mia e di Pietro Radassao) che ospita tante vie sportive mono-tiro di tutti i gradi; ora è il tempo di vie a più tiri. La prima delle nate è quella che vi presento qui, “Invidia”.

Frutto di tanti giorni di lavoro in parete da solo, rappresenta per me il ritorno alle origini: la Rocca e le tante falesie nei dintorni di Oratino hanno costituito una palestra importante, nel mio percorso sportivo e professionale. La tanta fatica è stata tuttavia supportata da una grande determinazione, dalla voglia di segnare il ritorno con qualcosa di bello, che potesse trasmettere belle emozioni.

Luigi alla partenza di L3

Il nome? Beh uno dei peccati capitali meritava un “nero su roccia”, uno dei sentimenti peggiori e più tristemente diffusi in chi denigra i sogni altrui, soprattutto quando si realizzano. Non temete, tornerò presto con i “miei” nomi , quelli che hanno a che fare con il mondo (ben più nobile) della musica e dei viaggi che essa ci dona!

Grazie a Climbing Technology, Garmont e Campo Base Outdoor per il supporto.

 

Tracciato della via “Invidia”, parete W, Rocca di Oratino, Oratino (CB)

 

VIA “INVIDIA”, Parete W, ROCCA DI ORATINO (Oratino, CB)

85m circa, 6a+, 6a+ obb. RS2, I

Aperta da Riccardo Quaranta in più giornate nel novembre 2019.

Prima ripetizione: R. Quaranta ,L. Tagliaferri, L. D’Alessandro il 12/12/2019 

Tempo per la sola salita: 1.30’/2.00ore

Accesso

Da Campobasso seguire la strada provinciale 41 in direzione Oratino, prima di entrare nel paese prendere a sx in direzione “Fondovalle del Biferno”- Castropignano. Continuare a scendere per qualche chilometro finché apparirà la rocca con la caratteristica torre sommitale. La si raggiunge prendendo un bivio sulla dx, in corrispondenza di un vecchio ponte in disuso chiuso al traffico. Si sale per circa 6-700 m una ripida stradina asfaltata e si parcheggia in uno spiazzo sulla sx, accanto al muro di cinta di una villetta in pietra. Per chi proviene dalla Fondovalle del Biferno (SS 647) lasciarla in corrispondenza del bivio per Oratino, seguire le indicazioni per questo comune fino a giungere in prossimità di un ponte crollato; qui prendere a sx una ripida stradina asfaltata; si parcheggia in uno spiazzo sulla sx, accanto al muro di cinta di una villetta in pietra. 

Avvicinamento 

Dal parcheggio si prende una traccia di sentiero subito sulla sx, alla base di una grande pietraia (ometti). Si seguono gli ometti, si attraversa una zona con massi caduti di recente e sempre a mezza costa si arriva sotto il lato ovest della Rocca. Ancora avanti fino ad una zona più acclive in leggera discesa si perviene all’attacco, con i primi fix argentati ben visibili (meno di 10’ dal parcheggio). Si veda anche foto tracciato. 

Relazione

Via parzialmente attrezzata a fix 10mm, richiede buona dimestichezza nell’uso delle protezioni mobili ed attitudine all’arrampicata “in ambiente”. Roccia da buona ad ottima, tranne pochi e brevi tratti con roccia discreta.  

L1, 30m, 6a

Inizialmente su facile placca in leggero obliquo verso dx, si perviene in prossimità di un tetto che delimita a dx un diedro. Si traversa a dx (fix) e si rimonta un tratto strapiombante. Poi dritti sul filo dello spigolo fino ad un’ampia fessura (friend), da questa sempre dritti si perviene su un’ampia cengia. Sosta su fix da integrare.

L2, 25m, 6a+ 

Si traversa verso sx in direzione di un cordone su cl., si oltrepassa lo spigolo e si entra in un ampio diedro. Lo si percorre fino ad un tratto aggettante (cordone su cl.), lo si affronta con arrampicata in opposizione da non sottovalutare (fix) e si arriva in placca. Ancora dritti ad una zona più verticale (fix) da cui si traversa nettamente a dx (fix). Con arrampicata tecnica in traverso (friend) si perviene alla sosta. Sosta su due fix da collegare. 

