Nuove vie di misto in Matese (parte 1)

Stagione misto 2017-2018

Certo questo inizio inverno in centro Italia non ha brillato per abbondanza di neve. Tuttavia l’alternanza di giornate calde e giornate particolarmente fredde ha fatto sì che si creassero condizioni “mistaiole” notevoli. Occasione da non perdere quindi per ampliare il parco giochi delle cime del Matese, catena montuosa che si sta apprestando a diventare parco nazionale. Nella speranza che il costituendo Parco sia un’occasione di sviluppo eco-sostenibile, legato soprattutto alla promozione di attività outdoor a basso impatto ambientale e non una fonte di divieti “a prescindere”. Un’opportunità affinché l’alpinismo, lo scialpinismo, il trekking, la mountain bike (tanto per citarne alcune) siano attività benvenute in queste terre e non attività da bandire.

Per gli amanti delle “mie” montagne, in cui mi piace tanto vagare, per chi è ancora affascinato dalle atmosfere scozzesi di questi luoghi, ho voluto relazionare le prime vie aperte in questa stagione, con la speranza che siano solo un aperitivo di un inverno generoso. Grazie alle persone che mi affiancano ogni volta in queste piccole avventure.

Buone scalate!

Riccardo Quaranta

Guida Alpina

Ringrazio Climbing Technology per il supporto.

Foto di Riccardo Quaranta, Michele Di Chiro, Alessio Nunziata

 

M. Miletto (2050 m slm), anticima N, parete N

Via “Can I play with madness” 110 m (+100 per la vetta), M5, AI3, passi di misto a 95°, D+/TD-

Riccardo Quaranta e Michele Di Chiro dal basso in libera il 11/01/2018

 

Descrizione generale

Itinerario molto vario che coniuga un po’ tutti gli stili rintracciabili sulle pareti dell’Appenino: dall’alpine ice anche abbastanza verticale, a passaggi su erba gelata anche strapiombanti, a pendii di neve ed, infine, misto mai banale. Insomma, nelle condizioni in cui lo abbiamo salito, ci ha divertito non poco. Sui tiri non è stato lasciato alcun materiale.

Accesso ed avvicinamento: si vedano le relazioni delle altre vie su questa parete.

La sezione tecnica e boulderosa del 3° tiro

Attacco

Le indicazioni sono date “faccia a monte”. Si colloca circa 30 m a sx dell’attacco di “The thin ice”; il riferimento è dato da un piccolo ma lungo tetto a circa 15 m dal suolo: la via attacca in corrispondenza del margine sx del tetto, su una bella goulotte. Si veda anche foto con il tracciato.

L1 (15 m, AI3, passo a 95° su erba gelata) Si attacca la goulotte quasi in corrispondenza della verticale del margine sinistro del tettino; si sale seguendo il ghiaccio migliore fino al margine inferiore di un piccolo pendio di neve. Lo si raggiunge attraverso un passo su erba gelata (probabilmente AI in caso di condizioni migliori) a 95°; si prosegue quindi facilmente fino a raggiungere la sosta posta quasi sul margine sx del bel muro verticale al termine del pendio nevoso (2 fix argento da collegare)

L2 (50 m, AI 2, tratto a 70°, poi 55°) Dalla S1 ci si sposta in traverso a sx, si supera un tratto più verticale (70°) e si perviene al pendio di neve, lo si percorre in direzione di una fascia rocciosa, con possibilità a metà di proteggersi su rocce affioranti. Si raggiunge la fascia rocciosa, sostando a dx di un antro accennato e sormontato da una specie di diedro, dove le rocce sono più basse ed appoggiate (2 fix collegati da cordone)

L3 (40 m, M5, AI 2) Dalla S2 ci si sposta 2 m a dx e si attacca la paretina inclinata con un paio di passaggi a 80° di misto (in caso di condizioni magre) o AI con sufficiente innevamento; si prosegue per una decina di metri, non continui ma con passaggi alternati a riposi, fino a pervenire alla base di un ultimo pinnacolo roccioso. Dalla base di questo si devia in diagonale a sx, seguendo un lenzuolo di neve che, con difficoltà sempre minori, conduce in cresta. (sosta su spuntone)

