Falesia trad “Km 37”, Crognaleto (Teramo)

“La apro o non la apro?” “Vale o non vale la pena?” “E se è tutto lavoro perso?” Queste le domande che mi hanno accompagnato durante la mia passeggiata sotto quella che è diventata la prima falesia trad su arenaria in Abruzzo. Non mi interessa tanto il “prima.. o primo a fare..”, perché oggi sembra che bisogna sempre essere primi in qualcosa. Quello che mi interessa di più è creare qualcosa di interessante, per me e per gli altri. Magari qualcosa che non sia così scontato e che abbia insito un aspetto di novità che lo renda accattivante. 

Leonardo su “Houston..abbiamo un problema” 6c trad

La falesia “Km 37” miscela arenaria e scalata trad, questo già credo sia sufficiente per dare quel tocco di particolarità che possa stuzzicare le menti più curiose. Ci troviamo in una delle zone più affascinanti della montagna teramana, la Val Vomano. Durante una delle mie passeggiate alla ricerca di un luogo dove poter praticare del trad mi sono imbattuto in questa fascia rocciosa, a dire il vero anche abbastanza lunga ma anche bassa. Lo sviluppo verticale non supera i 10 m e da questo i miei dubbi. Alla fine ho rotto l’indecisione ed affiancato da Simone “Zeta” Saccomandi, in una giornata incerta in quota, abbiamo aperto le prime quattro linee.

Simone “Z” in apertura su “Misto lana”

Intanto avanzava già l’autunno e la valle mi ha accolto con colori sempre più incantevoli: le giornate trascorse spesso da solo a pulire le linee sono state sempre giornate immerse in un’atmosfera stupenda ed appartata. Anche se la strada SS80 del Gran Sasso scorre a due passi dal sito che è però del tutto isolato da questa. 

I primi nomi..

Al termine dei lavori ne sono uscite fuori 12 linee di trad o clean climbing (ci sono solo le soste attrezzate) dal 5a al 7a dove, a dispetto dello sviluppo, la scalata non è mai banale; le fessure sono spesso nette ed offrono ottimi piazzamenti per i friend.

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Insomma credo (e crediamo insieme a chi mi ha affiancato) che possa essere un buon luogo per trascorrere giornate fuori dai soliti schemi, in ambiente top e con un avvicinamento davvero ridicolo (circa un minuto). Per i dettagli si rimanda alla scheda tecnica.

La stupenda fessura aggettante di “Phantom of the opera” 7a trad

km 37 trad

Leonardo su “Seasons end” 6c trad

Ringraziamenti

Un grande grazie va a Simone “Zeta” Saccomandi ed Alessio Nunziata per avermi affiancato in un paio di splendide giornate; grazie a Matteo e Leonardo con cui ho salito tutti i tiri, trascorrendo altrettante giornate epiche. Infine, visto che lavoro e materiale sono stati totalmente autofinanziati da me, grazie ancora a chi crede da anni nel mio lavoro e, soprattutto, nella mia passione: Climbing Technology e Campo Base Outdoor Roma.

Riccardo Quaranta Guida Alpina

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SPERONE FRANCHETTI – GRAN SASSO: nuova falesia di arrampicata

Quella della falesia dello “Sperone Franchetti” è una storia che inizia un po’ di tempo fa. Da anni transitavo spesso per lavoro al Rifugio Franchetti e altrettanto spesso mi capitava di commentare con clienti ed amici quanto sarebbe stato bello poter scalare lo sperone su cui l’edificio è posto. Un po’ sulla falsa riga dei tanti rifugi dell’arco alpino che hanno falesie o vie davvero a due passi. 

Immaginavo potersi svegliare la mattina, fare colazione e catapultarsi a scalare a due passi, immersi in un ambiente che non ha bisogno di presentazioni, una cornice divenuta iconica per tutto l’Appennino, dove è possibile contestualmente osservare il mare e cime che sfiorano i 3000 m. 