L3, 28m, 6a+

Tiro aereo ed esposto su bella roccia. Dalla sosta dritti in un diedro accennato (friend), poi in obliquo a sx (fix) e da questo nuovamente dritti in un piccolo diedro (cordino in kevlar su spuntone). Sempre dritti nel diedrino si supera il passo chiave (friend) e con ribaltamento atletico ci si porta su una piccolissima cengia sulla dx. Da questa dritti ad un fix sotto una zona aggettante che si supera con arrampicata atletica ma sempre su buone prese. In ultimo dritti lungo lo spigolo fino allo sosta, posta sotto un piccolo tetto sul filo di cresta. Sosta su ch. e fittone resinato da collegare.

Discesa

Lungo la cresta (passi di II) in direzione della torre medioevale e da questa nuovamente al parcheggio (5’)

Materiale

N.D.A., serie di friend dallo 0.3 al 2 BD, cordini e fettucce.

 

Riccardo Quaranta Guida Alpina UIAGM

 

Share

Via “Waterfall gully DIRETTA”, M. Miletto, Matese. Relazione e tracciato.

Ci troviamo nel gruppo montuoso del Matese, più precisamente a Campitello Matese. La località sciistica della provincia di Campobasso è dominata dallo sguardo austero dell’anticima N di M. Miletto (2050 m slm), la cima più alta del gruppo matesino. Su questo versante della montagna corrono diverse linee di arrampicata su ghiaccio e misto, per tutti i gusti e di difficoltà medio-alta se si eccettuano 1 o 2 linee più abbordabili (“The thin ice” e “Sud gully”).

Inquadramento del settore

Quella che relazionerò è semplicemente una via stupenda, non tutti gli anni in condizione, in cui si miscelano stili di scalata da vera e propria cascata di ghiaccio a sezioni più tipicamente “appenniniche”, con alpine ice e misto.

Grazie a Chiara per averla condivisa con me, 1000 giornate come questa!

 

“WATERFALL GULLY” DIRETTA, parete N anticima N di M. Miletto, Matese.

Cristiano Iurisci e Luca Luciani il 18/03/2006, la DIRETTA durante la prima Rp di Iurisci – Zulli il 17/01/2009

Relazione e foto della Rp di Riccardo Quaranta e Chiara Delpino nel marzo 2018

Diff. TD+, 65°, diversi tratti a 80° e 90°/95°. I, AI 4+, R2+

Dislivello: 120m, sviluppo 130m; dislivello complessivo 600m (senza impianti)

Tracciato “Waterfall gully” M. Miletto

Accesso

Dal piazzale di Campitello Matese si risale la pista da sci “Lavarelle”, poi la pista dell’ “Anfiteatro” fino ad arrivare in prossimità dell’arrivo dell’impianto di risalita omonimo. Da qui si punta a risalire il conoide di neve dirigendosi verso la porzione centrale della parete fino a pervenire all’attacco (si veda foto);1h-1h15′ dal parcheggio in caso di pista battuta. Una seconda ipotesi, se gli impianti sono aperti, è quella di utilizzarli: da tempo l’impianto dell’Anfiteatro non è attivo, basta tuttavia utilizzare l’impianto “Del Caprio” che conduce a Colle Del Caprio. qui con un traverso a mezza costa verso N si raggiunge l’anfiteatro. Da qui si risale il conoide fino all’attacco dell’itinerario, 30′ dal parcheggio.

Le indicazioni sono date tutte faccia a monte se non espressamente specificato.

Attacco

La via parte in corrispondenza di nette colate di ghiaccio che ne caratterizzano gran parte della prima lunghezza; queste si trovano a sx di un netto diedro/rampa con alla base un grosso sgrottamento da cui conviene far sicura.

Relazione

L1 40m, AI4. Dallo sgrottamento si traversa a sx verso le evidenti colate e stalattiti, si attacca il loro margine sx dove le pendenze sono meno sostenute. Si percorrono quindi 6-7 m di arrampicata su ghiaccio da sogno a  80°-85°, poi si obliqua a sx con pendenze inferiori dirigendosi verso il diedro roccioso su cui si sosta (vecchio chiodo artigianale arancione inservibile, sosta da attrezzare)

L2, 30m, AI3. Dalla S1 si torna a sx, si affronta prima un tratto a 60°, poi il muro tecnico  e continuo a 80°, si perviene ancora ad un tratto più facile e si sosta sempre sul diedro a dx, alla base di un tetto in cui il diedro è sbarrato da un tratto verticale di misto/ghiaccio (sosta da attrezzare)

L3, 50m, AI4+, M5. Dalla S2 nuovamente in obliquo a sx, ci si porta sotto il primo muro, si superano 3 m verticali su misto e/o ghiaccio fino ad una piccola zona appoggiata dove è possibile proteggersi nuovamente. Da qui con delicato obliquo si torna a dx (80°/85°) puntando al fondo del diedro, lo si raggiunge e si sale per 7-8 m a 90° in spaccata su ghiaccio e misto (protezioni distanti e roccia non sempre buona). Poi con difficoltà via via minori si raggiunge il pendio nevoso sommiate. Sosta da attrezzare su roccia o neve.

