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Battle Hymn – Inno di Battaglia, M. Croce Matese – Relazione

Questo inverno non ci possiamo lamentare: iniziato come da anni non si vedeva..infatti eravamo ancora nel 2020 e qualche ulteriore novità ce la doveva riservare. Non male comunque, quindi, per gli amanti della neve e del ghiaccio. Nel gruppo del Matese già da dicembre 2020 si sono potuti salire diversi itinerari sia classici che più moderni, segno di condizioni già più che buone.

Soliti giri quindi con il naso all’insù per cercare di capire dove potersi divertire magari salendo qualcosa di nuovo. 

Rientro da una due giorni in zona Sperlonga per lavoro e subito il giorno successivo sono in giro di perlustrazione insieme a Michele (“Slot” per gli amici). Visto che in alto c’è già nebbia, decidiamo di vedere la situazione alla Grotta delle Ciaole, altro luogo culto per gli amanti del ghiaccio/misto/dry matesino. Per fortuna avvicinamento su fondo duro, che goduria…ogni volta che si esce dal boschetto e la parete si palesa, per me è come grattare un “gratta e vinci”. C’è sempre emozione, c’è sempre la foga di sapere come stanno le “classiche” (in realtà qui di vie classiche in senso alpinistico ce ne sono un paio al massimo…sic) Dato uno sguardo generale, mi cade l’occhio su una bella linea accanto a “The talisman”, via che ho aperto anni addietro. Sembra un giusto compromesso tra ghiaccio, roccia e impegno atletico.. Finiamo il giro di perlustrazione e saliamo alla fine “Spyroid”, che regala sempre belle emozioni (e mutande parzialmente colorate..).

Dopo un paio di giorni siamo alla base, armati di tutto punto per aprire la linea che avevo osservato. A noi si è unito anche Antonio, in arte “Sacchetto”, per lui si tratta della prima apertura di una via di misto. La costante della giornata sarà un freddo micidiale, visto che partiamo dal parcheggio con – 5 °C e vento sostenuto da N. Ovviamente la parete dove ci troviamo è esposta a N. Attacco la linea di ghiaccio con ottimismo, ma alla fine la situazione è peggiore di quanto avessi immaginato visto che in alcuni tratti il ghiaccio è staccato totalmente dalla base (probabile effetto della pioggia dei giorni precedenti). Quindi si succedono i “crock”, come se stessi scalando su una parete di patatine fritte..e tutto ciò non mi rende affatto tranquillo. Sarà anche per questo che dopo nemmeno 5-6 m e il primo fix messo, mi arriva una bollita epica e..blasfema. Intanto più si sale e più il venticello aumenta. Mi porto sotto quello che sarà il tratto chiave della via, ma decido di recuperare i miei compagni, per evitare che congelino del tutto. Attrezzo una sosta che sarà solo provvisoria per l’apertura e li recupero. Il morale sembra buono, come i processi di congelamento in atto (sorrido ripensandoci..). Riparto con un bel runout dalla sosta, passo a 95° non protetto (pur volendo non si metteva niente), quindi stringo i denti e continuo.

Uno dei passi chiave della via, su L1.

Finalmente riesco a proteggere in maniera a discreta e poter mettere l’ultimo fix di progressione che mi resta. 

Anche mettere la sosta definitiva di questo primo tiro non è facile, ma alla fine riesco e posso finalmente dare l’ok ai miei compagni per recuperarli. La novità è che entrambi hanno deciso di scalare con il piumino..cosa che non è mai accaduta; in particolare Michele di piumini addosso ne ha due..tanto per dare un’idea sulla temperatura. Dal canto mio, mentre li recupero, bevo tè caldo e indosso anche io il piumino, con cui concluderò poi tutta la scalata.   

Il secondo tiro si apre con un traverso a piombo come  un muro di cemento, una serie di passi tecnici per aggirare uno spuntone di roccia e andare ad agganciare una lingua di ghiaccio (vista in realtà dal basso il giorno della perlustrazione). La verità è che quando riesco ad affacciarmi e vedere di persona la consistenza e cosa mi aspetta, beh confesso che non sono stato proprio entusiasta.