Finalmente questa idea è stata realizzata e dal cassetto si è trasferita sulla roccia. Il percorso non è stato rapido, tantomeno scontato. Incuriosito dalla mia idea, prima di tutto, ho avuto l’appoggio del presidente dell’ASD Respira Il Gran Sasso, Antonio Scipioni. Collaboro ormai da anni con tale realtà che si rivolge ai professionisti della montagna per divulgare la sua frequentazione attraverso corsi ed uscite. Ricordo le parole di Antonio che mi disse, sempre con il suo fare estremamente operativo e pragmatico “Ricca’ se te serve ‘na mano partecipiamo volentieri al progetto”. Aprire vie di stampo sportivo in un luogo del genere poneva tuttavia alcune problematiche, prima di tutto quella ambientale. Quindi da subito abbiamo concordato che l’iter dovesse essere quello stabilito dalle leggi vigenti sia a livello comunale che del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. L’ASD RGS ha quindi fatto propria l’idea, finanziandola. Dopo esser stato redatto, il progetto ha seguito il regolare iter prima attraverso il Comune di Pietracamela e successivamente per il parere del Parco circa il disturbo che l’attività di arrampicata potesse arrecare alla fauna e flora presente. In quest’ultima fase un lavoro estremamente importante è stato svolto dal dott. Guido Morini (storico socio di RGS!!) che con passione e professionalità unica ha redatto lo studio di impatto ambientale, che tecnicamente si chiama “VINCA”. Ad un anno circa dalla presentazione dei documenti,  finalmente tutti i permessi sono stati rilasciati..siamo all’estate ormai agli sgoccioli, quella del 2021. 

Anche la fase operativa non è stata delle più banali, non fosse altro che non abbiamo potuto usufruire della cabinovia che da Prati di Tivo conduce alla “Madonnina”. Per dare alcuni numeri, solo il materiale d’armo pesava più di 30 kg., per non parlare di tutto il resto necessario ai lavori. 

Grazie al contributo sia di alcuni soci di RGS che di Simone “Zeta” Saccomandi, Leonardo, Antonio Patullo, abbiamo trasportato in quota tutto il necessario. I lavori sono potuti così iniziare, negli ultimi dieci giorni di agosto. Le giornate si sono svolte in maniera abbastanza intensa con lunghe permanenze in parete; in questo sono stato affiancato da Simone ed Antonio “Sacchetto” con cui ho condiviso la tracciatura e realizzazione di un po’ tutti gli itinerari. A supportarci energeticamente e moralmente ci ha pensato tutto lo staff del Rifugio Franchetti a cui ci siamo rivolti ogni qual volta cali glicemici o di idratazione (i famosi sali minerali..) si prospettavano all’orizzonte!

L’ultima “fatica” è stata il trasporto della bacheca descrittiva da valle fino al sentiero di accesso alla falesia: il merito va al solito gruppetto di RGS capitanati dal “Pres”. Per una giornata hanno indossato i panni di sherpa o muli (fate voi) terminando la missione con successo!  

Il sito di arrampicata attualmente conta 3 vie a più tiri (sviluppo 70m ciascuna) e 6 vie monotiro dai 20 ai 24m; le difficoltà sono contenute, 5c+ e 5a rispettivamente per le due tipologie. La chiodatura è ravvicinata a fittoni resinati inox della Vertical Evolution (con una particolare finitura mimetica per ridurre l’impatto visivo), le soste sono tutte con due punti collegati da catena (tranne sulla S1 di Bandiera Bianca). 

Il progetto si aggiunge al progetto Trad Climbing Flames (arrampicata trad alle Fiamme di Pietra) del 2019 e quello di ristrutturazione dei Diedri Lucchesi del 2020

La speranza è quella di aver dato un’opportunità di divertimento, crescita e lavoro a chiunque volesse coglierla.