Con altri 80-90m circa di pendio nevoso si perviene alla cresta in prossimità del caratteristico casotto dei VV.FF. (ripetitore con antenna circolare)

DISCESA

Due possibilità. La prima è dirigersi verso N (con piste da sci sulla dx) mantenendosi in prossimità della cresta, perdere quota fino ad un intaglio netto ed ampio. Imboccarlo, con un primo tratto più ripido 40°-45°), poi con pendenze minori riporta all’interno della conca. Si passa sotto la parte del “Pandoro” ed infine si perviene di nuovo all’attacco della via (20′)

La seconda è preferibile se non si sono lasciati gli zaini alla base, se si vogliono riprendere gli impianti per scendere o se la condizione del manto nevoso sconsiglia di ripercorrere il conoide alla base delle pareti.  Seguire la cresta in direzione S (opposta quindi alla prima soluzione), perdere leggermente quota fino ad intercettare un recinto in cavo di acciaio ed aste di ferro. Seguirlo costantemente man mano che degrada verso valle fino alla quota dell’arrivo dell’impianto del Caprio: qui si potrà decidere di traversare a dx per raggiungerlo o proseguire verso la sottostante pista da sci.

MATERIALE

N.d.a, 6 chiodi da roccia, 4-6 chiodi da ghiaccio medio-corti, 2 ganci tipo “Bulldog” DMM, friend medi (viola, verde, rosso BD)

 

Chiara in uscita da L1

 

Chiara dalla S1

Verso la vetta da S3

Il lago del Matese

Prospettive dal terzo tiro!

L2

Ancora Chiara su L2

Chiara in uscita da L1

Qui in uscita dalle difficoltà di L3

Io prima di iniziare l’impegnativo terzo tiro

Inn azione su L3

Verticalità su L1

 

 

 

 

Share

Una giornata a Pietra Martino 2017


Pietra Martino è un monolite spettacolare che si erge isolato nei campi nel territorio di Salcito (CB).  Per le sue caratteristiche di isolamento, pregio paesaggistico e presenza di specie rare è inserita all’interno del S.I.C. (Sito di Importanza Comunitario “Torrente Rivo”.

Da anni l’ASD Orizzonti Verticali (www.orizzontiverticali.it), la Guida Alpina Riccardo Quaranta (www.riccardoclimbing.com) e il neo-nato “Parco delle Morge” (www.parcodellemorge.it) lavorano alla valorizzazione turistico-sportiva di questo luogo.

Quella di domenica 12 novembre sarà una giornata dedicata alla scoperta delle bellezze di Pietra Martino in cui si avrà la possibilità di raggiungere a piedi la “morgia” (termine molisano con cui si indicano i massi isolati), salire sulla sua cima attraverso un breve e divertente percorso ed ascoltarne la storia, geologica e antropica.

Sarà una giornata dedicata in generale alla scoperta del nostro territorio ed alle attività didattiche riservate ai più piccoli. Infatti nella mattinata è previsto un laboratorio di arti preistoriche in cui i ragazzi saranno coinvolti in attività manuali alla scoperta di antiche tecniche di pittura e di lavorazione della pietra. Ma non finisce qui: altre attività prevista sono traversata dalla Morgia di Pietravalle alla Morgia di Pietra Martino, percorso che a piedi condurrà alla scoperta del territorio che collega questi due siti. Nel pomeriggio previste prove di ARRAMPICATA sulle bellissime pareti di Pietra Martino, affiancati dalla Guida Alpina.

L’incontro è ovviamente aperto a tutti gli sportivi che già praticano arrampicata e che con la loro presenza vorranno sostenere l’iniziativa e la diffusione di una giusta cultura di uso e fruizione del territorio mediante attività eco-sostenibili.