Terreno sempre con ghiaccio sottile e senza roccia dove proteggersi. Vabbè vado, ne uscirò anche questa volta..spero senza niente di rotto! Alla fine tiro salito quasi slegato, ad eccezione di un chiodo decente messo poco prima della sosta..mi viene in mente un ritornello cantato da un mio caro amico, sempre durante un’apertura..”comunque andare..”. Anche l’ultimo tiro, che doveva essere una passeggiata, nasconde l’insidia dell’erba non piccozzabile e di un sottile strato di ghiaccio non portante. Quindi sempre con attenzione e senza mai mollare la concentrazione arrivo al boschetto che è sopra la parete. Qui il vento è davvero intenso e con esso il freddo: gela tutto, geliamo noi, materiale compreso. Quindi via di corsa, doppie e scendiamo a temperature più ragionevoli.

E’ nata “Battle Hymn”, come al solito una bella lotta, lotta che per me significa sempre un onesto confronto con me stesso. Grazie ai miei compagni di salita, Sacchetto & Slot per il freddo condiviso! 

“Battle Hymn” – Inno di Battaglia  – M. Croce Matese. 100 m, TD/TD+, tratti a 90/95° 

Riccardo Quaranta, Michele Di Chiro, Antonio Patullo il 18/1/2020 dal basso.

ACCESSO GENERALE

Dalla località di Campitello Matese si segue l’accesso alla parete della Grotta delle Ciaole, per il quale si rimanda alle informazioni reperibili facilmente in internet o alla guida cartacea “Ghiaccio d’Appennino”.

Il settore è il primo che si incontra uscendo dal bosco, dove corre la via “The talisman”, sul margine sx della parete N di M. Croce Matese.

Rispetto a “The talisman”, l’attacco di “Battle Hymn” è circa 10-15 m a dx su un muro abbastanza verticale (spit visibile a 5m). Si veda anche la foto del tracciato.

ITINERARIO

L1 (40m, M5/M6, 3 spit)

Si attacca un muretto a 70°, si supera un tratto a 80° (fix) e poi più facilmente, in leggero diagonale a dx, ci si porta alla base di un camino appena accennato (fix). Da qui dritti con passo a 90-95°, poi in leggero traverso a sx. Di nuovo dritti (fix), a prendere una leggera diagonale a dx, puntando ad un evidente zona rocciosa con un piccolo sgrottamento. Sosta a fix.

L2 (25m, M5) 

Dalla scomoda S1 si traversa pressoché orizzontalmente a sx (passo a 90°, tecnico e delicato) ad agganciare una lingua di ghiaccio, erba gelata e roccia. Da qui dritti puntando ad una specie di tetto che sbarra la parete in alto: terreno sempre delicato con difficoltà nella protezione. Si perviene sotto il tettino dove si sosta. Sosta a fix. 

L3 (35m, M3/M4 ed erba gelata)

Dalla S2 in traverso a dx, si supera un tratto più verticale (70/75°) ma non difficile se in condizioni, poi dritti su terreno via via più appoggiato, puntando agli alberi al termine del pendio. Sosta su albero (cordone lasciato).

DISCESA

In doppia con mezze corde da 50m o 60m. Da S3 a S2 e da S2 a terra. 

MATERIALE

Ganci da misto (almeno 2-3), 1-2 viti da ghiaccio corte, chiodi da roccia, friend piccoli, n.d.a.

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“Narcotic”, Grotta delle Ciaole, Molise

Tempi duri per gli amanti della montagna, ma questo ci passa il convento e una piccola mano a superare le restrizioni imposte dall’emergenza COVID-19 ci è data dai ricordi. Sto approfittando del tempo libero per mettere in ordine filmati, foto e ricordi della stagione invernale appena trascorsa.