I miei ringraziamenti personali:

ASD Respira Il Gran Sasso

Rifugio Franchetti (tutto lo staff)

Ente Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga

Comune di Pietracamela

Simone “Zeta” Saccomandi, Antonio “Sacchetto” Patullo, Guido Morini, Maura Bonaduce

Antonacci srl Campobasso per il supporto tecnico

Chi mi affianca tutti i giorni: Climbing TechnologyCampo Base Outdoor RomaGarmont

 

Riccardo Quaranta – Guida Alpina del Collegio Abruzzo

SCHEDA TECNICA e RELAZIONE VIE

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SPERONE FRANCHETTI – RELAZIONI

 

Settore multipitch
Nome Lunghezza Difficoltà
1) Lo psicanalista 72m L1: 25m L2: 20m L3: 27m L1: 5a+  L2: 4c L3: 5c+
2) Diretta al Franchetti 70 m L1: 20m, L2: 25m, L3: 25m  L1: 5c  L2: 5b   L3: 4c
3) Bandiera bianca 70 m L1: 25m L2: 20m L3: 25m L1: 5a  L2: 5a   L3: 5b+
Settore monotiri
1) Zen 22 m 4c
2) Glicemia portami via 22 m 5a
3) Muffin 20 m 4b
4) Sintomi pasturali 22 m 4c
5) La canzone dei vecchi amanti 23 m  4c
6) Citrone volante 20 m 4c

ACCESSO Dall’arrivo della cabinovia che da Prati di Tivo collega “La Madonnina”, seguire le indicazioni per il rifugio Franchetti. Superare un breve tratto attrezzato, continuare a salire fino ad arrivare in vista dello sperone. All’altezza di un tornante a dx, in una zona pianeggiante, lasciare il sentiero e rintracciare la fila di ometti che in pochi minuti, passando accanto ad un cippo di cemento, conduce alla base del settore dei multipitch; 50’ dalla stazione de “La Madonnina” (o se la cabinovia non funziona 1 h e 30’ da loc.Cima Alta). Per il settore dei monotiri: dal settore multipitch costeggiare la parete verso dx (faccia a monte), prima scendendo un po’ di metri poi risalendo sul margine di una conca sassosa (5’).

MATERIALE NECESSARIO: 10 rinvii, corda singola da 50m sufficiente, casco. 

ESPOSIZIONE: NE per “Lo psicanalista”, N per le altre vie; il settore monotiri è esposto a NW. 

PERIODO IDEALE: estate, da evitare in giornate fredde. Generalmente riparato dal vento. 

NOTE: per limitare l’impatto visivo delle protezioni si sono adoperati fittoni resinati inox 304 con una superficie opaca, molto simile al colore della roccia. Ciò li rende poco visibili durante la progressione: cercateli attentamente prima di ingaggiarvi in pericolosi run-out!!!

1) “LO PSICANALISTA”, 72m, 5c max, S1 (S. Saccomandi – R. Quaranta, agosto 2021)

L1, 25m, 5a+

Si attacca in placca sul margine sx della parete, prima dritti poi a sx a cercare la roccia migliore. Sosta su resinati collegati.

L2, 20m, 4c

In obliquo a sx poi dritti ad affrontare un tratto più verticale ma ben ammanigliato e sostare sotto una pancia. sosta su resinati collegati.

L3, 27m, 5c+

Si affronta la pancia con un paio di passaggi di forza, la si supera e si prosegue via via su difficoltà minori. Sosta su resinati collegati.

Discesa: vedi “Diretta al Franchetti”

 

2) “DIRETTA AL FRANCHETTI”, 70m, 5c max, S1 (R. Quaranta – A. Patullo, agosto 2021)

L1, 20m, 5c+

Si attacca sulla verticale di una specie di nicchia erbosa, poi a sx in placca, quindi dritti (passo chiave). Continuare dritti su bellissima roccia ed infine deviare a dx verso la S1. Sosta su resinati collegati.

L2, 25m, 5b

Dalla S1 a sx, poi dritti ad una fessura; si perviene su una piccola cengia, quindi leggermente a dx ad affrontare un leggero strapiombo. Si affronta una solida placca fin sotto una pancia che si supera con arrampicata atletica, infine si sosta comodamente sulla sx. Sosta su resinati collegati.

L3, 25m, 4c

Dritti sopra la S2, si supera una vecchia sosta a chiodi, poi in costante leggero diagonale a dx si perviene a pochi passi dalla bandiera del rifugio. Sosta su resinati collegati.

Discesa: in doppia lungo la via o a piedi lungo il sentiero di accesso al rifugio. 