DISCESA Dalla S3 con altri circa 100 m di terreno facile si perviene alla cresta della cima, un po’ a sx del ripetitore dei VV.FF (edificio con antenna circolare). Da qui ci si muove verso SE fino ad intercettare una fila di paletti in ferro collegati da un cavo di acciaio. Li si segue via via perdendo quota e rimanendo sul bordo dell’anfiteatro si perviene quasi al suo margine sx. Dove la neve e le pendenze lo consentono si rientra nella conca nevosa interna dell’anfiteatro; da qui si può scendere seguendo l’impianto di risalita “Anfiteatro” e la relativa pista da sci, fino a ritornare alla base degli impianti.

Michele all’uscita del passo a 95° del primo tiro

MATERIALE

N.d.A, 1-2 fittoni da neve corti, 3-4 chiodi da roccia (preferibilmente a lama sottile), 1-2 ganci da misto (tipo Bulldog DMM), scelta di friend fino al rosso BD.

 

Mentre attrezzo S1

 

 

M. Croce Matese (1957 m slm), parete N (parete della “Grotta delle Ciaole”)

 

Via “A momentary lapse of reason” 90m, 80° max, M2+, D-

Riccardo Quaranta in solitaria e libera dal basso il 20/12/2017

Descrizione generale

Quella della Grotta delle Ciaole, cioè tutto il versante N del M. Croce Matese, è una delle pareti più suggestive del massiccio del Matese. Qui vi sono tra le vie più difficili dell’Appennino: difficili perché ardite, spesso verticali o strapiombanti, difficilmente in condizioni visti gli ultimi inverni. Queste caratteristiche hanno fatto sì che, per gli appassionati, restasse sempre un posto esigente, dove il livello tecnico e fisico la fa da padrone. Ad un occhio più attento, tuttavia, non potevano sfuggire linee più abbordabili, anche se più corte, rispetto a quelle già relazionate.

Un intero settore è in via di sviluppo ed ha regalato 2 itinerari che si candidano a diventare “classici”. Il settore è stato chiamato “SETTORE TRALICCIO ”, visto che è dominato da un vecchio pilone dell’energia elettrica in disuso. Questo tratto di parete ospitava, sul suo margine dx, già una via, “Via Cavo” (che spunta proprio in corrispondenza del pilone), la prima ad essere aperta qui ed anche la più semplice di tutto il settore.

Inquadramento del settore “Traliccio”, parete N M. Croce Matese

Accesso

Per l’accesso alla parete della Grotta delle Ciaole si rimanda alle informazioni reperibili facilmente in internet o alla guida cartacea precedentemente citata. Il settore “TRALICCIO” è situato sul margine dx dell’anfiteatro costituito dalla parete N del M. Croce ed è compreso tra l’attacco del “Canale di destra” (evidente, stretto e classico canale nevoso, il solo di questa parete) e la verticale ideale tracciata in corrispondenza del traliccio, sul margine dx della parete. Per raggiungerlo, si transita alla base del pendio nevoso (attenzione alla stabilità del manto) sotto la parete della grotta delle Ciaole, si supera la verticale di attacco del “Canale di destra” e si inizia a salire sulla sx fino a raggiungere la parete (foto)

In apertura, momenti unici in solitudine..

 

Attacco

La via attacca in corrispondenza di una rampa nevosa obliqua da sx verso dx (foto tracciato)

L1 (40m, AI2, M2+, passo a 80°)

Si attacca la rampa con arrampicata piacevole, si supera facilmente un arbusto e si giugno ad un brevissimo camino (può essere occluso con tanta neve e trasformarsi in goulotte); lo si supera con un paio di passaggi in spaccata (80°) e si riprende in obliquo fin dove la rampa muore contro le rocce verticali sulla dx (fix con piastrina rossa). Si prende la rampa di neve in obliouo da dx verso sx, superando un secondo arbusto, fino ad arrivare in corrispondenza del margine inferiore di un lenzuolo di neve (fix con piastrina rossa). Superando un passo delicato e più verticale (80° ed erba gelata), si rimonta il pendio nevoso, dirigendosi infine verso le rocce soprastanti dove si sosta (2 fix collegati da cordone, maglia di calata).