Da noi funziona che se vuoi migliorare in una disciplina, come in questo caso il misto, le vie te le devi pure aprire. Niente è già dato, a parte qualche fortunata eccezione. Quindi tanto del mio tempo è dedicato proprio all’esplorazione e all’apertura di nuovi “viaggi” su cui potersi “perdere”, allenarsi e migliorare. Un lavoro fisicamente, mentalmente e, non in ultimo, economicamente duro. Sono “creature” alle quali sono molto legato ed ogni sera che torno a casa sfinito dopo una giornata del genere, sono sempre soddisfatto.

Una bellissima giornata è stata quella raccontata in parte dal video. L’apertura, insieme all’amico Mimmo Giancola, di “Narcotic” il 7/1/2020, alla Grotta delle Ciaole su M. Croce Matese, nei Monti del Matese. Si tratta di un monotiro di misto con un free-standing (una stalattite di ghiaccio) estremamente suggestivo. L’intenzione era di aprire il tiro e tornare a ripeterlo quando il flusso avrebbe toccato la base, formando una colonna. L’inverno da dimenticare non ha consentito tutto ciò e la libera di questa via resta un progetto per l’anno prossimo.

Voglio ringraziare Climbing Technology, Garmont e gli amici di Campo Base Outdoor Roma per supportarmi nelle mie attività, rendendo il tanto lavoro meno pesante!

Un grazie anche a Mimmo che mi ha affiancato in questa giornata.

Riccardo Quaranta – Guida Alpina UIAGM

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“Spyroid” Grotta delle Ciaole (M. Croce Matese)

Prima ripetizione per questa via firmata Riccardo Quaranta e Dario D’Alessio aperta nel 2010 e ripetuta integralmente per la prima volta da Riccardo Quaranta e Laura D’Alessandro il 26/2/2019.

Si tirano ormai le somme di questa stagione invernale del 2019, un po’ come tutti gli anni ci si inizia a voltare indietro e vedere come è andata. Da un punto di vista climatico ormai il “global warming” è ineludibile ed anche le nostre attività di alpinismo ne risentono e non poco. Quindi ampio spazio al misto ed alle fughe nelle finestre temporali in cui le condizioni sono ok. Da far coincidere sempre con la disponibilità di tempo libero e compagno/a all’altezza.

Quest’anno mi sono voluto regalare questa prima ripetizione di questo itinerario aperto nel 2010 e che rappresenta uno dei percorsi più abbordabili dell’intera parete della “Grotta delle Ciaole”, nome con cui viene normalmente indicata l’intera parete N di M. Croce Matese, Roccamandolfi (IS). Ripercorrere quei ricordi a distanza di così tanti anni è stata un’esperienza bellissima che ho cercato di tradurre in immagini nel video che segue. In fondo riporto la relazione dell’itinerario. Buona montagna!

Il video della prima ripetizione di “Spyroid” Grotta delle Ciaole

RELAZIONE (dalla 1 rp)

“SPYROID” 200m c.ca TD, II+, AI 3+ Parete N M. Croce Matese (Grotta delle Ciaole)

R. Quaranta e D. D’Alessio il 23/3/2009 ed il 2/2/2010. I rp R. Quaranta e L. D’Alessandro il 26/2/2019

ACCESSO (indicazioni date sempre faccia a monte dove non specificato)

La Grotta delle Ciaole si raggiunge dal comprensorio sciistico di Campitello Matese, San Massimo (Campobasso). Raggiunto il parcheggio della stazione sciistica ci si dirige a piedi verso l’arrivo dell’impianto di risalita “S.Nicola”. Da questo inizia il sentiero estivo che conduce a M. Miletto e che parte in una faggeta appena sopra l’impianto descritto (segnaletica rada Cai sugli alberi). Dopo 20′ si esce fuori dal bosco e si può ammirare in tutta la sua bellezza la parete N. di M. Croce Matese. Si percorre la base del conoide di neve che è sotto la parete puntando al pilastro più marcato sul margine dx e prima di un evidente ed incassato canale che delimita la parete stessa sulla dx. Quando si arriva in corrispondenza del pilastro si inizia a salire (la grotta non è visibile se non all’ultimo) raggiungendo lo sgrottamento dove è possibile sostare e prepararsi. ATTENZIONE: tutto il pendio nevoso, dall’uscita del bosco all’attacco della parete, e mediamente per tutta la sua larghezza, è soggetto a rischio valanghe, pertanto bisogna valutare attentamente lo stato del manto prima di attraversarlo e salirlo.