 

3) “BANDIERA BIANCA”, 70m, 5b+ max, S1 (R. Quaranta, agosto 2021)

L1, 25m, 5a

Prima in placca su roccia un po’ rotta che migliora lungo il tiro; si supera una zona più verticale e si sosta in una nicchia. Resinati da collegare. 

L2, 20m, 5a

In diagonale verso sx con arrampicata divertente su prese buone, poi dritti una bella fessura ed infine in obliquo a dx fin sotto un piccolo strapiombo. Sosta su resinati collegati

L3, 25m, 5b+

Dalla sosta leggermente a sx, poi dritti su placca verticale ed atletica; la si supera e poi si abbandona il canalino rimontando su bella roccia a sx fino alla S3.

Discesa: vedi “Diretta al Franchetti”

 

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Stage di trad climbing alle Fiamme di Pietra, Corno Piccolo, Gran Sasso

Qualche foto ed un piccolo video della prima giornata dello stage di arrampicata trad svoltosi nello spettacolare scenario delle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo, sul Gran Sasso.

Abbiamo iniziato con lo sgranchirci con un po’ di arrampicata in fessura in top rope, parlando delle varie tecniche di incastro.

Ci siamo poi occupati dell’attrezzatura necessaria a praticare il trad climbing (o arrampicata tradizionale), cioè friend, nut e cordini/fettucce.

Alla teoria è seguita la pratica nel posizionamento delle protezioni, fatta prima in top rope e successivamente da primi.

Le vie salite fanno parte del progetto #tradclimbingflames 2019 che ha dato vita a 20 tiri nuovi, tutti in stile “trad” su questo spettacolare angolo del Corno Piccolo (qui tutte le info sugli itinerari)

Grazie a Tony, Nicola e Pasquale per la fiducia e la bellissima giornata trascorsa insieme!

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“Torre John Wayne”, Pizzo Intermesoli (“Le strutture”)

Via di approccio all’arrampicata sui Pilastri e alle Strutture di Pizzo Intermesoli. Piacevole e con tiri omogenei, su roccia da buona ad ottima, è tra le più ripetute della parete. L’ostica placca del primo corto tiro può essere agevolmente aggirata stando nel diedro erboso a dx (V-)

Materiale: itinerario sostanzialmente attrezzato, tornano tuttavia utili un paio di friend (verde, viola BD) e di sicuro cordini e fettucce per ridurre gli attriti.

“Torre John Wayne”, le “Strutture”, parete E, Pizzo Intermesoli

B. Moretti, M. Zitti, R. Ferrante, B. Vitale il 26/7/2003

170m 6L; TD VI+ max, VI- obb.; 6a max, RS2, II

RP dell’ 8/7/2019

Tracciato Torre John Wayne

Accesso

Dal piazzale di Prati di Tivo reperire l’inizio del sentiero che conduce alla Val Maone (sbarra in ferro) percorrerlo all’inizio in discesa, superare le sorgenti del Rio Arno e dopo circa 30′ pervenire in una zona aperta ed erbosa, dopo aver superato un grande masso erratico. Sulla dx evidenti le prime strutture della parete E del pizzo Intermesoli; reperire una traccia di sentiero che risale il margine sinistro del ghiaione che sottende questo tratto di parete (si veda foto)

Attacco

In corrispondenza della verticale di un grande ed evidente diedro ben visibile in alto, su una placca bordata a dx da un diedro erboso.

Relazione

L1 Attaccare la liscia placca  (fix), poi traversare a dx ed aiutandosi con il bordo e un buco salirla (fix), uscire su cengia erbosa e sostare. Sosta a fix (15m, VI+ evitabile a dx)

L2 Si traversa a dx, poi dritti seguendo gli spit; successivamente in leggero obliquo a sx, infine a dx puntando ad una sosta sotto un tettino. Sosta su fix (V+, 25m)

L3 A dx, a prenderete una fessura strapiombante (cl.), risalirla con bella arrampicata in spaccata (fix); una volta usciti in placca, in leggero obliquo a sx. Sosta a fix. (20m, V+)

L4 Dritti per una bella fessurina (fix), poi lungo l’evidente diedro (1 ch. e fix distanti) che si percorre per gran parte. Sosta su fix (45m, VI-)