L2 (35m, 60°)

Dalla S1 ci si sposta a dx e si procede senza difficoltà lungo il pendio nevoso che è chiuso a sx da rocce. In costante obliquo a dx si giunge alla fine delle difficoltà, in corrispondenza di alte scaglie rocciose (sosta su 2 fix collegati da cordone, maglia di calata)

L3 (15m, 50°)

Dalla S2 si procede su terreno facile (conserva o slegati) verso la cresta finale sulla dx. (Eventuale sosta su spuntone da attrezzare)

DISCESA

Possibile scendere sia in doppia (a) che a piedi (b)

  1. Dalla S2 con un’unica doppia da 60m fino all’attacco della via. ATTENZIONE: in caso di scarso innevamento la corda arriva “al pelo” alla base della parete: nel dubbio scendere con due doppie sfruttando la S1.
  2. Dalla cresta si scende in direzione dello Stazzo delle Pecore; questo è un ampio pianoro con recinti per ovini e con l’evidente pilone elettrico. Da qui si percorre a ritroso il sentiero estivo per M. Miletto (si veda cartografia di riferimento) che in circa 15’ riporta alla base della parete.

Durante la prima RP, Alessandro!

Durante la prima RP con Alessandro e Mario

MATERIALE

N.d.A, 1-2 fittoni da neve corti, 1-2 chiodi da roccia (preferibilmente a lama sottile), scelta di friend fino al rosso BD.

 

Via  “ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO” 90m, D, passo a 90° ed M3, AI3

Riccardo Quaranta e Alessio Nunziata il 4/1/2018 in libera dal basso

 

Le indicazioni si riferiscono, dove non indicato, sempre faccia a monte

Accesso

Come per “A momentary lapse of reason”.

L’ambientazione..

Attacco

“Altrimenti ci arrabbiamo” attacca circa 30 m a sx di “A momentary lapse of reason”, sotto la verticale di una ampia cengia nevosa inclinata, contornata da pareti verticali e con un albero che la caratterizza (foto)

L’attacco, non banale..

Alessio, il compagno di questa avventura

L1 (15m, passo a 90° ed M3, AI3)

Attaccare la parete-goulotte dove presenta ghiaccio migliore, affrontando il tratto chiave della via: una sequenza verticale con passaggi di misto e AI. Pervenire alla cengia nevosa (possibilità di protezione ora a sx su roccia), percorrerla e dirigersi verso il muro verticale di roccia compatta dove si sosta (2 fix collegati da cordone, maglia di calata)

L2 (45 m, AI2+, 70°)

Dalla S1 ci si sposta a sx e si attacca la goulotte-canale, fiancheggiata a dx da uno sgrottamento; si procede dritti con arrampicata entusiasmante ma mai difficile (70° max) fino ad uscire dalle difficoltà. Sosta su spuntone da attrezzare.

L3 (40 m, 40-50°)

In conserva o slegati si procede senza difficoltà fino a raggiungere la cresta.

DISCESA

Si traversa verso Ovest e perdendo quota si raggiunge lo Stazzo delle Pecore, con il traliccio visibile anche dalla base della parete. Da qui si percorre a ritroso il sentiero estivo per M. Miletto (si veda cartografia di riferimento) che in circa 15’ riporta alla base della parete. Un’alternativa è raggiungere la S2 di “A momentary lapse of reason” e scendere in doppia da questa.

L2, goulotte bellissima e non difficile

In uscita sulla cresta finale

MATERIALE

N.d.A, 1-2 fittoni da neve corti, 1-2 chiodi da roccia (preferibilmente a lama sottile), 1-2 chiodi da ghiaccio corti, 1 gancio da misto (tipo Bulldog DMM), scelta di friend fino al rosso BD.

Alessio osserva quello cha abbiamo scalato

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