ATTACCO

Dalla Grotta l’attacco è sito una ventina di metri a dx di un grosso diedro obliquo da sx verso dx; a volte è visibile anche uno spit alla base dove è possibile auto-assicurarsi prima di partire. NOTA: valutare se i pendii a dx del grande diedro hanno già scaricato (grande conoide alla base ed erba visibile in parete) altrimenti la salita è fortemente sconsigliata!

Attacco e primo tiro da S0 (spit ma non sempre scoperto da ghiaccio)

L1 (20-30m a seconda del conoide di neve alla base; 80° passo a 90°) : si sale la placca di AI con andamento ad “arco” restando sotto un tetto che piega da dx verso sx (vedere foto sopra), 80°; si perviene così a qualche metro del grande diedro che chiude la parete sulla sx; non lo si raggiunge ma si sale dritti (passo a 90° su misto o ghiaccio sottile, protezione distante) per raggiungere la nicchia sovrastante dove si sosta sotto un grande tetto. Sosta su due fix con maglie rapide da collegare

L2 (55m, 60°, passo a 90° oppure 70° su erba gelata) Da S1 si traversa a dx (fix con cordone) per qualche metro, poi dritti ad affrontare il diedro con asso di misto e AI a 90° (affrontato in apertura). Oppure, se i pendii a dx sono in condizione, continuare a traversare per qualche metro, poi salire (70°) e per erba gelata riavvicinarsi al diedro sulla sx. Superare una sosta a chiodi con cordino (sosta di abbandono di una ritirata) e continuare fino a dove la pendenza cala, appena prima di una specie di valletta, sostando sul diedro a sx. Sosta: 2 fix con maglie rapide da collegare.

L3 (60m, 60° e passo a 80°) Ora il diedro si apre e diventa vera e propria parete; continuare a costeggiarla salendo 15m di pendio di AI facile verso una strettoia (passo a 80°), poi nuovamente su facile pendio di AI fino quasi a termine corda. Sulle rocce a dx, generalmente fuori dalla neve), si sosta su 2 fix con golfari. Sosta: 2 fix con golfari da ferramenta

L4 (60m, 50° e 60°) Si riprende a salire sempre tenendosi a dx del grande diedro-parete fin quasi a fine corda; sempre sulla dx si sosta su 2 fix con goffrai (potrebbero essere non visibili causa neve). Sosta: 2 fix con golfari da ferramenta

L5 (30m 40° e 30°) Con qualche altro metro di pendio nevoso si esce fuori dalle difficoltà, raggiungendo una zono pressoché pianeggiante, Sosta su spuntone da attrezzare.

DISCESA

O con 3 doppie da 60m lungo la via, unendo primo e secondo tiro (soste attrezzate fino alla quarta lunghezza) o a piedi. Nel secondo caso, senza perdere quota, traversare in direzione NW puntando ad un’ampia radura con pilone in ferro (“Stazzo delle pecore”); dal pilone con una doppia da 60m si torna sul margine dx dell’ampio anfiteatro (alternativa alla doppia è riallacciarsi al sentiero estivo che conduce a M. Miletto). Si ridiscende il conoide di neve (valutarne la stabilita) e poi ci si riallaccia al percorso di andata (20′). In caso di scarsa visibilità e se non si possiede un gps, è consigliabile la prima soluzione.