PER TUTTE LE ATTIVITA’ NECESSARIA L’ISCRIZIONE ENTRO MERCOLEDì 8 NOVEMBRE CONTATTANDO I REFERENTI NELLE MODALITA’ INDICATE.

PROGRAMMA

Domenica 12 novembre 2017

ORE 9:30

Ritrovo per tutti presso distributore di benzina Total-Erg sulla SP15 in prossimità del bivio per Salcito (https://www.google.it/maps/place/TotalErg/@41.7317516,14.4829402,23903m/data=!3m1!1e3!4m12!1m6!3m5!1s0x13309ba599186ce9:0x20a83d35ba20afcc!2sTotalErg!8m2!3d41.7313!4d14.5272!3m4!1s0x13309ba599186ce9:0x20a83d35ba20afcc!8m2!3d41.7313!4d14.5272)

Nella mattinata sono previste le seguenti attività, ognuna con un referente che condurrà il gruppo:

  • TREKKING: traversata dalla Morgia di Pietravalle a Pietra Martino
  • LABORATORIO DIDATTICO DI ARTI PREISTORICHE PER RAGAZZI
  • LABORATORIO DI PALEONTOLOGIA E MINERALOGIA PER TUTTI
  • PASSEGGIATA E VISITA DELLA MORGIA DI PIETRA MARTINO

Nel pomeriggio sono previste le attività:

  • ARRAMPICATA SPORTIVA dagli 9 anni in su.

 

DETTAGLIO ATTIVITA’ PROPOSTE

 

TREKKING: traversata dalla Morgia di Pietravalle a Pietra Martino

DURATA: 3 ore

DIFFICOLTA’: E (scala CAI)

DESCRIZIONE: Un’escursione di traversata, sospesa nel tempo tra le incantevoli ed incontaminate

bellezze naturali del “Parco delle Morge”. Una passeggiata a piedi tra le colline di un inconsueto ambiente rurale fatto di speroni rocciosi, boschi e piccoli borghi incasellati in equilibrio precario.

Dal luogo di ritrovo ci sposteremo, con mezzi propri, alla Morgia dei Briganti da dove partiremo alle ore 10:15 dopo una visita veloce all’importante geosito di grande interesse paleontologico e gli abitati rupestri scavati nella roccia. Passeremo quindi attraverso il bosco Pietravalle, attraversando

il torrente Rivo e arriveremo a Pietra Martino o Giannizzera, caratteristica per gli ambienti rupestri (abitazione, locali di deposito, vasche, stalla ipogea) scavati nella roccia ancora parzialmente intatti.

COSTO ISCRIZIONE: gratuito

REFERENTE: MARTINA D’ALESSANDRO. Necessaria prenotazione: cell. +39 333 5793025

_________________________________________________________________

LABORATORIO DIDATTICO di ARTI PREISTORICHE

DURATA: 1 h 30’ (dalle 10.00 alle 11.30)

L’associazione ScopriAmo il Molise propone un laboratorio per mettere alla prova le vostre capacità artistiche utilizzando solo materie prime naturali! Un’esperienza didattica completa e divertente.

Ai piedi di Pietra Martino l’ambiente può essere facilmente sfruttato per un’immersione nella preistoria e in particolare del Paleolitico.

Questo laboratorio attivo permetterà ai ragazzi di scoprire diversi aspetti dell’arte preistorica: incisione, pittura, scultura, musica, ornamenti

  • Si raccomanda per i giovani artisti da 9 anni in su.

DESCRIZIONE DEL LABORATORIO: un’occasione per imparare divertendosi, parlare di evoluzione umana immersi nella natura e sperimentando diversi materiali e tecniche per dipingere e scheggiare la pietra.

SVOLGIMENTO: Reperimento delle materie prime, preparazione dei pennelli, dei supporti di pittura e scheggiatura, dei pigmenti naturali da utilizzare con le tecniche dello spruzzo e delle pennellate.

A conclusione dell’attività ogni bambino porta a casa il proprio dipinto ed un attestato di “Preistoartista” previo questionario riassuntivo delle attività.

FINALITÀ DIDATTICA: Attività tesa a stimolare la curiosità e l’estro del bambino oltre che la sua manualità; durante il laboratorio viene fornito un contesto e vengono spiegate e messe in pratica alcune delle tecniche di pittoriche utilizzate durante la preistoria con particolare attenzione ai materiali ed al valore culturale della conservazione e valorizzazione del paesaggio molisano.