L5 Ancora nel diedro (attenzione ad una grande lama instabile) fin sotto ad un tettino; lo si supera uscendo decisamente a sx (fix e possibilità di integrare), traversando su piedi buoni verso una sezione con roccia migliore (piccola clessidra), poi si torna dritti fino ad un ampia e comoda cengia. Sosta a fix. (30m, VI)

L6 Dritti ad uno spit accanto ad una fessura, poi in deciso traverso a sx (utile proteggersi prima di iniziarlo); di nuovo dritti fino alla base di un diedro-fessura. Lo si sale e poi in costante traverso verso sx, seguendo le protezioni, si perviene al filo di cresta. Sosta a fix (35m, VI-)

Discesa

In corda doppia. Con mezze corde da 60m: tre calate dalla S6 alla S4, dalla S4 alla S2, dalla S2 a terra. Tutte le soste sono comunque dotate di anello di calata.

 

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“Spigolo di Paoletto”, Parete N, Corno Piccolo, Gran Sasso

Via ormai divenuta una classica e spesso ripetuta, anche da chi si approccia per le prime volte all’arrampicata sul Gran Sasso. Poco il materiale in posto, quindi necessaria una buona padronanza nell’uso di protezioni mobili.

Le soste sono attrezzate con chiodi e/o chiodi e fix, da verificare sempre lo stato dei cordoni.

Materiale: fettucce, buon assortimento di friend medio-grandi, un set di dadi.

“Spigolo di Paoletto” parete N del Corno Piccolo, Gran Sasso

P. Coccia, M. Florio, A. Passariello il 17/8/1974

200m / 5L; D, V; 5a, R2, II.

Relazione basata su rp del 28/6/2019

Spigolo di Paoletto, tracciato

Accesso

Dall’arrivo della funivia che dal piazzale di Prati di Tivo conduce alla Madonnina prendere il sentiero Ventricini fino a raggiungere il secondo canale che solca il versante N del Corno Piccolo. Iniziare a risalire i protoni seguendo labili tracce, aggirare sulla dx una bastionata rocciosa, risalire ancora un canale e pervenire alla base, poco a sx del Canale di Mezzo.

Attacco

Una quindicina di metri a dx dell’evidente diedro della via “Iskra”.

Relazione

L1 Con percorso non obbligato risalire la placconata ricca di fessure e diedrini (1 ch) facendo attenzione ad evitare tratti di roccia rotta, fino a pervenire ad un ampio terrazzo, sbarrato da un tetto obliquo. Sosta su chiodi. (45 m, IV)

L2 Traversare a dx orizzontalmente per 4m (tralasciare la fessura che si nota in alto sul tetto, con chiodi; si tratta di una variante di V+/VI), portarsi sullo spigolo (friend), salire qualche metro in leggero obliquo a sx fin quasi a raggiunger il margine della parete che termina in uno spigolo. Da qui tornare a sx traversando (passo delicato in placca, V), poi seguire una fessura con attacco non scontato (IV+) che si fa man mano più facile. Sostare appena alla sua dx. Sosta su chiodi  e fix con cordoni. (45m, V)

L3 Si prosegue facilmente per placche, puntando ad una parete più verticale, sostando alla sua base. Sosta su ch. (25m, III+)

L4 Si sale dritti alla sosta (cless), poi in obliquo a dx (V), con passo atletico ma su prese buone si esce fuori dal tratto chiave; si prosegue dritti (III) fino raggiungere l’ampio terrazzo che taglia la parte terminale del pilastro. Sosta su fix e ch. (40m, V)

Da qui due opzioni

L5 Si sale a dx dello spigolo e si sale fino al termine dello sperone (50m, II)

oppure

L5 della via “Iskra” Ci si porta a sx dello spigolo a prendere una fessura (friend incastrato), la si affronta (V) fino ad uscire in una zona di placche (friend); in obliquo a sx si perviene ad una sosta. Sosta su resinato e ch. (50m, V)

DISCESA

Si traversa a dx faccia a monte a prendere il Camino di Mezzo. Oppure dall’ultimo sosta di Iskra con 3 doppie (corde da 50m min.) si scende sfruttando le soste della via “Kima”.

 

Riccardo Quaranta – Guida Alpina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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