RICCARDO QUARANTA GUIDA ALPINA UIAGM

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Nuove vie di misto in Matese (parte 1)

Stagione misto 2017-2018

Certo questo inizio inverno in centro Italia non ha brillato per abbondanza di neve. Tuttavia l’alternanza di giornate calde e giornate particolarmente fredde ha fatto sì che si creassero condizioni “mistaiole” notevoli. Occasione da non perdere quindi per ampliare il parco giochi delle cime del Matese, catena montuosa che si sta apprestando a diventare parco nazionale. Nella speranza che il costituendo Parco sia un’occasione di sviluppo eco-sostenibile, legato soprattutto alla promozione di attività outdoor a basso impatto ambientale e non una fonte di divieti “a prescindere”. Un’opportunità affinché l’alpinismo, lo scialpinismo, il trekking, la mountain bike (tanto per citarne alcune) siano attività benvenute in queste terre e non attività da bandire.

Per gli amanti delle “mie” montagne, in cui mi piace tanto vagare, per chi è ancora affascinato dalle atmosfere scozzesi di questi luoghi, ho voluto relazionare le prime vie aperte in questa stagione, con la speranza che siano solo un aperitivo di un inverno generoso. Grazie alle persone che mi affiancano ogni volta in queste piccole avventure.

Buone scalate!

Riccardo Quaranta

Guida Alpina

Ringrazio Climbing Technology per il supporto.

Foto di Riccardo Quaranta, Michele Di Chiro, Alessio Nunziata

 

M. Miletto (2050 m slm), anticima N, parete N

Via “Can I play with madness” 110 m (+100 per la vetta), M5, AI3, passi di misto a 95°, D+/TD-

Riccardo Quaranta e Michele Di Chiro dal basso in libera il 11/01/2018

 

Descrizione generale

Itinerario molto vario che coniuga un po’ tutti gli stili rintracciabili sulle pareti dell’Appenino: dall’alpine ice anche abbastanza verticale, a passaggi su erba gelata anche strapiombanti, a pendii di neve ed, infine, misto mai banale. Insomma, nelle condizioni in cui lo abbiamo salito, ci ha divertito non poco. Sui tiri non è stato lasciato alcun materiale.

Accesso ed avvicinamento: si vedano le relazioni delle altre vie su questa parete.

La sezione tecnica e boulderosa del 3° tiro

Attacco

Le indicazioni sono date “faccia a monte”. Si colloca circa 30 m a sx dell’attacco di “The thin ice”; il riferimento è dato da un piccolo ma lungo tetto a circa 15 m dal suolo: la via attacca in corrispondenza del margine sx del tetto, su una bella goulotte. Si veda anche foto con il tracciato.

L1 (15 m, AI3, passo a 95° su erba gelata) Si attacca la goulotte quasi in corrispondenza della verticale del margine sinistro del tettino; si sale seguendo il ghiaccio migliore fino al margine inferiore di un piccolo pendio di neve. Lo si raggiunge attraverso un passo su erba gelata (probabilmente AI in caso di condizioni migliori) a 95°; si prosegue quindi facilmente fino a raggiungere la sosta posta quasi sul margine sx del bel muro verticale al termine del pendio nevoso (2 fix argento da collegare)

L2 (50 m, AI 2, tratto a 70°, poi 55°) Dalla S1 ci si sposta in traverso a sx, si supera un tratto più verticale (70°) e si perviene al pendio di neve, lo si percorre in direzione di una fascia rocciosa, con possibilità a metà di proteggersi su rocce affioranti. Si raggiunge la fascia rocciosa, sostando a dx di un antro accennato e sormontato da una specie di diedro, dove le rocce sono più basse ed appoggiate (2 fix collegati da cordone)

L3 (40 m, M5, AI 2) Dalla S2 ci si sposta 2 m a dx e si attacca la paretina inclinata con un paio di passaggi a 80° di misto (in caso di condizioni magre) o AI con sufficiente innevamento; si prosegue per una decina di metri, non continui ma con passaggi alternati a riposi, fino a pervenire alla base di un ultimo pinnacolo roccioso. Dalla base di questo si devia in diagonale a sx, seguendo un lenzuolo di neve che, con difficoltà sempre minori, conduce in cresta. (sosta su spuntone)