COSTO: 10,00 euro/persona

REFERENTE: DANIELA D’AMORE, archeologa. Necessaria prenotazione: cell. 348 8658996.

_________________________________________________________________

LABORATORIO DI MINERALOGIA E PALEONTOLOGIA

 

 

DURATA: 1 h 30’ (dalle 12.00 alle 13.30)

ADATTO PER BAMBINI E RAGAZZI DA 4 A 100 ANNI.

DESCRIZIONE SINTETICA: dopo una breve introduzione alla conoscenza dei minerali e delle rocce in generale ci soffermeremo su alcuni minerali molisani, in particolare sulla pietra da gesso e delle sue utilizzazioni. Ci soffermeremo ad osservare la roccia che costituisce la Morgia di Pietra Martino che costituirà il collegamento con il mondo dei fossili in generale e, in particolare, quelli in essa contenuti. Spiegheremo cosa sono i fossili, perché li troviamo nelle morge e come si sono formati.

COSTO: gratuito

REFERENTE: Prof. Nicola Petrella.(AIIG, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia) Iscrizione consigliata. A tutti colo che si prenoteranno sarà regalato un piccolo campione della pietra da gesso molisana. Scrivere a npetrella@libero.it

_________________________________________________________________

PASSEGGIATA a PIETRA MARTINO e VISITA ALLA CIMA

DURATA: 45’

DIFFICOLTA’: FACILE

DESCRIZIONE

Facile e panoramica passeggiata per raggiungere Pietra Martino, attraversando un ambiente rurale ancora ben conservato. Salita alla cima della Morgia da cui è possibile ammirare lo splendido paesaggio che circonda questo scoglio ed affacciarsi sulle pareti che precipitano verticalmente per 50 metri! Degustazione di the e pasticcini offerti dall’ASD Orizzonti Verticali

COSTO: gratuito

REFERENTE: ASD ORIZZONTI VERTICALI mail: segreteria@orizzontiverticali.it

_________________________________________________________________

PROVE DI ARRAMPICATA SU ROCCIA 

DURATA: dalle ore 14.00 alle 16.00

DIFFICOLTA’: aperto a tutti

DESCRIZIONE SINTETICA: prove di arrampicata sportiva su roccia per chi non ha mai provato questa splendida disciplina e voglia farlo in totale sicurezza e in una location d’eccezione. L’attività si svolgerà sotto la supervisione della Guida Alpina, unica figura professionale preposta all’insegnamento e all’accompagnamento su questo terreno. Il materiale tecnico quale scarpette ed imbrachi è fornito dalla Guida.

COSTO: 10,00 euro/persona, previa iscrizione scrivendo a info@riccardoclimbing.com

REFERENTE: Riccardo Quaranta, Guida Alpina UIAGM, istruttore di arrampicata. Prenotazione necessaria: info@riccardoclimbing.com o +39 339 4360362

Share
  • Explorer
  • IMG_7378
  • IMG_7381
  • IMG_7385
  • IMG_7396
  • IMG_7404
  • IMG_7413
  • IMG_7420
  • IMG_7423
  • IMG_7426
  • IMG_7429
  • IMG_7431
  • IMG_7443
  • IMG_7452
  • IMG_7458
  • IMG_7459
  • IMG_7387
  • PassaggioSimpatici
  • Sosta

Via “Camomilla”, gruppo M. Meta, Mainarde

Accendo il pc per controllare come al solito le previsioni meteo, sempre più alla ricerca degli asterischi e simboli “meno” davanti alle indicazioni delle temperature. Credo che quest’anno sia stato l’appuntamento praticamente maniacale per tanti amanti della montagna invernale, della neve e del ghiaccio. Le previsioni meteo, di ogni forma, ma sperare ogni volta di vedere qualcosa che assomigliasse al freddo.

Con mio sommo stupore per la giornata del 7 gennaio le previsioni prevedono un brusco calo delle temperature, tanto che in zona M. Meta (gruppo delle Mainarde) sembra che le temperature non saliranno oltre lo zero. Beh, ricordando gli insegnamenti di una persona che è di sicuro tra i miei maestri “in inverno quando ci sono le condizioni molla tutto e vai”, decido di seguire in toto e ben volentieri il consiglio. Dove? A fare cosa? Per lavoro ho sotto controllo un po’ tutta l’area del Molise e vicino Abruzzo, quindi la mia scelta ricade proprio sul gruppo di Monte Meta.

