Cresta Nord-Est, Corno Piccolo, Gran Sasso.
500 m, 4/R2/III (E. Jannetta e A. Bonacossa, 1 novembre 1923)
Riccardo Quaranta e Marco Nicoletti il 11/11/2015 in circa 3 h
Un’estate di S. Martino, quella del 2015, che sarà ricordata a lungo, per la sua durata e le sue temperature davvero estive. Una via che è tra gli itinerari di maggior respiro del Gran Sasso, inteso come scorci, esposizione e qualità della roccia, nonché dalla indubbia bellezza estetica del tracciato. Mettere assieme queste due circostanze, mescolarle con un po’ di sana voglia di tornare in montagna dopo la stagione estiva, ed eccomi sulla cresta dell’Arapietra a camminare con Marco, di buona lena. Un cielo terso, di quelli che d’estate non si vedono mai, i colori dell’autunno tutto intorno, una magia ed una pace difficilmente descrivibili. Proprio il silenzio la fa da padrone, lasciandoci godere della vista del paretone del Corno Grande, così familiare ma sempre così suggestiva.
Per raggiungere l’attacco bisogna inerpicarsi su prati sempre più ripidi, tuttavia la fatica è ripagata dalla vista che si apre sul vallone delle Cornacchie non appena si mollano gli zaini per i preparativi di rito. Generalmente questa itinerario è suddiviso in primo e secondo salto, nella salita all’anticima nord del Corno Piccolo ed infine la salita alla vetta vera e propria, situata a 2655 m slm. Affrontiamo i primi due salti con due tiri di corda da circa 30 e 40 metri rispettivamente , con soste inox attrezzate anche per le calate. Marco sale agilmente e continuiamo a ripeterci “che spettacolo” ogni volta che ci ricongiungiamo in sosta. La terza parte dell’itinerario è una lunga cavalcata (affrontata in conserva a volte protetta e con due piccoli tiri di corda) in salita che, attraverso passaggi aerei e vedute sul filo di cresta, ci conduce alla sommità dell’anticima nord. Da qui discendiamo con una corda doppia di 20 m nell’intaglio che separa l’anticima dalla vetta. Qui inizia a farsi più presente la neve caduta nelle settimane precedenti; tuttavia ci sono ancora ampi margini per tenere i piedi all’asciutto e quindi di buon passo affrontiamo, sempre in conserva – anche qui con tratti protetti – gli ultimi 150 m che ci separano dalla vetta.
Giunti in cima la soddisfazione per una giornata del genere è unica: Marco felicissimo di aver salito la sua prima via sul Gran Sasso, e non d’estate. Anzi rifletto con lui che d’estate una giornata così non l’ho mai vissuta. “Sua maestà” senza l’accenno di una nuvola per l’intera giornata: impensabile! Ci attende il rientro per la via normale, discesa che offrirà ancora altre immagini oniriche e d’ambiente, immagini che resteranno impresse per sempre a ricordo dell’estate d’autunno del 2015.
“Una giornata così se la racconti non i credono” concluderà Marco.
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Qui un video di una salita successiva
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