DISCESA Dalla S3 con altri circa 100 m di terreno facile si perviene alla cresta della cima, un po’ a sx del ripetitore dei VV.FF (edificio con antenna circolare). Da qui ci si muove verso SE fino ad intercettare una fila di paletti in ferro collegati da un cavo di acciaio. Li si segue via via perdendo quota e rimanendo sul bordo dell’anfiteatro si perviene quasi al suo margine sx. Dove la neve e le pendenze lo consentono si rientra nella conca nevosa interna dell’anfiteatro; da qui si può scendere seguendo l’impianto di risalita “Anfiteatro” e la relativa pista da sci, fino a ritornare alla base degli impianti.

Michele all’uscita del passo a 95° del primo tiro

MATERIALE

N.d.A, 1-2 fittoni da neve corti, 3-4 chiodi da roccia (preferibilmente a lama sottile), 1-2 ganci da misto (tipo Bulldog DMM), scelta di friend fino al rosso BD.

 

Mentre attrezzo S1

 

 

M. Croce Matese (1957 m slm), parete N (parete della “Grotta delle Ciaole”)

 

Via “A momentary lapse of reason” 90m, 80° max, M2+, D-

Riccardo Quaranta in solitaria e libera dal basso il 20/12/2017

Descrizione generale

Quella della Grotta delle Ciaole, cioè tutto il versante N del M. Croce Matese, è una delle pareti più suggestive del massiccio del Matese. Qui vi sono tra le vie più difficili dell’Appennino: difficili perché ardite, spesso verticali o strapiombanti, difficilmente in condizioni visti gli ultimi inverni. Queste caratteristiche hanno fatto sì che, per gli appassionati, restasse sempre un posto esigente, dove il livello tecnico e fisico la fa da padrone. Ad un occhio più attento, tuttavia, non potevano sfuggire linee più abbordabili, anche se più corte, rispetto a quelle già relazionate.

Un intero settore è in via di sviluppo ed ha regalato 2 itinerari che si candidano a diventare “classici”. Il settore è stato chiamato “SETTORE TRALICCIO ”, visto che è dominato da un vecchio pilone dell’energia elettrica in disuso. Questo tratto di parete ospitava, sul suo margine dx, già una via, “Via Cavo” (che spunta proprio in corrispondenza del pilone), la prima ad essere aperta qui ed anche la più semplice di tutto il settore.

Inquadramento del settore “Traliccio”, parete N M. Croce Matese

Accesso

Per l’accesso alla parete della Grotta delle Ciaole si rimanda alle informazioni reperibili facilmente in internet o alla guida cartacea precedentemente citata. Il settore “TRALICCIO” è situato sul margine dx dell’anfiteatro costituito dalla parete N del M. Croce ed è compreso tra l’attacco del “Canale di destra” (evidente, stretto e classico canale nevoso, il solo di questa parete) e la verticale ideale tracciata in corrispondenza del traliccio, sul margine dx della parete. Per raggiungerlo, si transita alla base del pendio nevoso (attenzione alla stabilità del manto) sotto la parete della grotta delle Ciaole, si supera la verticale di attacco del “Canale di destra” e si inizia a salire sulla sx fino a raggiungere la parete (foto)

In apertura, momenti unici in solitudine..

 

Attacco

La via attacca in corrispondenza di una rampa nevosa obliqua da sx verso dx (foto tracciato)

L1 (40m, AI2, M2+, passo a 80°)

Si attacca la rampa con arrampicata piacevole, si supera facilmente un arbusto e si giugno ad un brevissimo camino (può essere occluso con tanta neve e trasformarsi in goulotte); lo si supera con un paio di passaggi in spaccata (80°) e si riprende in obliquo fin dove la rampa muore contro le rocce verticali sulla dx (fix con piastrina rossa). Si prende la rampa di neve in obliouo da dx verso sx, superando un secondo arbusto, fino ad arrivare in corrispondenza del margine inferiore di un lenzuolo di neve (fix con piastrina rossa). Superando un passo delicato e più verticale (80° ed erba gelata), si rimonta il pendio nevoso, dirigendosi infine verso le rocce soprastanti dove si sosta (2 fix collegati da cordone, maglia di calata).