Avevo notato, durante precedenti uscite, che in particolare l’anfiteatro di Monte Metuccia (2105 m slm) conserva sempre tanta neve, molto di più di tante altre zone aventi la stessa esposizione (N-NE) ed è ricco di pareti e pendii di varia inclinazione. Perché non andare a dare uno sguardo più da vicino? Quale occasione migliore per condividere un’altra giornata di sana montagna con Fabio, carissimo amico e compagno di tante avventure vissute da ragazzi?

L’indomani scendiamo dalla mia Clio bianca perfettamente mimetizzata nel bianco di Vallefiorita: è la prima volta quest’anno che “vedo” tanto freddo. La strada ghiacciata, la neve polverosa ed i raggi solari che ne esaltano la brillantezza, il tutto condito da un profondo silenzio. “What else” chiederebbe la pubblicità. Di buona lena saliamo lungo la faggeta che ci introduce nella Valle Pagana e per gli occhi è nuovamente gioia nel vedere quanto bianco e quanta neve nuova. L’eccitazione sale, chiedo a Fabio di scegliere una linea sul versante sinistro, lungo quell’anfiteatro di cui gli avevo accennato durante il viaggio. Con grande occhi nota un lungo e largo camino e mi suggerisce quella insieme ad altre linee. Ci avviciniamo e decidiamo di attaccare la prima sua idea.  Non c’era dubbio sulle “condizioni”: neve portante lungo tutto l’avvicinamento e acqua ghiacciata nelle pozzanghere lungo il sentiero. Gli dico “oggi ci divertiamo”. Così è stato, a parte qualche problemino avuto da Fabio con un rampone e forse con il fatto che due picche in mano non le aveva mai manovrate.

Da anni vive all’estero lavorando come ricercatore universitario, quindi le occasioni per vedersi non sono tante. Il fatto di poter trascorrere una giornata (e che giornata!) insieme in montagna aggiunge ancora più valore alla nostra uscita. La via è piacevole, non difficile con un paio di passaggi che un altro maestro avrebbe etichettato come “simpatici”; ma niente paura, si trovano subito dopo solide soste a fix, quindi divertimento assicurato.

Usciamo dalla via e ci sediamo lungo il bordo della roccia, sul sentiero che da Passo dei Monaci conduce alla Metuccia..il sole splende e l’azzurro del cielo riempie il cuore. Tiro fuori il termos e una barretta, offrendo un po’ di the a Fabio… lui mi dice “Ric ce l’ho pure io il termos, ma non avevo nient’altro a casa se non la camomilla, quindi ho preparato quella”, “per essere belli reattivi” gli faccio eco io. Ridiamo di cuore entrambi; è proprio vero, per certi versi da quando eravamo ragazzi non è cambiato niente.

“CAMOMILLA”, 120 m circa, AD+, 50° e 60°, passi a 70°; anfiteatro della Metuccia, gruppo di Monte Meta, Mainarde. Riccardo Quaranta e Fabio del Sordo il 7/1/2016.

Si perviene alla prima sosta percorrendo un pendio a 30° ed avendo come riferimento l’ampio camino nettamente sbarrato a sx da roccia. Sosta su due fix (possono risultare coperti da neve a stagione inoltrata)

L1, 55m

Ci si sposta a dx e si entra nell’ampio canale (50°) fino ad una zona più verticale. Sosta su fix sulla sx (faccia a monte)

L2, 35 m

Si affronta il muretto poco sopra la sosta (70°) a volte con erba ghiacciata, poi il terreno diventa più facile (60°) e sempre più o meno dritti si punta ad un ampia cengia con un grande masso semi-isolato. Sosta su 2 fix.

L3, 35m

Dal grande masso ci si sposta a dx, poi dritti a cercare una piccola goulotte (60°), la si supera con bella arrampicata, sempre più o meno dritti ad una zona rocciosa ed infine in cresta. Sosta su spuntone da attrezzare.

Discesa: a piedi raggiungendo “Passo dei Monaci” e poi nuovamente lungo la Valle Pagana al sentiero che porta a Vallefiorita.

 

Foto mie e di Fabio del Sordo che ringrazio per avermi affiancato in questa splendida giornata.

 

Riccardo Quaranta

Guida Alpina UIAGM

 

Share