L2 (35m, 60°)

Dalla S1 ci si sposta a dx e si procede senza difficoltà lungo il pendio nevoso che è chiuso a sx da rocce. In costante obliquo a dx si giunge alla fine delle difficoltà, in corrispondenza di alte scaglie rocciose (sosta su 2 fix collegati da cordone, maglia di calata)

L3 (15m, 50°)

Dalla S2 si procede su terreno facile (conserva o slegati) verso la cresta finale sulla dx. (Eventuale sosta su spuntone da attrezzare)

DISCESA

Possibile scendere sia in doppia (a) che a piedi (b)

  1. Dalla S2 con un’unica doppia da 60m fino all’attacco della via. ATTENZIONE: in caso di scarso innevamento la corda arriva “al pelo” alla base della parete: nel dubbio scendere con due doppie sfruttando la S1.
  2. Dalla cresta si scende in direzione dello Stazzo delle Pecore; questo è un ampio pianoro con recinti per ovini e con l’evidente pilone elettrico. Da qui si percorre a ritroso il sentiero estivo per M. Miletto (si veda cartografia di riferimento) che in circa 15’ riporta alla base della parete.

Durante la prima RP, Alessandro!

Durante la prima RP con Alessandro e Mario

MATERIALE

N.d.A, 1-2 fittoni da neve corti, 1-2 chiodi da roccia (preferibilmente a lama sottile), scelta di friend fino al rosso BD.

 

Via  “ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO” 90m, D, passo a 90° ed M3, AI3

Riccardo Quaranta e Alessio Nunziata il 4/1/2018 in libera dal basso

 

Le indicazioni si riferiscono, dove non indicato, sempre faccia a monte

Accesso

Come per “A momentary lapse of reason”.

L’ambientazione..

Attacco

“Altrimenti ci arrabbiamo” attacca circa 30 m a sx di “A momentary lapse of reason”, sotto la verticale di una ampia cengia nevosa inclinata, contornata da pareti verticali e con un albero che la caratterizza (foto)

L’attacco, non banale..

Alessio, il compagno di questa avventura

L1 (15m, passo a 90° ed M3, AI3)

Attaccare la parete-goulotte dove presenta ghiaccio migliore, affrontando il tratto chiave della via: una sequenza verticale con passaggi di misto e AI. Pervenire alla cengia nevosa (possibilità di protezione ora a sx su roccia), percorrerla e dirigersi verso il muro verticale di roccia compatta dove si sosta (2 fix collegati da cordone, maglia di calata)

L2 (45 m, AI2+, 70°)

Dalla S1 ci si sposta a sx e si attacca la goulotte-canale, fiancheggiata a dx da uno sgrottamento; si procede dritti con arrampicata entusiasmante ma mai difficile (70° max) fino ad uscire dalle difficoltà. Sosta su spuntone da attrezzare.

L3 (40 m, 40-50°)

In conserva o slegati si procede senza difficoltà fino a raggiungere la cresta.

DISCESA

Si traversa verso Ovest e perdendo quota si raggiunge lo Stazzo delle Pecore, con il traliccio visibile anche dalla base della parete. Da qui si percorre a ritroso il sentiero estivo per M. Miletto (si veda cartografia di riferimento) che in circa 15’ riporta alla base della parete. Un’alternativa è raggiungere la S2 di “A momentary lapse of reason” e scendere in doppia da questa.

L2, goulotte bellissima e non difficile

In uscita sulla cresta finale

MATERIALE

N.d.A, 1-2 fittoni da neve corti, 1-2 chiodi da roccia (preferibilmente a lama sottile), 1-2 chiodi da ghiaccio corti, 1 gancio da misto (tipo Bulldog DMM), scelta di friend fino al rosso BD.

Alessio osserva quello cha abbiamo scalato

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